Per il presidente della FIMI, la maggiore associazione nazionale dei discografici, il Festival di Sanremo dovrebbe diventare un concorso per sole voci nuove abolendo una volta per tutte la gara tra i “big”. Dopo le recenti polemiche con Pippo Baudo (vedi News) , in un’intervista concessa oggi, martedì 26 febbraio, all’Adn Kronos Enzo Mazza è tornato all’attacco lanciando una proposta destinata a fare discutere: rivoluzionare cioè la formula tradizionale del festival che resiste da cinquantotto edizioni, limitando la gara ai soli giovani (portati gradualmente all’attenzione del pubblico attraverso programmi televisivi “propedeutici” e iniziative su Internet destinate ad attirare il pubblico giovane) e utilizzando i grossi nomi nazionali e internazionali come vetrina e polo d’attrazione della platea televisiva. “Il Festival di Sanremo”, ha dichiarato Mazza all’agenzia di stampa, “dovrebbe tornare ad essere una vera fucina di giovani talenti, una missione alla quale l'evento ha da tempo abdicato inseguendo solo logiche di ascolto televisivo e sacrificando i giovani artisti ad orari impossibili o eliminandoli al primo passaggio”.
Mazza sottolinea la necessità di catturare il pubblico giovane (“Oggi lo spettatore medio del festival supera abbondantemente i 50 anni… mentre i giovani si muovono verso i nuovi media che attraggono anche sempre maggiore pubblicità”), replicando così a chi giudica la sua proposta controproducente per gli ascolti: “Gli ascoltatori fuggono dalla tv generalista comunque e al ritmo di 7 punti di share tra il 2000 e il 2007. E la Rai è in grave ritardo sulle nuove piattaforme. Sul Festival è urgente fare una riflessione tutti insieme e non tirare a campare sperando che una formula trita sopravviva a se stessa”.
Mazza sottolinea la necessità di catturare il pubblico giovane (“Oggi lo spettatore medio del festival supera abbondantemente i 50 anni… mentre i giovani si muovono verso i nuovi media che attraggono anche sempre maggiore pubblicità”), replicando così a chi giudica la sua proposta controproducente per gli ascolti: “Gli ascoltatori fuggono dalla tv generalista comunque e al ritmo di 7 punti di share tra il 2000 e il 2007. E la Rai è in grave ritardo sulle nuove piattaforme. Sul Festival è urgente fare una riflessione tutti insieme e non tirare a campare sperando che una formula trita sopravviva a se stessa”.
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