Rockol30

The Observer 2012: l'intervista (così com'è) ai ManzOni

The Observer 2012: l'intervista (così com'è) ai ManzOni

Per chiudere la finestra di The Observer dedicata ai ManzOni, abbiamo contattato il gruppo per fare due chiacchiere e approfondire un po’ più da vicino tutto ciò che riguarda il nuovo lavoro, “Cucina povera” (di cui potete trovare la recensione qui), i ManzOni stessi, e la musica più in generale. Solitamente le interviste impostate a mo’ di domanda/risposta non rientrano nel format abituale di Rockol. Questa volta però abbiamo pensato di lasciare il pezzo così com’è venuto, mantenendo intatta formattazione e punteggiatura originali. I ManzOni (in modo particolare Luigi Tenca) hanno un modo tutto loro di comunicare, parte integrante dell’essenza stessa della band. C’è sembrato giusto preservarlo. Buona lettura!

ManzOni: due generazioni differenti, che però parlano una lingua comune. Com'è questa "convivenza" vista da dentro?

(Emilio) Penso che il punto fondamentale stia proprio nel fatto di condividere uno stesso “linguaggio”, un approccio generale alla musica, ovviamente declinato in base alla personalità di ciascuno di noi. È questo che ha reso possibile l'esistenza del gruppo, sin dall'inizio. Nella comunicazione, nel proporre idee musicali, nella composizione, insomma nella dinamica della vita del gruppo, la differenza d'età è quasi azzerata. Certo, l'esperienza di Luigi in termini di ascolti, cultura e costruzione della canzone, ha un peso, e un peso notevole; ma l'apporto di ogni componente è fondamentale, e percepiamo le differenze tra noi come legate allo stile e al gusto individuale piuttosto che all'età anagrafica.

Che cosa ha significato Piero Manzoni per la vita del gruppo? L'idea alla base di merda d'artista, una delle sue opere più famose, concettualmente ha qualcosa in comune con la vostra "Cucina povera"?

(Luigi) io ho avuto l'idea di chiamare manzOni il gruppo che stava nascendo!
..e non nascondo la mia ammirazione per un uomo che ha vissuto solo trent'anni e che in quei trent'anni ha dato tanto!
..e la domanda che mi accompagnava da quando ho visto la sua prima opera e da quando ho cominciato a leggere qualcosa su di lui..erasempre quella..che poi era la stessa domanda che mi ero posto quando ho letto il gozzano..
"COS'AVREBBE FATTO SE AVESSE VISSUTO ANCORA?... DOVE SAREBBE ARRIVATO?..."
..ancora adesso me la faccio!
..non è certamente "merda d'artista" la "provocazione" del manzoni che preferisco!..le varie linee di vari metri e infinite..le sculture viventi..la base magica..i soffi d'artista..le uova firmate con il pollice e consumatemangiate..gli achromes..mi prendono di più?!..opere d'arte-provocazioni che mi lasciano ancora oggi a bocca aperta?!!..boccaaperta..rappresentata da quella O maiuscola che compare nel nostro "nome"!
..provocazioni..
..la provocazione più grossa dei manzOni sta proprio nel nome!..nell'ambiguità più volte spiegata..(PIERO..ALESSANDRO..MANZI GROSSI..cinema manzoni..LICEO MANZONI..il vino INCROCIO MANZONI che viene dalle nostre parti ect.)
poi..ci sono le altre "provocazioni"..
..e si passa al fatto che nel gruppo suonano quattro chitarre..che viene adoperato il loop ..che la batteria viene suonata da tutti creando dal vivo un continuo movimento sopra al palco..
..CHE IL "CANTANTE" E'UN VECCHIO!!..
.."cucina povera" c'è anche qui una provocazione?!..tu devi sapere che io ero un appassionato della nouvelle cousine..dei ristoranti che facevano ricerca..e leggevo..riviste..libri..di cucina..e una volta ogni tanto..andavo anche a spendere somme rilevanti per assaggiare cibi fuori del comune..ben serviti..e
"S T U D I A T I.."..e ti assicuro che non sono un ricco..anzi sono uno stipendiopovero!!..ma mi aveva preso questa "pazzia"!..e pazzo sono rimasto per tanto!..fino a quando non ho cominciato a vedere..in tutto quel "movimento"culturale culinario..il kitsch..l'esagerazione non spontanea..il complicatoPERforza che tante volte era solo cattivo gusto!
..ho abbandonato la cucina sperimentale..e tutte le sue diramazioni..e sono ritornato alle polpette di mia madre..al suo ragù..ai cibi cotti con l'amore che può avere una madre di 87 anni che ancora ama cucinare per suo figlio!..cucina povera..povera come un minestrone..come come..carne alla pizzaiola..o come sarde in saor..o polipi con il sedano..come risi e piselli..
CUCINA POVERA..insomma..che è quella che comincia dalla spesa fatta pensando al menu di una settimana e cercando di risparmiare..E CHE POI..MESSI ASSIEME GLI INGREDIENTI..e i sentimenti che guidano le mani di una madre..TI FA ASSAGGIARE LA MIGLIORE PEPERONATA del mondo!
..e la provocazione..di questo disco forse è proprio in questo!..nel cercare di far mangiare prodotti di stagione..e non le alghe del pacifico servite in corteccia di pino mugo dell'altopiano di asiago..

..tutto qua..

Com'è nata l'idea di mettere insieme due mondi così apparentemente lontani come appunto il post rock e il cantautorato, per così dire, "autobiografico"?

(Emilio) Mah, in realtà c'è stata l'idea di suonare insieme, indipendentemente dai generi. Quando l'abbiamo conosciuto, più di dieci anni fa, Luigi scriveva canzoni complete, testi, musica, struttura, sì, insomma, era un cantautore. In seguito, ha sempre suonato con gruppi, scrivendo testi e melodie su musiche composte dagli strumentisti con cui si è trovato a collaborare. Nei manzOni, noi chitarristi cerchiamo di fare musica che ci interessi, che ci emozioni, tentiamo di sviluppare le nostre personalità musicali. Per Luigi, viste le sue precedenti esperienze e i suoi gusti musicali, è tanto naturale scrivere testi autobiografici di taglio cantautorale, quanto farlo per un sostrato strumentale come quello che gli presentiamo e che si tende a etichettare come “post rock”, espressione che, a parer mio, non ci si attaglia molto. Insomma, non c'è un'idea di fondo, una decisione di unire mondi lontani. Ci sono le nostre influenze, la musica che amiamo, il tentativo di fare qualcosa di nuovo e interessante, e il fatto di suonare insieme.

Un mio vecchio professore di pittura usava dire: "Dalla semplicità non si parte. Alla semplicità si perviene". Cosa significa per voi tornare alle radici, all'essenzialità (musicale) di una "cucina povera"?

(Emilio) È significativo il fatto che la frase citata sia di un professore. Una volta ho sentito qualcosa di simile da un insegnante di chitarra jazz. Professori e insegnanti forniscono regole e spiegano come applicarle; ma le regole, nella musica come (credo) nella pittura, devono essere interiorizzate, fatte proprie, interpretate, utilizzate non in quanto tali, ma come strumento per quel che si vuole comunicare; si può dire che le regole vadano apprese per poi essere abbandonate, in favore di un'espressione immediata, e in questo senso semplice, ma resa possibile da quanto si è imparato in precedenza. Penso sia questo che intendeva il tuo professore: l'obiettivo è sviluppare il gusto e la tecnica in modo da comunicare la complessità in modo immediato. Il discorso può essere esteso all'esperienza musicale in generale. Più che in un ritorno alle radici, la povertà della nostra cucina sta nell'immediatezza con cui tentiamo di comunicare la complessità dei nostri stati d'animo, del nostro sentire che è quello che è a causa, per merito, per colpa di quanto abbiamo visto, letto o ascoltato, della vita che abbiamo vissuto e viviamo.

Fare le cose semplici, è davvero così difficile?

(Emilio) Mi sembra sia più una questione di gusto, una scelta... Per noi all'inizio è stato (entro certi limiti) difficile mettere insieme quattro chitarre evitando sovrapposizioni e facendo suonare il tutto come qualcosa di unitario e immediato, e in questo senso “semplice”; adesso ci viene più naturale. Oddio, sperando che quel che suoniamo sia effettivamente percepito come “qualcosa di unitario e immediato” da chi ci ascolta...

Spesso in rete, ma anche nel vostro comunicato stampa, per descrivere la vostra musica si usa fare riferimento a Piero Ciampi e ai Mogwai…

(Carlo) Il sound dei manzOni è sicuramente un miscuglio tra cantato in italiano poco convenzionale e atmosfere chitarristiche che poco hanno a che fare con il cantautorato italiano in genere. Detto questo, è bene chiarire che Piero Ciampi e i Mogwai non sono nostre fonti dirette di ispirazione, come del resto non lo sono gli altri gruppi o cantautori spesso citati tra i riferimenti. Il nostro è un lavoro di rimescolamento continuo. Da qualche parte ci possono essere i Mogwai, ma noi vediamo anche i Beach Boys (ne "I Vecchi") o "Hey Jude" nel finale di "In Toscana", su un tappeto rumoroso e slabbrato. Sono solo un paio di esempi che spiegano il nostro reale intento: rifare "L'esperimento del Dottor K". Come ha fatto Cronenberg, ma usando le chitarre e le parole di un testo.





Possiamo definire il post rock una “musica popolare”?

(Fiorenzo) Il post-rock è un genere abbastanza di nicchia, quindi non lo definirei "popolare" tout-court. Lo diventa per noi nel momento in cui decidiamo di impastarlo con un testo semplice e diretto, come molti di quelli di Gigi, e otteniamo una "canzone", nel senso originario del termine, quindi "popolare" per definizione. Il post-rock puro e semplice (che per noi è Mogwai, GY!BE e nient'altro), strumentale e con le sue chitarre iperstratificate e sognanti, è comunque un genere che talvolta sentiamo affine, ma nel quale non ci riconosciamo del tutto. Siamo sicuri che canzoni come "Dimmi se è vero", "Una garzantina" o "A mio padre" possano essere definite "post-rock"?

Cucina povera è un lavoro che suscita un forte senso d’intimità ed empatia. E' possibile riprodurre queste sensazioni anche dal vivo? Com'è portare questo disco su un palco?

(Emilio) Penso che dal vivo si aggiungano sensazioni ulteriori. Il coinvolgimento emotivo è maggiore, suoniamo più spontaneamente, più liberamente. Probabilmente il risultato è migliore in situazioni più intime: recentemente abbiamo suonato al Morgana, a Benevento, ed è stato perfetto, il pubblico era letteralmente a pochi centimetri di distanza, attento, disposto all'ascolto...Ma immagino che anche in palchi di dimensioni maggiori sia possibile rendere le atmosfere e le sensazioni del disco. In realtà, dipende soprattutto dall'atteggiamento di chi abbiamo davanti.

La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.