
Hai iniziato facendo musica con i Faithless. Quanto ha influito questa esperienza sul tuo presente solista?
La musica dei Faithless è molto diversa da quella che faccio adesso. Io ho sempre fatto la mia musica, anche quando ero con loro. In realtà, con i Faithless facevo la corista, cantando in un paio di canzoni. Ma il vero frontman era Maxi Jazz. E’ stata comunque una grande esperienza: come cantante credo si debba partire dal basso, per farsi esperienza sul palco prima di avere tutta la pressione addosso. Sono contenta di averlo fatto, prima di esibirmi da sola.
I Faithless sono il gruppo di tuo fratello Rollo, che ha lavorato anche al tuo disco solista. Che rapporto hai con lui, lavorativamente e non?
Stranamente io e mio fratello abbiamo un buon rapporto, perché gli anni dell’infanzia li ha passati dandomele di santa ragione... Ma ora andiamo molto d’accordo. Con i Faithless il disco era suo, “No angel” è stato invece un mio prodotto. Ero io che comandavo, ma lo faccio sempre, anche se lui è più vecchio di me di sei anni...
La tua carriera solista è iniziata quando alcune tue canzoni si sono fatte notare al cinema e in TV…
Si, “Thankyou” è finita nella colonna sonora di “Sliding Doors” ed è stata la prima volta che la mia musica ha avuto la possibilità di farsi sentire. “Here with me”, invece, è finita in questa sit-com americana per adolescenti, “Roswell high”, la storia di alcuni alieni in una scuola… E’ stata una grande spinta in America, Ha fatto diventare la canzone un singolo durato 18 mesi… Le radio hanno smesso ora di programmarlo. Mentre stava finendo la sua normale programmazione, è stato rilanciato dalla serie TV.
Poi c’è stato Eminem che ti ha dato una grossa mano…
Ha campionato la prima strofa di “Thankyou”, compresa la musica e ci ha costruito un pezzo nuovo sopra, inciso con il suo gruppo. Il risultato è “Stan”, una canzone fantastica finita su “The Marshal Mathers LP”. Lo reputo un’ottima persona e un ottimo artista. Può essere oggetto di polemiche, ma almeno è divertente, fa cose diverse dal solito e con intelligenza. Se non fosse così non mi piacerebbe.
La tua musica è un mix di tradizione e modernità, di songwriting vecchio stile e beats e campionamenti elettronici. Da dove arriva questa ecletticità?
Questo mix mi rappresenta. Scrivo canzoni, che piaccia o meno lavoro così, al piano o alla chitarra. Ma ascolto molta dance, hip-hop, dub. Ovviamente, arrivando dai Faithless, sono stato molto influenzata da quel background. Mentre facevo il disco, poi, ascoltavo molto i Portishead, Massive Attack e ciò mi ha segnato, così come il frequentare molto i club. Ho filtrato molto queste influenze nella mia musica. Le cose più tradizionali, invece, le ho scoperte dopo. Ero naif mentre incidevo il disco, non avevo ascoltato molti classici quando ero più giovane. Sono cresciuta ascoltando e studiando musica classica, in una casa senza musica, tv e radio.
Non sei l’unica a seguire questa strada tra tradizione e modernità. Penso a due nomi come Beth Orton e David Gray… Ti piace il loro approccio?
Quello di David Gray è forse il mio disco preferito dell’anno, è incredibile come abbia scritto e arrangiato quelle canzoni. Mi fa onore essere paragonata ad artisti di questo genere, anche se ovviamente è difficile fare veri paragoni…
Da alcune canzoni del disco, come “Don’t think of me” e “No angel” viene fuori un’immagine di te piuttosto aggressiva, quasi alla Alanis Morissette…
“No angel” è diventata la canzone portante del disco perché parla della libertà di sbagliare, del non avere paura degli errori e del non essere perfetti. Le canzoni più cupe, invece, sono opera di mio fratello Rollo. Era lui quello nei casini mentre scrivevamo il disco e io ho sfruttato la sua vena. Se “Don’t think of me” può ricordare Alanis Morissette, ditelo a lui… E lui l’Alanis della situazione, io scrivo le canzoni allegre...
La canzone conclusiva, “Take my hand” è invece una delle canzoni più belle del disco, ma è molto diversa da tutto il resto. Come mai?
“Take my hand” è diventata una sorta di bonus track perché volevo mantenere la continuità tra tutto il materiale, per cui l’ho messa in fondo come una sorta di aggiunta. In realtà è stata la prima che ho scritto inciso e forse rifletteva ciò che la gente si aspettava da me dopo i Faithless. Ma poi sono andata avanti a fare altre cose.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai già iniziato a pensare ad un nuovo disco? In fin dei conti questo disco l’hai scritto molto tempo fa…
Sicuramente in futuro farò una canzone sul nuovo disco dei Faithless, con i quali ho ancora intenzione di lavorare spesso, anche se ora sono una solista. E’ una sorta di comunità di musicisti, la nostra... Per quanto riguarda il nuovo disco, io scrivo sempre, anche se ora sono in tour non mi sono fermata. Arriverò in Europa l’anno prossimo, poi forse avrò tempo per fare un nuovo disco. Lavorerò senza preconcetti, senza decidere a priori dove voglio andare. Attualmente il mio show è un po’ più duro e magari il secondo disco potrà rifletterlo. Chi può dirlo?