
Esce finalmente “La vida que vendrà”, il sesto album dei napoletani 99 Posse, più volte annunciato e poi rimandato. “Ci sono stati slittamenti dovuti al nostro desiderio di arrivare a un album fatto proprio come volevamo e a dei contrattempi causati da problemi con la Bmg”, hanno spiegato i membri del gruppo, che hanno presentato alla stampa l'album nella cornice del Centro Sociale “Conchetta” di Milano. A causare problemi con la major è stata una frase – poi censurata – inclusa nei ringraziamenti di Marco Posse che, così era scritto in origine nel booklet, “ringrazia le buone notizie da Hammamet”. “Un avvocato prezzolato dalla Bmg ha sollevato questa questione, che non ha nessun fondamento”, dice senza mezzi termini Luca “Zulu” Persico. “Il fatto è che non pensavamo che anche i ringraziamenti fossero soggetti al preventivo benestare dell'etichetta. Ci siamo garantiti con la Bmg in modo da avere la più totale libertà artistica, sui testi e le immagini dell'album. Ma ai ringraziamenti non abbiamo pensato”, commenta Marco Posse che spiega: “Ho scritto quella frase perché ero disgustato nel vedere che si parlava di un uomo condannato da un tribunale come di un eroe della patria, degno dei funerali di stato. Mi sentivo intossicato e volevo sfogarmi”. A detta dei 99 Posse, l'Italia è un paese dalla memoria corta che dimentica in fretta anche le parole più elementari per descrivere le situazioni che caratterizzano la realtà di oggi. “Uno che non ha lavoro per me è un disoccupato,” dice Zulu e aggiunge: “Oggi chi non ha lavoro è definito 'cellula autoproducente', potenziale lavoratore autonomo. Sta di fatto che il lavoro non ce l'ha e per me rimane un disoccupato. Nelle nostre canzoni non usiamo perifrasi ma parole che dicono come stanno davvero le cose”. E questo ha già causato qualche guaio al gruppo - abituato comunque a questo genere di problemi - che nel brano “Povera vita mia” denuncia le morti sul lavoro e le storture del lavoro interinale (“Non ci sono diritti, è una forma di sfruttamento anche quella”), vedendosi poi recapitare la replica del rappresentante della categoria dei lavoratori 'in affitto'. “Ci ha accusato di voler speculare su questi lavoratori, di aver mirato a loro come possibili acquirenti del nostro album. Ci ha poi rinfacciato che il vero problema è il lavoro nero e che i lavoratori interinali vengono tutti assunti nel giro di un anno. Ma in che mondo?” I 99 Posse, il cui album sarà venduto a un prezzo calmierato, si dichiarano sostenitori della “qualità della vita, un concetto ormai fuori moda". Come d'altronde dichiararsi comunisti (vedere al proposito la traccia “Comuntwist”) e sperano in una “Vida que viendrà” migliore, nella convinzione che “El pueblo unido jamàs serà vencido!” (la cover degli Inti Illimani è posta in chiusura della scaletta), anche se “è indispensabile che si inizi oggi a lottare per quei diritti fondamentali dimenticati così in fretta”. E interrogati sulla recente vittoria elettorale del centro-destra, i 99 Posse rispondono senza mezzi termini: “La sinistra che governa oggi non è poi così diversa dalla destra e allora tanto vale che governi la destra vera. E' un voto che esprime disagio, il desiderio di un futuro in cui stare meglio. Anche se in realtà non è certo il liberismo selvaggio la strada da seguire”.
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