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«UNA STORIA DA RACCONTARE - Nomadi» la recensione di Rockol

Nomadi - UNA STORIA DA RACCONTARE - la recensione

Recensione del 02 feb 1999

Warner Music Vision, durata 60’ circa

La recensione

Hanno scelto il Cohiba Club di Parma, i Nomadi, per girare le riprese di questo homevideo di presentazione del loro più recente album, intitolato per l’appunto "Una storia da raccontare". Gli scorsi 18 e 19 ottobre Beppe Carletti e compagni hanno registrato un paio di esibizioni che, riviste adesso su homevideo, rappresentano di sicuro una mossa azzeccata, visto che finiscono per offrire un ritratto in musica elegante e vivace della band, cosa rara per un documento televisivo. Merito anche della scaletta del loro più recente album, influenzata a ritmo di rock e blues dall’arrivo del nuovo bassista e cantante Massimo Vecchi, che sembra veramente aver portato nella band emiliana una ventata di nuovo entusiasmo. Vestiti di pelle e quasi rigorosamente in nero, i Nomadi di "Una storia da raccontare" sono una onesta rockband di casa nostra, con un suono decisamente roots e una manciata di ottime canzoni, come l’iniziale title-track, e poi ancora "Ti lascio una parola (goodbye)", "Il profumo del mare", "Le leggende di un popolo" e "Buonanotte ai sognatori". Da segnalare le dichiarazioni dei componenti del gruppo a spezzare la musica tra un brano e l’altro, le immagini dei Nativi Americani Lakota e di uno dei loro capi, Duane Hollow Horn Bear, nel brano "Le leggende di un popolo", arricchito dagli interventi vocali e percussivi dei Nativi, e infine le immagini quasi amatoriali ma molto suggestive montate a corredo del brano "Mediterraneo". La versione di "Ti lascio una parola (goodbye)", inoltre, è quella del videoclip omonimo. Sempre Nomadi, sempre bravi.


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