
Quel che ho sempre apprezzato di Cesare Cremonini è la capacità di crescere, come artista e come persona, con la giusta lentezza. Il modo ragionato e consapevole con cui la sua produzione musicale ha seguito, o affiancato, il suo percorso umano, me lo ha fatto stimare e tenere in considerazione più della maggior parte dei musicisti dei quali ho avuto modo di seguire la carriera fin dagli inizi.
Non sono quindi sorpreso, ascoltando la canzone che anticipa il prossimo album “Possibili scenari” – che è trasmessa da oggi, venerdì 3 novembre, dalle radio, e s’intitola “Poetica” – di scoprire una ballad intensa, riflessiva, che sotto l’apparenza di una canzone d’amore nasconde invece una dichiarazione d’amore alla vita. Scelta impegnativa, perché a una certa età – Cesare ha compiuto i 37 anni – la vita ha già avuto modo più volte di prenderci a schiaffi, oltre che di regalarci dei bei momenti, e ci vuole una certa forza d’animo per ricordarsi che, come sussurra la voce di Cremonini nel finale del brano, comunque “life is beautiful”.
Ci vuole anche un bel coraggio, o un filo d’incoscienza, per scegliere come canzone apripista di un nuovo album un brano lento, e lungo quasi cinque minuti, considerando quale sia la (becera) attitudine contemporanea delle radio italiane. E ce ne vogliono, di coraggio e forse di incoscienza, anche per costruire una struttura musicale che si apre con pianoforte e archi, e che addirittura – contro ogni consuetudine dei tempi nostri – dopo due minuti mette lì un assolo di chitarra elettrica di 15 secondi con un sentore vagamente pinkfloydiano.
A me l’atmosfera e la costruzione del brano hanno ricordato certe cose di Paul McCartney, ma non vorrei esagerare con i riferimenti (per quanto il ripetuto finale corale riecheggi inevitabilmente “Hey Jude”). Ciò di cui sono certo è che questo Cesare Cremonini, quello di “Poetica” e presumo anche di “Possibili scenari”, è oggi un artista adulto e maturo, capace di parlare a un pubblico adulto e maturo.
(franco zanetti)