Rockol30

Un rapporto dalle nuove rockstar svedesi...

Cinque album all¹attivo, un buon seguito europeo e americano, e un successo da rockstar in Svezia. Queste le credenziali dei Millencolin, punk band nata a Örebro nei primi anni 90, indicati da più parti come credibili pretendenti al trono di sovrani del punk melodico. "Pennybridge pioneers" è l'album con cui puntano alla definitiva affermazione internazionale: canzoni brevi e dirette, e un ottimo lavoro di produzione, per il quale si è scomodato Brett Gurewitz, boss della Epitaph nonché ex-Bad Religion. In Australia, il disco è entrato subito in classifica, e un altro segnale confortante è dato dal notevole traffico di rete sui siti dove è possibile ascoltare il singolo "Penguins & polarbears" (per gli interessati: www.deo.com e www.millencolin.com). Millencolin pronti a esplodere? Ci sono tutte le premesse, comunque Nikola Sarcevic (voce e basso) ed Erik Ohlsson (chitarra) continuano ad assomigliare più a due studenti che ad aspiranti rockstar. Tutto sommato, meglio così: di trendisti fanfaroni ce ne sono fin troppi in giro.

L'ultimo album mi sembra un passo avanti nella stessa direzione musicale dei dischi precedenti. Come ci avete lavorato?
Nikola: E' stato tutto diverso rispetto al passato. Abbiamo avuto molto tempo per lavorare sulle canzoni nuove, e abbiamo deciso di andare per la prima volta a registrare in America con Brett, un sogno che avevamo dal giorno in cui abbiamo cominciato a suonare insieme.
Erik: Ci siamo presi una pausa dopo "For monkeys" e i 200 concerti che lo hanno seguito. Stare in giro così tanto ci ha quasi consumato, e la sosta è stata una buona idea, perché abbiamo accumulato molta energia per poter riprendere.
Nikola: Tecnicamente, ci siamo trovati a registrare in uno studio migliore di quelli che abbiamo usato prima, e i molti concerti ci hanno progredire in termini di esperienza.

A giudicare dalla vostra musica, Brett Gurewitz per voi è qualcosa di più di un produttore: è piuttosto chiaro che i Bad Religion vi hanno influenzato...
Nikola: I Bad Religion ci hanno spinto a formare il gruppo, e all¹inizio erano un'influenza molto importante. Negli ultimi due anni, ci siamo aperti ad ascolti diversi dal punk. In effetti, adesso io non ascolto molto punk. I riferimenti ai Bad Religion in "Pennybridge pioneers" sono dovuti probabilmente al fatto che Brett ci ha aiutato molto con le armonie vocali. inoltre, lo studio e le tecniche di registrazione che ha usato erano le stesse che ha usato con il suo vecchio gruppo, quindi qualche richiamo c'è senz'altro. Comunque, il suo metodo è stato quello di spingerci a tirare fuori idee buone per gli arrangiamenti, piuttosto che suggerircele. Ci siamo trovati molto bene, anche personalmente.
Erik: Lui è sempre stato un nostro idolo, e lo avevamo già incontrato quando ci aveva messo sotto contratto con la Epitaph per il mercato americano. Anche conoscendolo, eravamo un po¹ nervosi all'idea di registrare con lui, ma ci è passato tutto nel giro di un paio di giorni. E' un tipo divertente, scherza in continuazione.
Nikola: Ci ha portato fuori a cena, ai concerti, al cinema, ci ha invitati a casa sua, abbiamo giocato a scacchi con lui. L¹atmosfera era molto bella, ci ha trattati benissimo.

Negli ultimi anni c¹è stata una vera e propria invasione di gruppi svedesi. Come spiegate questa esplosione di attività in Svezia?
Nikola: Ci sono molti gruppi svedesi bravi, e il fatto di cantare in inglese dà la possibilità di farsi sentire anche fuori dalla Svezia. Per spiegare la presenza di così tanti musicisti, ci sono diverse teorie. Una è che tutto è organizzato molto bene, qualsiasi band può trovare facilmente sale per provare e studi per registrare.
Erik: Un'altra è che il clima freddo ti costringe a stare molto tempo in casa, quindi in molti si impegnano in qualcosa di creativo, come suonare e scrivere canzoni.
Nikola: Inoltre, la Svezia è molto americanizzata dal punto di vista culturale: musica, spettacoli televisivi, ci arriva tutto dall¹America. Siamo immersi in quella cultura, e tutto questo si riflette nella musica dei gruppi svedesi. In realtà, non ci abbiamo mai pensato fino a quando all¹estero hanno cominciato a chiederci: "Come mai ci sono tutti questi gruppi in Svezia?" Già, perché? Solo in quel momento abbiamo riflettuto su quello che accade nel nostro paese.

Unire punk rock e melodie orecchiabili è una strada che stanno seguendo in molti, sulla scia del successo ottenuto dai gruppi che hanno iniziato nei primi anni 90. Non pensate che ci sia il rischio che la gente si stufi?
Nikola: In effetti, non ci pensiamo molto: ci conoscono in tanti, abbiamo un nostro stile e cerchiamo di non ripeterci.
Erik: Già, anche il fatto di ascoltare diversi generi di musica ci porta a evolverci, provare soluzioni diverse. Capisco cosa intendi, però.
Nikola: Sì, mi rendo conto che molti gruppi punk non hanno fatto progressi particolari, restano attaccati a una formula. Facendo così, si rischia di annoiare.

In Svezia avete un grosso successo, anche di classifica. Spesso i gruppi abituati alla scena underground hanno difficoltà ad affrontare le pressioni della fama. E' successo anche a voi?
Erik: C'è stato un momento un po¹ strano, fra il '95 e il '96, quando siamo diventati molto popolari in Svezia. Non eravamo abituati a certe pressioni, né a suonare davanti a gente che ti veniva a vedere solo perché in quel periodo era cool ascoltare i Millencolin. Ci sembrava tutto un po' artificiale: quattro persone che facevano uno spettacolo, ma non ci sentivamo veramente noi stessi. Poi siamo abbiamo suonato negli Stati Uniti e in Europa, e tutto è tornato a livello underground. La gente veniva ai concerti perché apprezzava la nostra musica, e questo ci ha ridato energia. Alla fine, ci siamo resi conto che il fatto di diventare famosi in Svezia, ci è semplicemente capitato, non siamo partiti con l'intenzione di sfondare a livello commerciale.
Nikola: Sì, e il fatto di non essere così famosi in altri paesi ci ha aiutato a rimettere tutto nella prospettiva giusta.

In pratica, avete sperimentato contemporaneamente l¹underground e il mainstream. Quale delle due cose preferite?
Erik: Sinceramente, nell¹underground c¹è più onestà.
Nikola: Comunque, non ci siamo mai posti il problema se essere underground o mainstream, non so neanche bene dove stia il limite fra le due cose. Finché scriviamo canzoni di cui siamo soddisfatti, ci sentiamo bene.
Erik: Inoltre, manteniamo una totale autonomia nelle decisioni: facciamo quello che vogliamo, e ci occupiamo personalmente di tutto.

Nei vostri testi ci sono spesso riferimenti personali chiarissimi, in "Devil me" per esempio...
Nikola: Oh, sì, quella forse è fin troppo personale. Prima di ogni album compongo le melodie dei pezzi. Al momento di registrare, scrivo i testi per le canzoni che abbiamo scelto, e di solito ho più o meno due settimane di tempo per farlo. Quindi, mi siedo e penso a qualcosa da dire, cercando di non ripetermi. In quel caso, ho scritto in modo molto semplice delle cose che mi piacciono.

La vostra passione per lo skate è piuttosto nota. Siete sempre coinvolti nello skating?
Erik: Sì, finanziamo anche un skate park. Nel gruppo, sono io il più appassionato. Se non facessi skating, probabilmente sarei un grassone seduto tutto il giorno davanti al computer. Mi piace molto, ma è un hobby che comunque non ha un¹influenza particolare sulla musica.

Altre interviste

Skunk Anansie - Gli Skunk tornano in Italia...vero Skin? (26/03/2000)

Asian Dub Foundation - Un tour congiunto con i RATM...ecco i loro segreti. (20/03/2000)

C.O.D. - Uno dei gruppi italiani più interessanti in circolazione... (16/03/2000)

Claudio Baglioni - Il viaggiatore è pronto a ripartire...con le sue canzoni (e lo sponsor, perché no?)... (13/03/2000)

AC/DC - A tu per tu con Angus Young!!! For those about to rock.... (10/03/2000)

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.