Addio alle sorelle Kessler: le canzoni più famose in Italia
La notizia della morte di Alice ed Ellen Kessler, a 89 anni, a Grünwald, arriva come un’eco lontana che riporta subito alla memoria non solo la loro immagine impeccabile di ballerine, ma anche le canzoni che hanno segnato la loro carriera. Perché il mito delle gemelle Kessler, al di là di piume, paillettes e coreografie millimetriche, vive soprattutto nella loro musica: un repertorio che ha attraversato varietà televisivi, palcoscenici internazionali e la memoria popolare italiana.
Formatesi alla Scuola di danza dell’Opera di Lipsia, debuttano come ballerine professioniste nel primo dopoguerra. Nel 1953, con la famiglia, lasciano la Germania Est e si stabiliscono nella Germania Ovest. In pochi anni ottengono visibilità come prime ballerine al Palladium di Düsseldorf.
Notate da produttori televisivi italiani, approdano in Italia nella seconda metà degli anni Cinquanta e diventano figure centrali del varietà RAI. La loro popolarità aumenta con la partecipazione a programmi come Studio Uno (1961, 1966), Canzonissima e Senza Rete, nei quali si distinguono per precisione coreografica, presenza scenica e immagine elegante e moderna.
La loro identità artistica nasce e si consolida proprio attraverso quei brani che riuscivano a intrecciare ironia, eleganza e un pizzico di audacia. È impossibile non pensare a “Pollo e champagne”, uno dei pezzi più iconici del loro periodo italiano, un vero e proprio manifesto del glamour leggero e scintillante che le due sorelle portavano in scena. Un brano che, riascoltato oggi, conserva quella brillantezza giocosa tipica della TV anni Sessanta. Accanto ai successi più noti ci sono poi le loro interpretazioni in lingua tedesca, come “Puppenhochzeit” o “Dreh dich nicht um nach fremden Schatten”, piccoli gioielli del pop mitteleuropeo dell’epoca, costruiti su arrangiamenti orchestrali morbidi e melodie immediate. Canzoni che raccontavano un’Europa diversa, più ingenua forse, ma incredibilmente desiderosa di spettacolo.
E poi c’è il loro modo di cantare: pulito, sincronizzato, senza mai l’ombra di una sbavatura. Non erano vocalist “potenti” nel senso moderno del termine, ma sapevano trasformare ogni canzone in un piccolo numero di precisione, dove la voce era parte della coreografia tanto quanto i passi e i gesti. In Italia, la loro presenza musicale è stata fondamentale: hanno portato un’idea di intrattenimento internazionale, dove la canzone non era mai un elemento isolato ma una parte di un numero completo. Brani come “La notte è piccola” o “Da-da-un-pa” (reso famoso dalla loro esecuzione) sono ancora oggi citati come esempi di quella perfetta combinazione tra leggerezza e spettacolo che le rese uniche. Con la loro scomparsa, ciò che rimane davvero sono proprio le canzoni: piccoli tasselli di un’epoca d’oro, capaci di raccontare un mondo in cui la musica da varietà era costruita con cura artigianale e interpretata con professionalità. Le Kessler se ne vanno insieme, come hanno sempre vissuto.
Guardavo proprio pochi giorni fa su RaiPlay un documentario su Antonello Falqui, il più importante regista televisivo italiano degli anni Sessanta e Settanta, l’inventore di una formula elegante e raffinata di varietà televisivo. E naturalmente nel documentario erano presenti anche le gemelle Kessler, Alice e Ellen, che con le loro partecipazioni ai varietà di Falqui erano diventate molto famose e ammirate anche in Italia. La notizia della loro morte contemporanea è di quelle che rattristano e fanno sentire (ancora) più vecchi. Noi ragazzi del secolo scorso le ricorderemo così, con le loro canzoni e i loro balletti. (fz)
“Da-da-un-pa”,
“La notte è piccola”
“Lasciati baciare col letkiss”
“Pollo e champagne”