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«ALICE NON LO SA - Francesco De Gregori» la recensione di Rockol

Francesco De Gregori, un nuovo modo di scrivere canzoni

I 50 anni di "Alice non lo sa"

Recensione del 05 apr 2023 a cura di Enrico Deregibus

Voto 8/10

La recensione

Il destino una volta, nei primi mesi del 1973, è capitato a Roma.

Siamo nella sede della it, etichetta della galassia Rca, per la precisione nell’ufficio di Vincenzo Micocci, il boss supremo. Edoardo De Angelis, cantautore e factotum della piccola casa discografica, sta facendo sentire al gran capo il nuovo disco di Francesco De Gregori, che ha ventidue anni e un mazzo di canzoni strane.

La carriera del giovane cantautore naviga in cattive acque, anzi non naviga affatto. L’anno prima il suo esordio nel disco a metà con Antonello Venditti e prodotto da Lilli Greco, “Theorius Campus”, aveva lanciato il compagno d'avventura, il preferito di Greco, lasciando lui al palo. È lì era apparso De Angelis. I due senza dar nell'occhio e nell'orecchio erano sgattaiolati in studio e avevano arrangiato un po’ di nuove canzoni.

Ed ora è arrivato il momento di andare a sottoporle a Micocci. Rien ne va plus.

Scorrono i brani. In anticamera c'è un Signore della Canzone, Sergio Bardotti, autore, produttore, intellettuale, che li ascolta incuriosito. E quando arrivano i versi “Lilli Greco non capisce ma che Dio lo benedica / tra un bicchiere e una bistecca mi diverte” (da "Marianna al bivio") irrompe in ufficio esclamando “ma che Dio benedica lui! Ma chi è questo ragazzo?”. L'entusiasmo contagia anche Micocci, che però ha sempre sostenuto che a conquistarlo fosse stato soprattutto un altro pezzo: "Alice".

E in effetti questo è l'album di "Alice", un rompighiaccio che trasporta De Gregori nelle classifiche e in una prima notorietà, grazie anche alla partecipazione al “Disco per l'estate”, per quanto lì sia un cane in chiesa e arrivi gloriosamente ultimo. Ma il 45 giri passa in radio (sul retro, "I musicanti") e in generale la it lo sostiene con una buona promozione. Tanto che il ragazzo per un po' diventa pericolosamente “quello di 'Alice'”, con il disappunto del ragazzo stesso che ha, e sa di avere, altre canzoni di valore.

Ma al di là di questo c’è da dire che "Alice" è decisamente un oggetto volante non identificato per quei tempi (e probabilmente anche per questi). Ci sono dentro molte delle letture, degli ascolti, degli amori artistici del suo autore, filtrati da una germogliante personalità compositiva. Non c'è continuità logica nel testo, ci sono invece le libere associazioni della psicanalisi e personaggi simbolici e, non ultima, c'è quella grazia musicale che De Gregori si porterà spesso dietro. Con un rapporto nuovo fra testo e musica, una specie di ping pong in cui ognuno dei due acquista senso grazie all'altro. Una unione indissolubile che nasce - scherzo del destino - da una musica scritta prima del testo, procedimento piuttosto insolito per lui.

Chi più, chi meno, anche gli altri brani del disco hanno questa impronta. Molti bazzicano le vicende artistiche, esistenziali o sentimentali dell'autore, peraltro senza darlo molto a sentire. Ma ci si trova anche la prima apparizione nella sua discografia della storia con "1940" e della politica con "Saigon", oppure "La casa di Hilde", che è un episodio capitato a De Angelis da bambino, che De Gregori reinventa.

Ma in “Alice non lo sa” c'è soprattutto un nuovo modo di scrivere canzoni, inusitato in Italia, nella forma e nel contenuto. Rivoluzionario. E il fatto è che all'altro capo del filo si scopre che c'è un pubblico che la vuole, quella rivoluzione. E qui comincia il bello.

Tracklist

01. Alice (03:43)
02. 1940 (04:16)
03. Le strade di lei (04:14)
04. Suonatori di flauto (02:08)
05. Buonanotte Fratello (03:53)
06. Sono tuo (02:39)
07. I musicanti (02:07)
08. La casa di Hilde (04:40)
09. Il ragazzo (04:24)
10. Irene (02:11)
11. Marianna al bivio (03:00)
12. Saigon (03:22)

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