Il rock entra nei musei: ecco com'è la mostra sui Pink Floyd a Londra - VIDEO / FOTO

Il rock entra nei musei e lo fa avendone guadagnato il diritto con la sua storia e con i suoi protagonisti più rappresentativi. Il Victoria & Albert di Londra, il più grande museo di arte e design del mondo, ospita l'attesissima esposizione “The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains”, che celebra i cinquant'anni di storia di uno dei gruppi più importanti del panorama musicale internazionale. Non ci sono dubbi sul successo della mostra che aprirà ufficialmente al pubblico sabato 13 maggio; i biglietti per i primi giorni sono andati letteralmente a ruba e le richieste di prenotazioni arrivano da tutto il mondo. La speranza degli organizzatori è quella di poter superare i trecentomila visitatori dell'esibizione di David Bowie.
I Pink Floyd hanno collaborato attivamente a quello che risulta essere uno spettacolo audio visivo di tutto rispetto. Su tutti Nick Mason, il vero archivista della band, a stretto contatto già dalla fine dello scorso anno con i curatori dell'evento. Ad inaugurare ieri sera ufficialmente la mostra è stato proprio il batterista della band, al termine di una giornata che ha movimentato la tranquilla Cromwell Road; in mattinata i giornalisti di tutto il mondo hanno potuto visitare in anteprima l'esibizione, mentre alle 19 l'ingresso del museo si è trasformato in una vera e propria parata di stelle in stile hollywoodiano con un party privato organizzato dai Pink Floyd.
Tra una battuta e l'altra il buon Mason, che ha salutato i presenti nell'ingresso della V&A, ha trovato il coraggio di scherzare anche sull'assenza di quelli che erano i suoi colleghi più attesi, David Gilmour e Roger Waters, probabilmente ancora alle prese con le loro beghe interne e che agli occhi di molti non avrebbero dovuto mancare l'evento che celebra ufficialmente la loro storia. Quando Mason ha concluso i ringraziamenti ricordando i fan di tutto il mondo, indicandoli come quelli che sono stati i veri protagonisti del loro successo, un fremito d'orgoglio ha riempito la mia anima di 'fan infiltrato' al cospetto della band che mi accompagna da quarant'anni.

L'approccio visuale che ha caratterizzato la storia dei Pink Floyd e dei loro leggendari spettacoli è stato mantenuto anche in occasione di questa esibizione, soprattutto nella sezione centrale dove sono ospitati pupazzi gonfiabili e altri oggetti che hanno contraddistinto i loro spettacoli dagli anni Settanta in poi. Per offrire al meglio tutti questi 'tesori' del passato sono stati scomodati lo staff della Hipgnosis, i realizzatori di gran parte delle copertine dei loro dischi, Stufish, 'responsabili' degli spettacoli di The Wall tra il 1980 e il 1981 fino alla Sennheiser, che si è occupata del suono nelle sale del V&A.

Scommessa vinta dunque questa del museo londinese, che dimostra vitalità e coraggio nel differenziare l'offerta delle proprie proposte espositive, lo stesso coraggio che ha motivato l'apertura al rock di spazi appartenenti al patrimonio culturale italiano come l'anfiteatro di Pompei, che ha ospitato lo scorso anno due concerti di David Gilmour, attesi su dvd a fine anno. “The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains” diventerà una mostra itinerante e come confermato da Nick Mason toccherà anche l'Italia nei prossimi mesi.
(Nino Gatti)