Anticipato poche settimane fa dal singolo “Succhiando l’uva” (vedi News) è stato presentato oggi (martedì 22 ottobre) ai media il nuovo album di Mina, intitolato “Veleno”. Una copertina-choc (primissimo piano dell’artista con un look da regina cattiva di Biancaneve – o da Crudelia Demon) racchiude dodici canzoni, dieci delle quali inedite (oltre a “Succhiando l’uva” c’è anche una cover di “Notturno delle tre” di Ivano Fossati, già uscita nella versione dell’autore - che alla cover di Mina partecipa vocalmente - sull'album "Lindbergh"), scritte in gran parte da autori noti e affermati (solo tre sono invece frutto della penna di quei giovani, o non professionisti, o esordienti assoluti ai quali la cantante da tempo dedica attenzione e curiosità).
Troviamo così le firme di Bruno Lauzi e Gianfranco Fasano (per “Certe cose si fanno”, splendido testo e musica affascinante), Giancarlo Bigazzi (originalissima la sua “Il pazzo”, sia nelle liriche sia nella struttura musicale), Daniele Silvestri (“La seconda da sinistra”, elegante brano d’atmosfera), Renato Zero e Maurizio Fabrizio (l’ironica “Che fatica”), Samuele Bersani (“In percentuale”), Giulia Fasolino (“Solo un attimo”), Lele Cerri e Gianni Ferrio (“Mente”, esercizio di stile sul “Preludio N° 4” di Chopin); meno noti i nomi di Andrea Paglianti (“Ecco il domani”), Mauro Santoro (“D’amore non scrivo più”) e di Massimo Fedele (la divertente “Hai vinto tu”).
Al primissimo ascolto, “Veleno” appare come un eccellente album di matrice esplicitamente pop (va ricordato che Mina arriva da due progetti tematici, “Dalla terra” e “Sconcerto”), e pare destinato ad ottimi risultati di programmazione radiofonica e di vendita; ma rimandiamo ad una prossima recensione per un’analisi più accurata.
L’album è stato prodotto da Massimiliano Pani (che ha realizzato, con Nicolò Fragile, anche la maggior parte degli arrangiamenti, delle programmazioni e delle tastiere; altri arrangiamenti sono stati scritti da Gianni Ferrio, Bruno Zucchetti-Alfredo Golino-Giulia Fasolino), ed è stato registrato fra gli studi di Lugano e i Cambiomusica di Brescia con la collaborazione di alcuni fra i migliori strumentisti italiani, e con qualche ospite di spicco (Alex Britti, Faso, Franco Ambrosetti).
Troviamo così le firme di Bruno Lauzi e Gianfranco Fasano (per “Certe cose si fanno”, splendido testo e musica affascinante), Giancarlo Bigazzi (originalissima la sua “Il pazzo”, sia nelle liriche sia nella struttura musicale), Daniele Silvestri (“La seconda da sinistra”, elegante brano d’atmosfera), Renato Zero e Maurizio Fabrizio (l’ironica “Che fatica”), Samuele Bersani (“In percentuale”), Giulia Fasolino (“Solo un attimo”), Lele Cerri e Gianni Ferrio (“Mente”, esercizio di stile sul “Preludio N° 4” di Chopin); meno noti i nomi di Andrea Paglianti (“Ecco il domani”), Mauro Santoro (“D’amore non scrivo più”) e di Massimo Fedele (la divertente “Hai vinto tu”).
Al primissimo ascolto, “Veleno” appare come un eccellente album di matrice esplicitamente pop (va ricordato che Mina arriva da due progetti tematici, “Dalla terra” e “Sconcerto”), e pare destinato ad ottimi risultati di programmazione radiofonica e di vendita; ma rimandiamo ad una prossima recensione per un’analisi più accurata.
L’album è stato prodotto da Massimiliano Pani (che ha realizzato, con Nicolò Fragile, anche la maggior parte degli arrangiamenti, delle programmazioni e delle tastiere; altri arrangiamenti sono stati scritti da Gianni Ferrio, Bruno Zucchetti-Alfredo Golino-Giulia Fasolino), ed è stato registrato fra gli studi di Lugano e i Cambiomusica di Brescia con la collaborazione di alcuni fra i migliori strumentisti italiani, e con qualche ospite di spicco (Alex Britti, Faso, Franco Ambrosetti).
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