«PAROLE RUMORI E ANNI
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Fabrizio Moro»
la recensione di Rockol
Fabrizio Moro e tutta l'acqua che è passata
La vittoria tra a Sanremo, in coppia con Ermal Meta, è stata per Moro la chiusura del cerchio, una rivincita: ha dato un senso a un percorso cominciato proprio sul palco dell'Ariston undici anni fa, le cui tappe fondamentali Moro rivive ora in un best of.
"Di acqua ne è passata sotto a queste scarpe, fra le mani, davanti agli occhi e nello stomaco", canta Fabrizio Moro nel ritornello di "Acqua". È proprio così: da "Pensa", primo posto tra i "giovani" al Festival di Sanremo del 2007, di acqua ne è passata veramente parecchia sotto le scarpe di Fabrizio. I dischi, i figli, i concerti, le canzoni, i fan, la vita, quella che il cantautore romano ha sempre messo nelle sue canzoni.
La vittoria tra i "big" a Sanremo 2018, in coppia con Ermal Meta, è stata per Moro la chiusura del cerchio, una rivincita: ha dato un senso a un percorso cominciato proprio sul palco dell'Ariston undici anni fa, le cui tappe fondamentali Moro rivive ora in un "best of" intitolato - emblematicamente - "Parole rumori e anni".
Fabrizio Moro aveva più di trent'anni quando nel 2007 si presentò tra i "giovani" del Festival di Sanremo con una canzone destinata a lasciare il segno proprio come gli uomini di cui parlava. Aveva alle sue spalle già alcune esperienze discografiche e svariati anni di gavetta (e un'altra partecipazione al Festival, passata nell'indifferenza generale) e pensava che da quel momento in poi la sua carriera avrebbe cominciato a farsi finalmente in discesa. Invece, Moro ha dovuto continuare a combattere contro le porte sbattute in faccia e gli ostacoli che puntualmente gli sbarravano la strada: "Maledette le ambizioni, quando non si concretizzano", canta lui in "Parole rumori e giorni", il brano che apre questo "best of" (pescato dallo stesso album di "Pensa"). Non ha mai mollato e non ha mai abbassato la guardia: è rimasto sempre lì, denti stretti e tanta rabbia dentro, pronto a colpire duro con le sue rime e quelle canzoni che pian piano hanno cominciato a far radunare intorno al cantautore molti fan ("quelli dietro alle transenne", li ringrazia lui nel booklet della raccolta).
"Parole rumori e anni" è una sintesi di quelli che sono stati gli ultimi dieci anni della carriera - e della vita - di Fabrizio Moro.
È un racconto che non segue un ordine cronologico e che fa rivivere le tappe principali del percorso a ostacoli del cantautore, da "Pensa" a "Non mi avete fatto niente". C'è tutta l'acqua passata sotto alle scarpe di Fabrizio, "fra le mani, davanti agli occhi e nello stomaco": "Libero", "Eppure mi hai cambiato la vita" (terzo posto a Sanremo, tra i "big", nel 2008), "Domenica", "Sono come sono". C'è "Portami via", la canzone con cui lo scorso anno, esattamente dieci anni dopo "Pensa", Fabrizio Moro .ha tirato le somme della sua carriera e ha cominciato a guardare avanti, provando a chiudere dentro a un armadio i suoi demoni e i suoi fantasmi. Ci sono le sue versioni di "Sono solo parole" e "Un'altra vita", i due gioiellini che il cantautore ha ceduto rispettivamente a Noemi e a Elodie, e ci sono anche canzoni come "L'eternità" e "Alessandra sarà sempre più bella", che magari non sono diventate proprio delle hit ma che meritano di essere (ri)scoperte con attenzione.
Per Fabrizio Moro, questa raccolta è un modo per riprendere fiato, "spostare i ramoscelli dagli occhi", guardarsi alle spalle e ripensare con il sorriso a tutto quello che c'è stato in questi dieci anni, a tutta l'acqua che è passata passata sotto alle scarpe, "fra le mani, davanti agli occhi e nello stomaco". In attesa del concerto che il prossimo giugno lo vedrà esibirsi allo Stadio Olimpico di Roma, un sogno che Moro è finalmente riuscito a concretizzare. Che sia solamente uno dei capitoli più importanti di una bella storia.
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