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Paul Kalkbrenner e il suo tributo ai Depeche Mode

Il dj e produttore ha pubblicato un nuovo album dopo sette anni.
Paul Kalkbrenner e il suo tributo ai Depeche Mode
Credits: Svenja Ava

È uscito “The Essence”, il nuovo album di Paul Kalkbrenner, pubblicato a sette anni di distanza dall’ultimo progetto discografico, “Parts of Life” del 2018. Un ritorno all’idea di musica come lavoro corale con omaggi anche a band che lo hanno formato sin dalle origini come i Depeche Mode. Kalkbrenner, diventato famoso con l’uscita del film “Berlin Calling” e del singolo culto “Sky & Sand” nel 2008, ha dichiarato: “Molte delle canzoni sono state scritte in un momento in cui non avevo in programma la pubblicazione di un album. In realtà avevo smesso di produrne, ma poi ho capito quanto fosse bello creare qualcosa capace di dare un senso di unità”. Tra le canzoni del dj e produttore, icona dell’elettronica tedesca e mondiale, c’è un legame che non si basa su un concetto, ma piuttosto su un atteggiamento. Perché “The Essence” è pieno di precisione musicale, suoni patinati e melodie tratte da vecchie bozze mai pubblicate prima. “Alcune delle cose qui presenti, oggi non riuscirei a ricrearle perché sono totalmente prive di filtri. Ma è proprio questo che le rende forti”, prosegue Kalkbrenner.

“The Essence” è un album che custodisce stati d’animo come fosse un archivio, messo in ordine nel corso di diversi anni, alternando momenti in studio ad altri in un appartamento di Berlino, con un design che mischiava lo stile modernista di metà secolo e il lusso degli anni ‘70, con lampadine al tungsteno, televisori vintage, piante tropicali e un insieme di pietra, legno e pelliccia. “Gran parte del disco è stato creato nell'appartamento, che potrebbe quasi essere definito un coautore dell’intero progetto”. Un luogo che sembra più un laboratorio audio analogico che un moderno studio di produzione. "Non volevo luci al neon, schermi, o un sovraccarico tecnologico", commenta Kalkbrenner. Piuttosto: luci soffuse, mobili vintage e tonnellate di storia della musica sotto forma di strumenti, oggetti da collezione e fonti sonore. “Sono rimasto seduto lì per ore, armeggiando, senza un piano preciso ma con un'emozione”. L'atmosfera dell'appartamento è intrecciata in modo udibile nei brani.

Il singolo "Ninety - Two", uscito a luglio, è un pezzo che sembra un ricordo. "Que Ce Soit Clair", una collaborazione con Stromae, affonda le radici in tempi lontani. Nel 2009, infatti, Kalkbrenner aveva creato un remix per il singolo di Stromae "Te Quiero". Adesso si sono invece riuniti come pari, vecchi amici che non hanno mai perso i contatti. "Que Ce Soit Clair" è uno degli episodi più diretti dell’album, la traduzione è “Facciamo che sia chiaro”, ed è esattamente di questo che parla: di un amore che non conosce confini. Nessuna nazione, nessuna origine, nessuna categoria, perché ciò che conta è la connessione tra due persone. Musicalmente, “The Essence” è tanto vario quanto coeso dal punto di vista delle atmosfere create. "Dreaming On", brano che omaggia i Depeche Mode, ha un sound anni '80, guidato da una linea di basso e da un loop che invita a continuare a sognare, qualunque cosa accada. Rappresenta una sorta di ponte tra passato e presente: un tributo esplicito ma personale, in cui Kalkbrenner rielabora l’eredità della band. Il pezzo riprende alcune delle atmosfere tipiche della formazione inglese: il gusto per i suoni sintetici anni ’80, la malinconia elettronica e quella tensione tra introspezione e ritmo che ha reso i Depeche Mode un riferimento fondamentale per molte generazioni di produttori.

"Der Schlörheinz", invece, irrompe dagli altoparlanti con un'energia cruda, diretta, quasi provocatoria. "Cronitis Boy" è vibrante, grazie ai suoi ritmi caldi e ai sottili suoni degli archi. Ogni canzone di “The Essence” rivela una sfaccettatura diversa senza però perdere un filo conduttore comune: la ricerca di chiarezza, profondità e un sound che risulti completo anche da solo. Il titolo “The Essence” (“L’essenza”) potrebbe suggerire l’idea di una sottrazione, ma significa qualcosa di diverso. "Parla di ciò che è essenziale", dice Kalkbrenner. "Questo è un album che sostengo pienamente, lo considero il mio migliore. Ci saranno forse successi più noti negli altri dischi, ma ci sono sempre anche due o tre tracce di riempimento. Questo non ha riempitivi. Nemmeno uno”.

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