
Il giorno dopo, Ivano Fossati ha incontrato la stampa questa mattina per presentare il nuovo album “Decadancing”, e ha spiegato l’annuncio a sorpresa del suo ritiro dalle scene, fatto ieri sera in TV da Fabio Fazio a “Quelli che il calcio”. L’album e il tour (che parte il 9 novembre con un’anteprima a Milano) saranno gli ultimi prima del ritiro dalle scene.
Il luogo scelto è il Teatro Studio del Piccolo di Milano: in una lunga chiacchierata con i giornalisti - inevitabilmente dominata dal tema del ritiro - Fossati ha spiegato ulteriormente la sua decisione. “Desidero che questa sia una decisione vera e netta”, spiega Fossati. “Mi aspetto che sia bello e che sia nuovo” ha detto di quello che lo aspetta. Nessun ripensamento, quindi, ma una decisione meditata a lungo. Ce la siamo fatta spiegare nella nostra videointervista, realizzata a margine della conferenza stampa.
Nell’ora e passa di chiacchierata, si è parlato anche del disco: più suonato, senza elettronica, dice Fossati ( potete leggere la nostra recensione qua - e trovate altri dettagli nella videointervista: mica si può solo parlare del ritiro...). Nella conferenza stampa si è parlato anche della trasformazione della musica (il gruppo preferito di Fossati attualmente sono i Kasabian), di come questo panorama ha influenzato la sua decisione. Non è colpa dei discografici spiega Fossati, che ieri - e anche oggi - aveva definito la sua decisione come un “distacco dal mestiere della discografia”. “Sono sempre stato fortunato, sia prima quando ero alla Sony/Columbia che ora che sono alla EMI. Ho lavorato con un grande discografico come Fabrizio Intra, che è stato come un fratello per me, ho avuto la possibilità di fare cose che ai tempi erano a portata di pochi, come andare a fare dischi in America. E da quando sono alla EMI ho lavorato con persone fantastiche, ricevendo una grande energia. Ho sempre venduto pochi dischi, e mi sono mantenuto anche facendo l’autore, ma sta tutto cambiando verso una musica 2.0, che però non c’è ancora. L’altra cosa che so è che tutti i concerti che faremo dovranno essere una festa”.
In contemporanea al disco, esce anche un libro, “Tutto questo futuro”, scritto con Renato Tortarolo: “Non è una autobiografia: si parla solo di musica”, precisa Fossati.