Biografia

Giovanna Salviucci Marini nasce a Roma nel gennaio del 1937. Figlia di musicisti (il padre, Giovanni Salviucci, è un noto compositore), intraprende una formazione musicale accademica diplomandosi in chitarra classica al Conservatorio di Santa Cecilia, perfezionandosi accanto al grande André Segovia e cimentandosi anche con il liuto e altri strumenti antichi. Il suo percorso umano e musicale successivo è segnato dall’incontro, nei primi anni Sessanta, con intellettuali come Pier Paolo Pasolini e Italo Calvino e con musicologi come Roberto Leydi e Diego Carpitella che la instradano verso la ricerca e lo studio del canto politico e sociale e delle musiche popolari tramandate oralmente (i primi 33 giri per la storica etichetta I Dischi del Sole, a cui è legata la sua produzione più importante, sono dedicati alle tradizioni musicali di Abruzzo e Sardegna). Il primo spettacolo importante a cui partecipa, “Bella ciao” del 1964, suscita a Spoleto grande scandalo presso il pubblico “borghese” dell’epoca: diventa però il trampolino di lancio per l’esperienza rivoluzionaria del Nuovo Canzoniere Italiano, collettivo che combina il sapere musicale di cantastorie “contadini” come Giovanna Daffini (dalla Marini indicata come sua fonte primaria di ispirazione), il Gruppo di Piadena e i Pastori di Orgosolo (con il poeta Peppino Marotto) con l’impegno politico militante di giovani cantautori come Paolo Pietrangeli, Ivan Della Mea e Gualtiero Bertelli; collaborando con l’Istituto Ernesto De Martino, la Marini si prodiga contemporaneamente nella raccolta di canti tradizionali da ogni parte d’Italia che archivia e trascrive usando un sistema di notazione musicale di sua invenzione.
Dopo aver partecipato, con il Nuovo Canzoniere, a spettacoli teatrali come “Ci ragiono e canto” (per la regia di Dario Fo), a metà degli anni ’60 la Marini comincia a esibirsi da sola con un repertorio di lunghissime ballate di sua composizione di cui la prima e più famosa è “Vi parlo dell’America”, pamphlet musicale che attacca il sistema di vita degli Stati Uniti (dove la Marini ha vissuto per un paio d’anni a seguito dell’ex marito, fisico nucleare al Massachusetts Institute of Technology) e che ne esplicita le radicali prese di posizione politiche e ideologiche. Nel 1974 partecipa alla fondazione della Scuola Popolare d Testaccio a Roma e comincia a cimentarsi nella scrittura di musiche e testi dalla struttura più complessa e avanguardistica, opere, oratori, poemi sinfonici e composizioni per voci, cori, bande ed ensemble strumentali vari. Parallelamente fonda e dirige un Quartetto Vocale di sole voci femminili per cui compone una serie di “Cantate” esibendosi frequentemente in Italia e all’estero, dove (soprattutto in Francia, Svizzera e Germania) riscuote successo costante ed è riverita come una figura di culto. Intanto continua a insegnare etnomusicologia applicata al canto italiano di tradizionale orale presso la Scuola del Testaccio e poi anche all’Università di Paris Saint Denis, firma musiche per il cinema (Loy, Maselli, Pietrangeli, Giannikian), per il teatro (testi anche in greco antico) e spettacoli di danza contemporanea. Nel 2002 Francesco De Gregori la invita a partecipare a un album dedicato al recupero della canzone folk italiana, IL FISCHIO DEL VAPORE, che diventa un insperato successo commerciale e lancia anche una fortunata tournée. Il “principe” le produce anche i due dischi successivi, BUONGIORNO E BUONASERA (che la Marini porta in tour con un gruppo jazz, gli Animali Marini) e PASSIONI, un nuovo album con il quartetto vocale che porta lo stesso nome. Nel 2004 pubblica un libro musical-autobiografico per Rizzoli; lo stesso anno mette in musica “La ballata del carcere di Reading” di Oscar Wilde da cui ricava, due anni dopo, uno spettacolo teatrale con l’attore Umberto Orsini. Del 2005, invece, è “Le ceneri di Gramsci”, trasposizione per coro e voci soliste di un testo di Pasolini che va in scena a Parma per la regia di Giuseppe Bertolucci. L’anno seguente esce una ANTOLOGIA che ripercorre la sua produzione per i Dischi del Sole con l’aggiunta di tre pezzi inediti. (01 lug 2006)