
E' da poco uscito, su etichetta NuN, “Il ramo d'oro”, secondo album dei Ductia. Il titolo rimanda direttamente al trattato “esoterico” di James George Frazer ed è stato da loro stessi definito “un unico viaggio diviso in 13 episodi”. Folk elettronico, world, musica celtica, new age, ma anche rock e jazz: la definzione suona come un polpettone indigesto, ma invece i tre musicisti sono riusciti a cucinare un'appetitosa pietanza in cui gli equilibri riescono ad amalgamarsi senza stridori. La seconda composizione, “Erme”, si snoda fascinosa tra i reami del folk angloceltico con un incedere che, stranamente, ci ricorda un po' quello delle “Sei mogli” di Rick Wakeman. La terza, “Caramantran”, si gonfia d'una melodia suggestiva che suona “traditional” e sulla quale si innestano tastiere e chitarre oldfieldiane.
Musica celtica, world, new age…quale definizione vi sta meglio? All'altro capo del filo, da Milano, dove si sono esibiti la scorsa domenica pomeriggio al Castello Sforzesco, risponde Carlo Gnocchini, il tastierista del gruppo di Arezzo che vede nella propria line-up anche Massimo Giuntini, il quale suona con i Modena City Ramblers.
“Premesso che le etichettature mi sembrano limitanti, forse la più giusta è world music”.
Che tipo di mercato esiste per un lavoro simile?
“Mi sono posto poco questa domanda, le vendite sono un discorso da discografico. Noi ci siamo messi in mano a chi sa fare il proprio mestiere, noi ci occupiamo del nostro, che è suonare”.
Certo che un successo alla Hevia, il 'fenomeno della cornamusa', non vi dispiacerebbe…
“Dipende. Certo che schifo non ci farebbe, però se poi come succede come con lui, che fa un botto e poi basta, allora no”.
“E' tutta colpa di Massimo (ride). E' andato in Irlanda ed è rimasto fulminato”.
Il filo forte che lega il disco è il tema del viaggio. Ma da dove e verso dove?
“Mah, magari anche da Arezzo. Verso dove…magari non si tratta di un luogo fisico. E' un pensiero, un sentimento, un luogo più mentale che geografico”.
Il musicista ci lascia annunciando che, dalla fine del prossimo novembre, sarà operativo il Website ufficiale del gruppo, ductiaworld.com
Musica celtica, world, new age…quale definizione vi sta meglio? All'altro capo del filo, da Milano, dove si sono esibiti la scorsa domenica pomeriggio al Castello Sforzesco, risponde Carlo Gnocchini, il tastierista del gruppo di Arezzo che vede nella propria line-up anche Massimo Giuntini, il quale suona con i Modena City Ramblers.
“Premesso che le etichettature mi sembrano limitanti, forse la più giusta è world music”.
Che tipo di mercato esiste per un lavoro simile?
“Mi sono posto poco questa domanda, le vendite sono un discorso da discografico. Noi ci siamo messi in mano a chi sa fare il proprio mestiere, noi ci occupiamo del nostro, che è suonare”.
Certo che un successo alla Hevia, il 'fenomeno della cornamusa', non vi dispiacerebbe…
“Dipende. Certo che schifo non ci farebbe, però se poi come succede come con lui, che fa un botto e poi basta, allora no”.
La componente 'celtica' da dove nasce?
“E' tutta colpa di Massimo (ride). E' andato in Irlanda ed è rimasto fulminato”.
Il filo forte che lega il disco è il tema del viaggio. Ma da dove e verso dove?
“Mah, magari anche da Arezzo. Verso dove…magari non si tratta di un luogo fisico. E' un pensiero, un sentimento, un luogo più mentale che geografico”.
Il musicista ci lascia annunciando che, dalla fine del prossimo novembre, sarà operativo il Website ufficiale del gruppo, ductiaworld.com
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