“Il mutevole abitante del mio solito involucro” è il titolo del nuovo album di Silvia Salemi, che segna il ritorno sulla scena musicale dell’artista dopo quattro anni. “Sono cambiate molte cose in questi ultimi tempi”, spiega la Salemi a Rockol, “E’ nata mia figlia, e un bambino diventa l’elemento principale della vita di una donna, soprattutto per un’aggressiva pentita come me. In questi quattro anni mi sono concentrata molto anche sul nuovo disco. Il lavoro dell’artista è un lavoro a tempo pieno, si può essere più o meno ispirati ma si scrive sempre e comunque. Il risultato è un disco eterogeneo, non studiato, dove i brani non sono sistemati per ordine e significato. La sua caratterista”, aggiunte l’artista, “è l’essere libero da tutte le logiche di mercato, perché penso che siano deleterie per l’ispirazione di un artista. Se bisogna seguire dei tempi e delle regole si rischia di dare alle stampe un album poco personale, più omologato”.
“Alcuni brani”, precisa Silvia, “sono stati scritti interamente da me, mentre altri li ha realizzati Giampiero Artegiani. Nei brani scritti da Giampiero sono una cantante perfetta, che sente quello che canta. Nelle canzoni che ho scritto io, invece, ritorna il senso di libertà sia dal lato interpretativo sia dal lato compositivo. ‘Il mutevole abitante del mio solito involucro’ per esempio è stata la prima canzone che ho scritto per questo disco. Ho scelto questo titolo”, continua la Salemi, “perché era un titolo che si faceva scegliere. Mi dicevano che nessuno se lo sarebbe ricordato, che sarebbe stato difficile da leggere, scrivere, e capire.. Ma non ho dato retta a nessuno, perché era l’unico titolo che poteva avere questo album”. Del brano che dà il nome al disco, è stato girato anche un videoclip: “Il regista è Beppe Fiorello. Gli ho fatto sentire il singolo quando ci conoscevamo appena e gli è piaciuto subito. Da lì è nata la stima professionale e umana. Beppe”, prosegue Silvia, “è uno che fa da sempre l’attore e in tre minuti è riuscito a passare dall’altra parte, a fare il regista, ed è riuscito a rendere a pieno il significato della canzone basandosi sul concetto del bene e del male, di due persone e due caratteri diversi che vivono in uno stesso involucro”.
“Mi piacerebbe collaborare anche con altri artisti in futuro, magari con dei musicisti. Trovo che la collaborazione sia come un dono, sia per chi la chiede, sia per chi la riceve. Per il momento ho un po’ di idee che non riesco ancora a trasformare in nomi. Mi piace molto Federico Zampaglione, trovo sia magico e che abbia una voce unica e non studiata, libera e non legata alle logiche del bel canto. Mi piace molto anche Davide Tarantino, un nuovo cantautore pugliese che io definisco il nuovo Domenico Modugno. Nel disco abbiamo lavorato insieme per il brano ‘Signora della notte’. Adesso”, conclude la cantante, “voglio concentrarmi sui concerti, sono quattro anni che non salgo su un palco con canzoni nuove. Inizieremo la tournée a fine maggio e la concluderemo ad ottobre. Non vedo l’ora”.
“Alcuni brani”, precisa Silvia, “sono stati scritti interamente da me, mentre altri li ha realizzati Giampiero Artegiani. Nei brani scritti da Giampiero sono una cantante perfetta, che sente quello che canta. Nelle canzoni che ho scritto io, invece, ritorna il senso di libertà sia dal lato interpretativo sia dal lato compositivo. ‘Il mutevole abitante del mio solito involucro’ per esempio è stata la prima canzone che ho scritto per questo disco. Ho scelto questo titolo”, continua la Salemi, “perché era un titolo che si faceva scegliere. Mi dicevano che nessuno se lo sarebbe ricordato, che sarebbe stato difficile da leggere, scrivere, e capire.. Ma non ho dato retta a nessuno, perché era l’unico titolo che poteva avere questo album”. Del brano che dà il nome al disco, è stato girato anche un videoclip: “Il regista è Beppe Fiorello. Gli ho fatto sentire il singolo quando ci conoscevamo appena e gli è piaciuto subito. Da lì è nata la stima professionale e umana. Beppe”, prosegue Silvia, “è uno che fa da sempre l’attore e in tre minuti è riuscito a passare dall’altra parte, a fare il regista, ed è riuscito a rendere a pieno il significato della canzone basandosi sul concetto del bene e del male, di due persone e due caratteri diversi che vivono in uno stesso involucro”.
“Mi piacerebbe collaborare anche con altri artisti in futuro, magari con dei musicisti. Trovo che la collaborazione sia come un dono, sia per chi la chiede, sia per chi la riceve. Per il momento ho un po’ di idee che non riesco ancora a trasformare in nomi. Mi piace molto Federico Zampaglione, trovo sia magico e che abbia una voce unica e non studiata, libera e non legata alle logiche del bel canto. Mi piace molto anche Davide Tarantino, un nuovo cantautore pugliese che io definisco il nuovo Domenico Modugno. Nel disco abbiamo lavorato insieme per il brano ‘Signora della notte’. Adesso”, conclude la cantante, “voglio concentrarmi sui concerti, sono quattro anni che non salgo su un palco con canzoni nuove. Inizieremo la tournée a fine maggio e la concluderemo ad ottobre. Non vedo l’ora”.
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