Per "Il Messaggero", in un breve servizio non firmato, la puntata andata in onda ieri sera su Raiuno e che ha riassunto il meglio di "Francamente me ne infischio" di Adriano Celentano "si è scontrata, nella lotta dell'audience del sabato, contro l'agguerrito clan del Bagaglino. (…) Che cosa ha fatto Adriano? Ebbene ha messo insieme una serie di momenti di particolare intensità cominciando dal duetto con Giusto Pio" (evidentemente un eccesso di zelo di qualche redattore: in realtà il duetto era con Pio, già membro del Clan di Celentano, e non con Giusto Pio, violinista e collaboratore di Franco Battiato). "Nel montaggio il 'molleggiato' si è anche divertito a sovrapporre la sua immagine a quella di Francesca Neri dando vita a un 'dialogo muto'. Anche stavolta è stato choccante il video sull'infanzia violata. Non è mancato il duetto con Biagio Antonacci che ha interpretato con Adriano il brano 'Yuppy du' e poi qualche nota del 'Ragazzo della via Gluck'. La trasmissione è scivolata via fra una canzone e una battuta e c'è stata anche un po' di malizia in qualche inquadratura del fondo schiena della Neri. Ma a Celentano si perdona tutto".
Su "Repubblica" Alessandra Rota fa invece notare che "la sorpresa stavolta c'è stata. Adriano Celentano ha brindato insieme al nipote-cognato Gino Santercole. Anni di ruggine dopo la militanza nel Clan cancellati grazie a 'Francamente è un'altra cosa', l'antologia-pamphlet in due puntate su Raiuno". Rota informa che "Adriano e Gino, anche se non con un abbraccio in diretta, sono tornati a esibirsi insieme dopo ventisette anni" e racconta inoltre i piatti forti della serata televisiva: il video-choc sulla pedofilia, l'inquadratura hard sulle trasparenze posteriori di Francesca Neri, Claudio Bisio in versione Dario Fo, le accuse ad Antonio Ricci e a 'Striscia la notizia' sulla pubblicità occulta, il dietro le quinte con Teocoli, i Blues Brothers casarecci, Manu Chao e quant'altro già visto. Decisamente simile il pezzo che il Corriere della Sera dedica allo stesso argomento in un taglio basso a pagina 35.
Su "Repubblica" Alessandra Rota fa invece notare che "la sorpresa stavolta c'è stata. Adriano Celentano ha brindato insieme al nipote-cognato Gino Santercole. Anni di ruggine dopo la militanza nel Clan cancellati grazie a 'Francamente è un'altra cosa', l'antologia-pamphlet in due puntate su Raiuno". Rota informa che "Adriano e Gino, anche se non con un abbraccio in diretta, sono tornati a esibirsi insieme dopo ventisette anni" e racconta inoltre i piatti forti della serata televisiva: il video-choc sulla pedofilia, l'inquadratura hard sulle trasparenze posteriori di Francesca Neri, Claudio Bisio in versione Dario Fo, le accuse ad Antonio Ricci e a 'Striscia la notizia' sulla pubblicità occulta, il dietro le quinte con Teocoli, i Blues Brothers casarecci, Manu Chao e quant'altro già visto. Decisamente simile il pezzo che il Corriere della Sera dedica allo stesso argomento in un taglio basso a pagina 35.
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