Biografia

Roger Keith Barrett nasce a Cambridge il 6 gennaio del 1946, quarto di cinque figli del medico patologo Arthur Max Barrett e di sua moglie Winifred. Inizia presto a manifestare una mente brillante, uno spirito anticonformista e un non comune talento artistico, dilettandosi nella pittura e iniziando a strimpellare la chitarra. Frequenta il Cambridge College Of Arts and Technology (più noto come “Cambridge Tech”), dove fa la conoscenza del suo futuro sostituto David Gilmour, e nel 1964 si trasferisce a Londra per iscriversi al Camberwell College Of Arts. Nella capitale, l’anno seguente, riprende i contatti con il concittadino Roger Waters, che assieme a Nick Mason e Rick Wright ha in progetto di formare una rock band: è Barrett, che da tempo si fa chiamare Syd in omaggio a un musicista jazz di Cambridge, a proporre il nome Pink Floyd Sound (poi abbreviato in Pink Floyd) ispirandosi a quelli dei bluesmen americani Pink Anderson e Floyd Council. Carismatico, di bell’aspetto e autore di originalissime, bizzarre canzonette pop influenzate dalla nascente psichedelia (il primo singolo “Arnold Layne” narra le gesta di un feticista locale scippatore di indumenti intimi femminili: per questo avrà problemi con la censura radiofonica) diventa subito il frontman del gruppo, l’icona della Londra freak che si ritrova nei locali underground come l’UFO Club e il mattatore di THE PIPER AT THE GATES OF DAWN, il primo album dei Floyd che nel 1967 si afferma come uno dei dischi simbolo della stagione flower power e psichedelica. Il disagio provocatogli dalla crescente popolarità e l’uso di smodato di Lsd e altre sostanze allucinogene lo portano tuttavia a rinchiudersi in se stesso e ad assumere comportamenti sempre più eccentrici e imprevedibili (sul palco gli capita spesso di restare immobile con lo sguardo fisso nel vuoto). La sua crescente inaffidabilità spinge i compagni, all’inizio del 1968, a reclutare Gilmour come chitarrista aggiunto. Le cose tuttavia non migliorano, e il 6 aprile la band è costretta ad annunciare ufficialmente l’allontamento di Barrett: nel secondo album che esce a giugno, A SAUCERFUL OF SECRETS, il suo contributo si limita a una canzone, “Jugband blues”, e (pare) a qualche parte di chitarra. Dopo quasi un anno di inattività Syd torna in sala di incisione, agli Olympic Studios di Londra, per lavorare a quello che diventerà il suo primo album solista, THE MADCAP LAUGHS. Sempre meno padrone delle sue facoltà mentali, non riesce tuttavia a venirne a capo finché in suo aiuto non accorrono proprio Gilmour e Waters. Nel febbraio del 1970, con Gilmour di nuovo alla console e Wright chiamato a dare una mano, inizia a incidere un secondo album intitolato semplicemente BARRETT. Per portarlo a termine ci vorranno cinque, faticosi mesi duranti i quali Barrett si mostra sempre più indecifrabile, mentalmente disturbato ed estraniato dal mondo che lo circonda: nel tempo diverrà tuttavia – come il predecessore – un disco di culto adorato dai fan. Da quel momento le apparizioni pubbliche di Syd si diradano: all’inizio del 1972 dà vita agli Stars, un trio di brevissima esistenza con il batterista Twink (già con i Tomorrrow) e il bassista Jack Monck le cui rare performance dal vivo, a Cambridge, risultano disastrose e imbarazzanti spegnendo ogni sua residua velleità artistica. Nel 1975, grasso, calvo e irriconoscibile, Syd compare del tutto inatteso agli studi di Abbey Road proprio mentre i Pink Floyd, che stentano a riconoscerlo, incidono un toccante brano a lui dedicato, “Shine on you crazy diamond”. Con l’arrivo degli anni Ottanta, Barrett abbandona definitivamente Londra e torna nella casa materna a Cambridge, dove prende a condurre un’esistenza tranquilla e appartata, immemore del suo passato di rock star e occupata dai suoi hobby preferiti: pittura, giardinaggio e bricolage, intervallati da visite al giardino botanico e scorribande in bicicletta in giro per la città. Da allora i suoi avvistamenti da parte di fan e giornalisti diventano materia di leggenda; nel 1988 OPEL, raccolta di inediti e alternate take dai due album ufficiali, è l’unica uscita discografica destinata a placare l’appetito dei suoi irriducibili sostenitori. La morte sopraggiunge il 7 luglio 2006, per complicazioni legate al diabete; poco dopo, la casa di Hills Road e gli oggetti in essa contenuti vengono venduti all’asta. Il 10 maggio del 2007 i Pink Floyd (senza Waters, che pure è presente alla serata) salgono sul palco per eseguire “Arnold Layne” durante un concerto tributo, “Syd Barrett – Madcap’s last laugh” organizzato al Barbican di Londra. Nell’ottobre dell’anno seguente ha luogo a Cambridge “The city wakes”, celebrazione della sua figura di artista con un ricco programma di mostre, concerti e conferenze. Il 2010, invece, vede l’uscita di AN INTRODUCTION TO SYD BARRETT, antologia curata da David Gilmour che unisce per la prima volta repertorio floydiano e produzione solista con l’aggiunta di una lunga jam inedita, “Rhamadan”, disponibile solo in formato digitale. (01 nov 2010)