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«CALMOCOBRA - Tananai» la recensione di Rockol

Tananai ha fatto il disco pop italiano dell'anno, forse

Scelte musicali spiazzanti, testi ricercati: nella corsa al ribasso c'è chi dice no. Per fortuna.

Recensione del 18 ott 2024 a cura di Mattia Marzi

Voto 8/10

La recensione

Se è la corsa al ribasso e all’immediatezza a garantire il risultato, per fortuna c’è ancora chi si tira fuori dai giochi. E il dato incoraggiante è che a farlo non è un classico del pop italiano, ma un protagonista della nuova scena abituato a macinare milioni di streams sulle piattaforme. Con “CalmoCobra” Tananai prenota un posto nella shortlist dei dischi migliori del pop tricolore di questa annata: “Rispetto alle sonorità e alle storie che vanno per la maggiore ora, quelle del rap, io ho altre ispirazioni. Ho cercato di scrivere grandi melodie. Le canzoni di questo disco hanno strutture armoniche non scontate”, ha detto lui, orgoglioso.

Che stesse provando ad alzare la sua asticella, del resto, lo si era intuito già ascoltando i primi singoli estratti dal disco. “Veleno”, ad esempio, una ballatona uscita fuori dalla programmazione di una radio italiana di metà Anni Duemila, con un giro di piano tra “Estate” dei Negramaro e “Somewhere only we know” dei Keane e un ritornello che arriva non dopo dieci secondi, ma dopo un minuto e due strofe. Démodé ha scelto di esserlo anche quando insieme ad Annalisa - unico duetto incluso nel disco - ha scelto di iscriversi alla gara dei tormentoni estivi con "Storie brevi": lo ha fatto non con una “Sesso e samba” qualunque, ma con un anti-tormentone con un attacco alla Baustelle (“Sembra l’agosto del ’96, questa mattina tutti sanno che love is in the air e tu sei un po’ finto borghese”) e un ritornello non ossessivo. Le altre canzoni del disco confermano le ambizioni del cantautore milanese, che oltre a firmare i testi dei brani ne ha anche curatoi la produzione con il contributo di Davide Simonetta, Michelangelo (il braccio destro di Blanco) e Okgiorgio (dietro le hit dei Pinguini Tattici Nucleari).

Non solo nelle scelte musicali. Da quanto non si sentiva in un testo pop italiano una parola come “pulviscolo”? Forse bisogna tornare al Tiziano Ferro degli anni d’oro, quello più ispirato, per ritrovare questo livello di ricerca. Tananai la usa in una delle canzoni più strazianti del disco, “Nessun confine”, una serenata hooligan, una storia ambientata in un pub inglese tra un ragazzo il cui unico linguaggio d’amore sono i cori da stadio e una ragazza che, purtroppo, lo lascerà troppo presto a causa di una malattia. “Io che son fumo salirò e nel pulviscolo ti raggiungo”, canta. Un dettaglio di poco conto? Forse. Sarà che ci siamo rassegnati alla mediocrità e alla banalità dei testi del pop italiano di questi anni. Ma com’è che si dice? Il diavolo sta nei dettagli.

A proposito di Tiziano Ferro: in “Punk love storia” Tananai riprende un pezzetto di “Non me lo so spiegare” (“Sì, lo ammetto, un po’ la penso ancora”). Suona come una sorta di dichiarazione di intenti. È in quel campionato che l’ex casinista che al suo primo Sanremo, nel 2022, si classificava all’ultimo posto con “Sesso occasionale” tra stonature e gaffe (salvo poi riprendersi una rivincita nelle classifiche reali), ambisce a giocare: quello dei grandi classici. Se continuerà sulla scia di questo “CalmoCobra”, la promozione non dovrebbe tardare troppo ad arrivare. Il motociclista in fiamme sulla copertina è lui: “La società ci vuole a tutti i costi numeri uno. Dobbiamo essere sempre i primi a tagliare il traguardo. È una corsa demenziale. Il successo è una gara a girare intorno a te stesso fino a quando qualcuno non decide di fermare la giostra”. Questo disco è la sua ribellione.

Tracklist

01. Fango
02. Booster
03. Ragni
04. Punk love storia
05. Androne
06. Vaniglia
07. Guarda cosa hai fatto
08. Veleno
09. Nessun confine
10. Storie brevi feat. Annalisa
11. Margherita
12. Radiohead
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