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«MULTITUDES - Feist» la recensione di Rockol

Feist, una voce che sgorga dall'anima

A sei anni di distanza da "Pleasure" la musicista canadese pubblica un nuovo album, "Multitudes"

Recensione del 19 apr 2023 a cura di Paolo Panzeri

Voto 7.5/10

La recensione

Ci ha messo sei anni Leslie Feist per regalare un successore al suo precedente album "Pleasure", nel frattempo la musicista canadese non si può certo dire che se ne è stata con le mani in mano, soprattutto non ha mancato di esibirsi dal vivo, per lo più in piccoli locali, per un pubblico magari numericamente ristretto, ma più vicino, più caloroso. La maggior parte dei brani di "Multitudes" hanno preso forma proprio durante questo tour, che la 47enne Feist ha descritto come un periodo di introspezione. Un periodo contrassegnato in profondità dalla pandemia che l'ha spinta a dichiarare: “È stato un periodo di confronto per me e, in un certo senso, per tutti. Ci si sentiva come se il nostro ecosistema relazionale fosse più limpido che mai e che tutto ciò che normalmente rimaneva nascosto, come il voler evitare i conflitti o il voler girare intorno a certi argomenti, fosse improvvisamente portato allo scoperto”. Oltre alle oggettive difficoltà e riflessioni provocate dal dover affrontare una anomala situazione come quella dovuta al virus e al post virus, questo disco è anche figlio del vissuto personale di Feist che è stato segnato dalla adozione di una figlia nata nel 2019 e dalla morte del padre.

Più di tutto, voce e chitarra

Come già in "Pleasure" Leslie ha definitivamente abbandonato la strada più leggera e pop che le diede discreta soddisfazione, è ciò venga detto con il massimo rispetto verso la spensieratezza e i ritornelli gioiosi. L'album viene aperto dal potere del fulmine e dell'energia evocato "In lightning", ma è finzione. "Multitudes" è un disco in cui Feist lascia ampio spazio alla sua splendida voce (spesso sovraincisa) e a canzoni che sono state scritte mettendo al centro la propria esperienza personale e per provare, nel cantarle, a vederci più chiaro nel suo animo che è parecchio sensibile. Una chitarra appena pizzicata brama risolvere lo sfuggente mistero dell'amore in "Love Who We Are Meant To" che fa il paio con "Hiding Out in the Open", come fosse un'unica suite. "The redwing", "I Took All of My Rings Off" e "Of womankind" nelle liriche chiamano in causa gli uccelli, l'immagine di estrema libertà e della leggerezza al quale ambisce la musicista canadese. L'atmosfera impalpabile e a tratti sognante viene improvvisamente interrotta dal singolo "Borrow trouble", il brano più rock dell'album, un canto che si fa, nel finale, urlo sguaiato per comunicare tutta l'empatia che Feist prova per i suoi simili. Empatia che non si dilegua nella conclusiva "Song for sad friends", una ballata notturna che chiede alle parole di farsi in là e lasciare spazio alla musica.

La moltitudine del genere umano

"Multitudes" è un album intimo e personale che però ha un disperato bisogno di schiudersi e rivolgersi all'esterno, di rivelare i suoi piccoli e grandi segreti a quanti più umani possibili. Forse Leslie Feist insegue una chimera e inseguendola forza un poco i confini portando la sua arte su un piano che richiede a chi ascolta un surplus di attenzione e, perchè no, di fatica. Anche, e soprattutto, emozionale. Queste dodici canzoni sono tessere di un puzzle che, una volta composto, è fonte di grande soddisfazione.

Tracklist

01. In Lightning (03:25)
02. Forever Before (05:17)
03. Love Who We Are Meant To (03:55)
04. Hiding Out In The Open (03:21)
05. The Redwing (03:18)
06. I Took All Of My Rings Off (03:56)
07. Of Womankind (03:52)
08. Become The Earth (04:17)
09. Borrow Trouble (04:05)
10. Martyr Moves (03:25)
11. Calling All The Gods (03:49)
12. Song For Sad Friends (03:49)
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