Mike Joyce: "Definire Morrissey 'complesso' è un eufemismo"
Il 62enne batterista Mike Joyce parlando con il quotidiano britannico The Times ha ricordato il tempo degli esordi con gli Smiths, definendo il frontman del gruppo Morrissey come 'strano' e 'complesso'.
Joyce formò gli Smiths nel 1982 insieme al cantante Morrissey, al chitarrista Johnny Marr e al bassista Andy Rourke. La band ebbe un grande successo ma si sciolse, dopo avere pubblicato quattro album in studio, solo cinque anni più tardi, nel 1987.
Il musicista di Manchester ricorda che Johnny Marr era un chitarrista nato, mentre Morrissey aveva un'energia 'strana', nonostante fosse un cantante e un autore di grande talento. "Johnny aveva un aspetto fantastico. Davvero disarmante. Johnny sembrava un chitarrista nato. Non credo di aver mai incontrato nessuno che portasse la chitarra a tracolla come faceva quel ragazzo nel 1982. Steven (Steven Patrick Morrissey, ndr) si accorse a malapena della mia presenza. Camminava avanti e indietro, ai bordi della stanza, come un animale in gabbia pallido e magro con un lungo trench, senza dire una parola. Ogni tanto alzava lo sguardo, ma appena cercavo di incrociare il suo sguardo o di lanciargli un'occhiata, abbassava gli occhi. Sì, era strano."
Joyce ha raccontato che all'inizio c'era poca sintonia tra i due, e che il legame si sarebbe approfondito solo dopo il successo della band. "Semplicemente non avevamo quel genere di sintonia. Io ero il batterista; lui il cantante. Tutto qui. Forse Morrissey si sentiva più a suo agio in mia presenza, forse era un po' più tollerante verso le nostre differenze."
Il batterista ha anche ricordato il momento in cui Morrissey si è reinventato l'identità, abbandonando il suo nome di battesimo. "Durante una pausa in una conversazione, Steve ci disse: 'Non voglio più che nessuno di voi mi chiami Steven'. Si fermò, ci guardò uno per uno, poi continuò: 'D'ora in poi voglio essere chiamato solo Morrissey'".
Mike Joyce si è trovato coinvolto in una battaglia legale con Morrissey e Marr per i diritti d'autore, una causa che alla fine ha vinto. Nonostante anni di silenzio tra loro, comunque parla di Morrissey con empatia e comprensione. "Quando Morrissey non riusciva a dare a qualcuno una brutta notizia, non era per pigrizia o arroganza. Penso che davvero non ci riuscisse. Definire Morrissey una persona complessa è un eufemismo. Rimane comunque uno dei nostri veri grandi cantanti. C'è una purezza nella sua visione creativa che non ha eguali".