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«SPECIAL - Lizzo» la recensione di Rockol

Lizzo: oltre il curvy power c'è di più

Il suo nuovo album, "Special", con lo zampino di Mark Ronson e Max Martin, è una rivelazione.

Recensione del 16 lug 2022 a cura di Mattia Marzi

Voto 8/10

La recensione

Sedetevi comodi, schiacciate play e tenetevi pronti alle sorprese, tra guizzi geniali, citazioni d’autore, performance vocali da brividi. E se il disco del 2022 fosse “Special” di Lizzo? A tre anni dal travolgente successo di “Cuz I love you” e del singolo “Juice”, che fecero di Melissa Jefferson una stella dell’r&b contemporaneo in salsa hip hop, nonché un’icona del curvy power, la cantante cerca la consacrazione con un album che mette insieme le più grandi menti del pop contemporaneo. Come in un all-star team. Da Mark Ronson (si sente il suo tocco negli echi Motown di “Break up twice”) a Kid Harpoon, passando per Ricky Reed, Max Martin, Benjamin Levin, Adam Horovitz, Benny Blanco, Savan Kotecha, Peter Svensson, Ian Kirkpatrick: non capita tutti i giorni di vedere riuniti in un unico disco gli hitmaker di maggiore successo di questi anni, ricoperti da Grammy, Dischi di platino e soldi.

Non c’è niente fuori posto in questo “Special”, costruito sapientemente dal primo all’ultimo pezzo, mischiando r&b, soul, funk, momenti più esplosivi e altri più intimisti in cui Lizzo si mette a nudo – “Naked” è il titolo, forse fin troppo prevedibile, del brano più personale, un inno alla self-confidence – invitando a riconoscere il valore e la forza in sé stessi. “Hi motherfucker, did you mess me?”, dice Lizzo nei primissimi versi di “The signt”, che aprono l’album. La prima mina è “About damn time”, ma non è una sorpresa: è il singolo che ha anticipato il disco, arrivato a 250 milioni di ascolti su Spotify. Suona come un pezzo dei Daft Punk di “Random access memories”: tastieroni, bassi dannatamente funky, sintetizzatori. Contiene un sample di “Hey DJ” di The World’s Famous Supreme Team, pezzo hip hop dell’’84.

È solo il primo di una lunga serie di omaggi: in “Grrrls” c’è un campionamento di “Girls” dei Beastie Boys e Rick Rubin, in “Break up twice” ce n’è uno di “Doo wop (That thing)” di Lauryn Hill, in “Birthday girl” c’è una citazione di “Summer madness” dei Kool & The Gang. L’altra mina, dopo “About damn time”, è “Everybody’s gay”: stavolta la reference non sono gli Anni ‘70 degli Chic, ma gli ‘80 di Moroder, con quei synth acidi e quel ritornello da pura disco music.

Oltre il curvy power c’è di più e Lizzo lo dimostra con il suo talento, che va ben oltre l’immagine (stavolta, a differenza di “Cuz I love you”, sulla copertina non ha scelto uno scatto in cui, senza veli, mostra le sue rotondità, ma un primo piano).

Tracklist

01. The Sign (02:45)
02. About Damn Time (03:11)
03. Grrrls (02:00)
04. 2 Be Loved (Am I Ready) (03:07)
05. I Love You Bitch (02:28)
06. Special (02:54)
07. Break Up Twice (02:56)
08. Everybody’s Gay (03:35)
09. Naked (03:00)
10. Birthday Girl (03:07)
11. If You Love Me (03:11)
12. Coldplay (02:55)
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