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Sanremo 2011: il testo di Roberto Vecchioni, il voto del linguista

Sanremo 2011: il testo di Roberto Vecchioni, il voto del linguista

Giuseppe Antonelli, docente di Linguistica italiana e autore del libro “Ma cosa vuoi che sia una canzone. Mezzo secolo di italiano cantato” (Il Mulino; qui la recensione di Rockol), dà i voti ai testi di tutte le canzoni del Festival di Sanremo 2011.

Roberto Vecchioni, “Chiamami ancora amore” (testo di Roberto Vecchioni)

L’attacco con “E” fa molto cantautore: da Battistimogol («E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante») a Francesco De Gregori («E qualcosa rimane fra le pagine chiare e le pagine scure»), fino a Franco Battiato («E i volontari laici / scendevano in pigiama per le scale»). Anche se ultimamente lo hanno usato anche gli Zero Assoluto («E come sempre / ritorni te»). Fa molto cantautore anche il “cantare per”: «per il poeta che non può cantare / per l’operaio che non ha più il suo lavoro / per chi a vent’anni se ne sta a morire». In mezzo a canzoni che non parlano di niente, colpisce l’idea che un testo possa ancora avere un messaggio, legato in questo caso alla difesa della cultura e del pensiero: «perché le idee sono come le stelle / che non le spengono i temporali». E che – vivaddio! – nelle canzoni si possa usare una lingua non troppo diversa da quella che si parla tutti i giorni. In cui appunto si usa gli per “a loro” («perché le idee sono farfalle che non puoi togliergli le ali») e si legano le frasi con un che tuttofare: «E per la barca che è volata in cielo / che i bimbi stavano ancora a giocare / che gli avrei regalato il mare intero»). Vecchioni, insomma, non si arrende e non si adegua: tu chiamalo ancora cantautore.

Voto: 7 e ½

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