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«FEED THE FIRE - Timothy B. Schmit» la recensione di Rockol
Timothy B. Schmit - FEED THE FIRE - la recensione
Recensione del 10 mag 2001
La recensione
Comincia con una dolce ballata, “Shadow”, il quarto album da solista di Timothy B. Schmit, voce degli Eagles di cui, com’era prevedibile, non ne tradisce lo stile seppur non riuscendo a eguagliarne il livello. Undici canzoni country rock (che in alcuni casi strizzano l’occhio al pop), che piovono via noiose senza raggiungere particolari picchi di interesse, se si esclude la suddetta “Shadow” che illude su un buon inizio e “Every song is you”. Il resto del disco lascia poi il posto a brani che sembrano selezionati tra i singoli non pubblicati (o non pubblicabili) degli Eagles.
Si ricorda un po’ ovunque “I can’t tell you why”, la hit che il gruppo portò al successo dopo l’entrata di Schmit al posto di Randy Maisner, ma forse qualcuno dovrebbe dirgli che i capolavori, in quanto tali, sono difficili da eguagliare.
Il disco nel complesso è completamente fuori tempo: sembra uscito dagli anni ’70 ma non ne trasmette la grinta e l’entusiasmo e tutto è già sentito. Peccato.
(Erika Ferrati)
Si ricorda un po’ ovunque “I can’t tell you why”, la hit che il gruppo portò al successo dopo l’entrata di Schmit al posto di Randy Maisner, ma forse qualcuno dovrebbe dirgli che i capolavori, in quanto tali, sono difficili da eguagliare.
Il disco nel complesso è completamente fuori tempo: sembra uscito dagli anni ’70 ma non ne trasmette la grinta e l’entusiasmo e tutto è già sentito. Peccato.
(Erika Ferrati)
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