Billy Bragg ha dichiarato guerra alle t-shirt prodotte attraverso lo sfruttamento dei lavoratori. Il menestrello inglese, vero nome Steven Williams, classe Cinquantasette, ha stretto un’alleanza strategica con Michael Eavis, lo storico patron del festival di Glastonbury, e con Melvin Benn, boss dell’organizzazione musicale Mean Fiddler; il trio ha investito fondi in un’organizzazione, la Ethical Threads, che si occupa di commissionare la produzione di magliette a piccole aziende che non sfruttino la manodopera locale, come invece spesso accade per la fabbricazione delle t-shirt. Il primo lotto, appena giunto in Gran Bretagna, proviene da una cooperativa di donne nicaraguensi. Scopo della Ethical Threads è quello di spingere –prima o poi- tutti gli agenti che operano nel campo del merchandising a commissionare tutti i capi in cotone a ditte, coperative e fabbriche che rispettino i lavoratori dei Paesi in via di sviluppo. Bragg fu tra i fondatori del Red Wedge, organizzazione politico-musicale che a metà anni Ottanta tentò (peraltro con scarsa fortuna) di opporsi al governo conservatore della signora Thatcher. Il cantautore ha in pubblicazione un nuovo album, “England, half-English”.
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