Biografia

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Il nome La Volée d’Castors nasce da una battuta che corrisponde all’espressione italiana ‘asini che volano’.
I sei giovani musicisti provengono, come la Bottine, dalla regione di Joliette e della Lanaudière.
Qualcuno ha addirittura cominciato a parlarne come della ‘Piccola Bottine’ per via delle affinità coi ‘fratelli maggiori’ (e non è un caso che proprio il fratello di Rejéant Brunet, André, suoni il violino nella Bottine stessa), prima di tutte la ricerca nel patrimonio tradizionale francofono rivisitato in chiave moderna grazie alla capacità di rivestire gli antichi canti con arrangiamenti di prim’ordine.
La Volée d’Castors propone una musica che potremmo definire ‘tradizionale progressiva’, dagli accenti québecois e irlandesi che si colorano delle influenze più attuali, con un particolare uso delle voci sia nei soli che nei numeri a cappella. Coi reels e le gighe della verde isola che, una volta attraversato l’oceano, si fondono con le tipiche cantate della vecchia Francia, sostenute dal ritmo del battito dei piedi (podoritmia), comune a molte band del Quebec.
Le liriche sono quelle trasmesse dalla tradizione popolare, come la storia di una giovane ragazza rapita da un marinaio, che riesce a fuggire facendo credere di essere la figlia del boia e dunque ‘intoccabile’ (“Belle embarquez!”, sul secondo album). Oppure “La barbière” (sullo stesso disco), dove un capitano si innamora di una ragazza che gli fa la barba e per un momento sembra di essere di fronte ai soliti doppi sensi che abbondano da queste parti fin quando la canzone prende un’altra direzione: lei è innamorata di un altro marinaio e rifiuta le avances del povero capitano, in un quadro che solo apparentemente vuole testimoniare un candore dietro cui si svelano le solite ‘scene piccanti’ degli innamorati.
I sei ‘castori volanti’ (ben quattro provengono dalla compagnia di danza Les Petits Pas Jacadiens) hanno il reel nel sangue e un’idea ben precisa: far festa, coinvolgere e divertire senza scadere nell’ovvio e nella noiosa ripetitività che è sempre in agguato quando si vanno ad aprire gli scrigni della musica dei secoli passati.
Nicolas Froment (chitarra acustica ed elettrica, mandolino, ossa, voce), può essere considerato il leader della band, visto che è quello che parla di più negli spettacoli.
Al violino Mathieu Lacas, che ha una parte importante negli arrangiamenti. Suona dalla tenera età di cinque anni e ha fatto parte dell’Orchestra Sinfonica di Lanaudière. Prima di entrare nella Volée faceva parte dei Bonhomme Sept Heures e la sua estrazione classica si fa sentire negli indiavolati assoli.
Martin Mailhot suona l’organetto diatonico e il bodhran. Réjean Brunette (contrabbasso, basso elettrico, cori) è un musicista di talento, difficilmente comprimibile in una qualsivoglia categoria, che spazia dal basso elettrico al piano e alla fisarmonica. La sua profonda conoscenza musicale gli permette di supportare in scioltezza i solisti ricamando trame mai scontate, robuste e innovative. Proveniente da una famiglia di musicisti, il suo repertorio è praticamente illimitato. Frédéric Bourgeois oltre a suonare fisarmonica, organetto diatonico, djembe, darbouka, è maestro di simpatia podoritmica, ‘grand taper du pied’ è il vero motore sul palco, ed è il solo della compagnia a far ancora parte dei Petits Pas Jacadiens.
Sébastien Parent (chitarra acustica, banjo, voce, cori) impara prima a ballare che a camminare. Le sue radici musicali, estremamente varie, gli conferiscono un ruolo di primo piano nella composizione dei brani e negli arrangiamenti.

DISCOGRAFIA
GALANT 1994 (La Volée d’Castors)
PAR MONTS ET PAR VAUX 1998 (Coeur de Lion CDLCD-1955)
VDC 2000 (Coeur de Lion CDLCD-1979)
(28 nov 2002)