
A trent'anni dalla prima pubblicazioone torna in commercio “Crêuza de mä”, il fondamentale album di Fabrizio De André, in un nuovo mixaggio curato e realizzato da Mauro Pagani, che di quel disco è il coautore (e che quel disco ha già riletto a modo suo nel 2004). La versione deluxe del progetto comprende due Cd (il disco originale rimixato, “riaprendo le tracce” incise trent’anni fa, e ampliato con quattro extra tracks: una “versione alternativa” di “Jamin-a” e i mixaggi alternativi di “Sinán Capudán Pascià”, “Â duménega” e “Crêuza de mä”; e il secondo Cd – intitolato “La mia Genova” – che contiene brani registrati dal vivo, tratti da “Fabrizio De André – I concerti”: sei di “Crêuza de mä” e due, sempre in genovese come gli altri, da “Le nuvole”, e si completa con una versione, ancora live, di “D’ä mæ riva”, interpretata da Mauro Pagani e Andrea Parodi), ai quali si unisce un libro illustrato di 208 pagine curato da Sandro Veronesi con testi e contributi di Mauro Pagani, Renzo Piano, Paolo Fresu, Giovanni Soldini, Antonio Marras, e arricchito da manoscritti di De André e fotografie. Il progetto è stato presentato oggi a Sanremo da Dori Ghezzi con Mauro Pagani, che ne ha spiegato genesi ed evoluzione.
Mauro Pagani: “Da sempre pensavo che qualcosa fosse andato perso, della magia dei suoni di quell’album; fu colpa, allora, del fatto che il mixaggio fu uno dei primissimi realizzati in digitale con il Sony F1, che aveva qualche problema di fase e cancellava alcune frequenze. Abbiamo riaperto le piste di quelle registrazioni, effettuate all’epoca con l’apporto fondamentale di Allan Goldberg, e rimixato partendo da zero, senza aggiungere e senza togliere nulla dei contenuti originari; anzi, sì, confesso un minimo intervento per recuperare una piccola sequenza di percussione mal riuscita. La vera scoperta avvenuta durante il lavoro, deciso a settembre ed effettuato in dicembre, è stata il ritrovamento di una versione alternativa – per tonalità, velocità, arrangiamento – di ‘Jamin-a’, che è stata mixata per la prima volta e aggiunta come bonus. All’epoca le era stata preferita un’altra versione, più vicina a quella dei provini. Voglio ringraziare la Sony, che è stata molto collaborativa, ci ha aiutati a reperire i nastri originali – conservati in Germania – e ad ottenerne una copia digitale, sulla quale ho lavorato con l’aiuto di un giovane fonico molto bravo di nome Giuseppe Salvadori”.