Articoli - 12/03/1998
Renato Serio, membro della Commissione Artistica: «Il flop di Sanremo era previsto»

"Lo avevamo detto che, a parte qualche eccezione, ci era toccato di scegliere all'interno di una produzione sostanzialmente appiattita". A parlare è il Maestro Renato Serio, che con Gianni Boncompagni (anche lui assai critico nei confronti del "bouquet" sanremese) ha fatto parte della commissione artistica che ha selezionato tutto quanto è stato eseguito nella Città dei Fiori, "Sanremo Giovani" incluso. "Avevamo già fatto notare come il panorama non fornisse spunti di esaltazione. Purtroppo i risultati delle classifiche ci stanno dando ragione".
Nel proseguire la sua analisi, tuttavia, Serio difende i giovani italiani, puntando il dito sull'esterofilia del Festival.
"Bisognerebbe smetterla con i playback, aiutano solo gli stranieri e penalizzano gli italiani. Il contrasto tra l'artista straniero che canta in playback e gli italiani che si esibiscono dal vivo è stridente. La resa sonora del playback è notevolissima e non è neppure lontanamente paragonabile a quella dell'orchestra. Ma anche il modo in cui vengono presentati fa apparire gli ospiti stranieri come perle esposte in una vetrina di lusso, mentre gli italiani fanno la figura dei poveracci. Vi garantisco che cantare dopo Celine Dion, presentata come una stella di prima grandezza, è difficilissimo per un artista italiano, figuriamoci uno giovane. Grazie a questi vantaggi poi la classifica dei dischi venduti premia gli stranieri. L'organizzazione farebbe bene ad imporre l'esecuzione dal vivo per tutti, e pazienza se questo dovesse tenere lontani certi stranieri".
Nel proseguire la sua analisi, tuttavia, Serio difende i giovani italiani, puntando il dito sull'esterofilia del Festival.
"Bisognerebbe smetterla con i playback, aiutano solo gli stranieri e penalizzano gli italiani. Il contrasto tra l'artista straniero che canta in playback e gli italiani che si esibiscono dal vivo è stridente. La resa sonora del playback è notevolissima e non è neppure lontanamente paragonabile a quella dell'orchestra. Ma anche il modo in cui vengono presentati fa apparire gli ospiti stranieri come perle esposte in una vetrina di lusso, mentre gli italiani fanno la figura dei poveracci. Vi garantisco che cantare dopo Celine Dion, presentata come una stella di prima grandezza, è difficilissimo per un artista italiano, figuriamoci uno giovane. Grazie a questi vantaggi poi la classifica dei dischi venduti premia gli stranieri. L'organizzazione farebbe bene ad imporre l'esecuzione dal vivo per tutti, e pazienza se questo dovesse tenere lontani certi stranieri".
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