No, non è che non sappiamo chi sia il vincitore. Non è questo il punto. Però vogliamo provare ad assumere diversi punti di vista su quanto abbiamo visto in questa sezione e sui risultati.
1- Le giurie: tre voti diversi. Vincitori: Gazosa (Qualità), Moses (Consumatori), Boccia e Caliendo (Popolare). La contraddizione impersonificata.
2- La classifica finale. Vincitori: Gazosa. La matematica è un'opinione? Sì, almeno fino a che qualcuno non ci spiega, con parole semplici e senza tecnicismi da statistica come diavolo funzionava il meccanismo.
3- Il premio della critica. Vincitori: Francesco Renga e Roberto Angelini. In quanto votanti della sezione, siamo troppo di parte per valutare.
4- I vincitori morali. Senza ombra di dubbio Boccia e Caliendo. La loro “Turuturu” ha già la statura di “Trottolino amoroso, dududadadà”. Rispetto a Minghi e Mietta (che avevano chiamato la loro canzone “Vattene amore”), sono stati sufficientemente furbi da mettere il tormentone nel titolo.
5- I vincitori del dopo-festival. Li sapremo tra un paio di settimane: radio e mercato decreteranno chi davvero ha avuto successo. Un titolo che, peraltro, rischia di rimanere vacante. Non ci stupiremmo se il pubblico extra-festival non apprezzasse queste canzoni.
Per quello che ci riguarda, non ha vinto nessuno. Forse qualche canzone singola, che vi abbiamo segnalato strada facendo. Ma non i vincitori ufficiali. Non lo spettacolo di ieri sera, indecoroso quanto i commenti della Carrà (valga per tutti quello alla trasgressione “annunciata” dei Placebo). Sicuramente non la musica dei giovani, incapace di distinguersi in mezzo ad un marasma festivaliero più caotico del solito. Il re è nudo, il trono è vacante.