Forse è meglio non buttare via quella vecchia maglietta comprata ad un concerto, tanti anni fa. Forse è meglio non consegnare a vostra madre quella t-shirt puzzolente e piena di buchi; se vuole dare una botta al pavimento, che si compri uno straccio. Già, perché le cose stanno cambiando: se Christie’s, probabilmente la migliore casa d’aste del mondo, si mette a vendere le vecchie magliette rock, significa che sta sorgendo un nuovo mercato. Magliette che, a differenza delle monete che devono essere fior di conio per avere un buon valore, vanno benissimo anche se le tarme vi hanno svernato dentro o se si ritrovano un buco da sigaretta sul petto. Ovvia conditio sine qua non: devono essere originali, non delle repliche che oggigiorno si possono ordinare su tanti siti. Il prossimo 30 novembre, al Rockefeller Center di New York, Christie’s metterà in vendita trenta t-shirt relative a concerti del passato. I prezzi sono da paura. Se una “tee” dei Led Zeppelin del 1973 può rivelarsi abbastanza abbordabile per il collezionista compulsivo, con un cartellino sui 1500 dollari, altre hanno cifre da attacco cardiaco. E’ il caso, ad esempio, di una maglietta gialla degli Yardbirds che il giornalista rock Greg Shaw indossò al festival di Monterey del 1967: 4000 dollari. In cima c’è la t-shirt che i Rolling Stones produssero per pubblicizzare il loro album “Goat’s head soup” del 1973: fanno 4500 dollari, circa 3060 euro.
La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale