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Miguel Bosé, 'milanese a metà': 'Pronto a ricominciare da capo'

Miguel Bosé, 'milanese a metà': 'Pronto a ricominciare da capo'
Italiano o spagnolo? Miguel Bosé, premiato ai Wind Music Awards come interprete del disco internazionale più venduto in Italia nel corso dell’ultimo anno (oltre 200 mila copie, su un totale di 2 milioni nel mondo), rivendica la sua italianità. Anzi, la sua milanesità: “Il sangue non mente, sono milanese a metà: anche nel carattere, nella disciplina, nella dedizione al lavoro. Nell’accento, persino”. E pure Bimba, la nipote che a Roma lo ha accompagnato sul palco nel duetto di “Como un lobo”, replica di una performance resa ai Latin Music Awards di Miami, ha le sue belle credenziali nostrane: nata a Roma, pure lei parla bene la lingua di Dante.

I due Bosé sono nella capitale per celebrare l’exploit di “Papito”: “Se mi aspettavo un successo di queste proporzioni? Certo che no, anche se sapevamo di aver fatto un disco che avrebbe incontrato il gradimento del pubblico. Sul perché la risposta sia stata così positiva si possono fare solo delle ipotesi: credo che un motivo risieda nel fatto che la mia musica, in trent’anni di carriera, ha fatto da colonna sonora a quattro generazioni diverse. Chi, in Italia, mi ha conosciuto con ‘Sotto il segno di Caino’ non sapeva nulla del Bosé di ‘Bandido’, come se la memoria collettiva si fosse improvvisamente cancellata. In America latina è diverso, sono sempre stato sulla cresta dell’onda. Il pubblico forse è meno conservatore, più disposto a premiare il coraggio e la novità. L’Italia è un paese fantastico, ma la mia impressione è che viva voltando un po’ le spalle alle sue straordinarie ricchezze. E alla sua storia, che è molto più antica di quella della Spagna”.
“Papito” è, per Bosé, anche il disco dei bilanci: “A inizio carriera non avevo nessun progetto, mi buttavo nel vuoto con quella presunzione di immortalità tipica degli adolescenti. Cinema, teatro, musica…Quando ho avuto successo con ‘Linda’, la canzone dei Pooh, la prima cosa che ho pensato fu che con i soldi guadagnati potevo finalmente andarmene di casa e conquistare l’indipendenza. Neanche un anno dopo ho scoperto la vocazione, con ‘Bandido’ è iniziato il percorso che continua ancora oggi. Con il cinema non mi succede: mi annoio, non ho la pazienza di aspettare. A me piace la vita frenetica dell’artista, sempre in viaggio, sempre alla scoperta di emozioni diverse, senza perdere mai un secondo. Con ‘Papito’ sono nel mezzo del secondo anno di tournée: a Madrid, il 12 giugno, saranno con me Laura Pausini, Noa e Bimba, a Siviglia avrò come ospite Juanes. A dicembre chiuderò in Messico, poi mi prenderò un mese di vacanza per dedicarmi alla mia seconda passione: le immersioni subacquee. Cosa farò dopo? Non lo so ancora, ho 52 anni e voglio anche vivere: se non lo faccio ora, quando? Sicuramente, con ‘Papito’ ho chiuso un ciclo: dopo non canterò più il mio vecchio repertorio, ripartirò da capo un’altra volta”.
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