
Gli “eroi romantici” La Sintesi hanno trasformato l’ironia nel loro punto di forza. Non a caso, per lanciare il secondo disco (ancora senza un titolo) dopo il debutto del 1999 “L’eroe romantico”, hanno scelto un palco prestigioso come quello del Teatro Ariston di Sanremo e un brano pieno di attrattiva, “Ho mangiato la mia ragazza”. Oggi, lunedì 19 novembre, Lele, cantante del quartetto di Corsico, e il bassista Giuse, non mostrano però neppure un briciolo di agitazione al pensiero di essere stati scelti per partecipare alla 52° edizione del Festival di Sanremo nella sezione degli artisti emergenti, nemmeno se la sala che ci viene messa a disposizione per condurre l’intervista è la stessa dove hanno firmato il loro primo contratto con la Sony; tanto meno, sembrano far trapelare l’emozione di sentire il nuovo singolo, “Stare fuori”, in programmazione sulle più importanti emittenti radiofoniche italiane. “Il disco è quasi pronto, stiamo finendo di mixare le undici tracce scelte”, racconta lentamente Lele. “Credo che le differenze con il nostro disco d’esordio siano soprattutto da ricercarsi nell’omogeneità tra i testi e le musiche. Se prima le emozioni venivano disposte in sequenza in modo libero, quasi fossero uno sfogo, oggi mi faccio prendere molto meno dal trasporto emotivo: i testi si sono trasformati in piccole storie, dove l’ironia è fondamentale. I temi sono gli stessi, ma sono trattati in modo diverso, più surreale. Nel momento in cui l’ascoltatore percepisce che la musica e il testo vanno d’accordo, e che nessuno dei due pesta i piedi all’altro, allora è un grande risultato. E’ come se le due cose si annullassero l’una con l’altra”. Il nuovo lavoro dei La Sintesi, conosciuti grazie ad una rilettura de “La Primavera” di Antonio Vivaldi che stregò Morgan dei Bluvertigo, è un concentrato di influenze che spaziano ancora dalla musica new wave anni ’80 al pop dei Duran Duran, all’incedere ipnotico-poetico di Franco Battiato fino alle atmosfere dark dei Cure. Ma loro, forse parafrasando il titolo del nuovo singolo, oggi sentono la necessità di “stare fuori” dalla casa “Bluvertigo”. Sempre, però, con estremo rispetto: “Il nome di Morgan salterà sempre fuori, quando si parlerà di noi, perché è giusto così. Il nostro esordio lo dobbiamo a lui, che ha fatto da tramite per trovarci un contratto discografico. E’ chiaro però che nessuno di noi si aspettava che il protagonista della nostra storia diventasse lui”, spiega Giuse. “Per un anno e mezzo siamo stati analizzati dai media del giornalismo come quelli di ‘derivazione’, come quelli di ‘Morgan’. Non ci ha infastidito per nulla, anzi, a volte ci è capitato addirittura di parlare di lui e trovare poi dei titoli in cui lo ripudiavamo… ma è anche vero che vorremmo che la nostra identità divenisse chiara, perché i La Sintesi hanno un loro suono e una loro identità. Ma Morgan non è assente dal nuovo lavoro per queste ragioni. Semplicemente abbiamo un album pronto, e non vogliamo più che si parli di ‘protezione’. Per ora, e sarà incredibile, ci aspetta soltanto il Festival di Sanremo”.
Schede:
La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale