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Come tutto ebbe inizio: Ozzy Osbourne e l’amore per i Beatles

Addio al frontman dei Black Sabbath: come i Fab Four lo ispirarono a diventare un musicista
Come tutto ebbe inizio: Ozzy Osbourne e l’amore per i Beatles

È indubbia l’importanza che Ozzy Osbourne ha avuto nella storia del rock, grazie ai suoi lavori, sia solisti che con i Black Sabbath. Nel corso della sua esistenza Ozzy Osbourne, scomparso oggi - 22 luglio - all'età di 76 anni, ha anche incarnato così bene e in modo così plateale la sregolatezza della vita da rockstar che la sua immagine non ha mai smesso di attirare attenzione, curiosità e affetto.

Forse Ozzy, combattente coraggioso contro il Parkinson e vecchie ferite fino all'ultimo, come ha dimostrato al concerto finale dello scorso 5 luglio, sarebbe finito a lavorare in fabbrica come i suoi genitori o - considerati alcuni suoi aneddoti di gioventù - avrebbe continuato a dilettarsi nel crimine, se all’età di quattordici anni non fosse stato folgorato da una canzone dei Beatles. Fu infatti l’ascolto del singolo pubblicato nell’estate del 1963 dal quartetto di Liverpool, “She loves you”, a ispirare un giovane Ozzy sulla strada da intraprendere e sui sogni da perseguire.

Ho sempre saputo che sarei stato una rock star per il resto della mia vita grazie a quel brano”, dichiarò l’ex Black Sabbath una volta, come testimoniato nel documentario “God bless Ozzy Osbourne” del 2011. Tale determinazione, ha poi spiegato l’artista britannico in un’intervista rilasciata a "Blabbermouth" nel 2019, nacque in Osbourne grazie all’effetto profondo che ebbe su di lui la canzone dei Beatles. In quell'intervista, a distanza di anni e anni dalla prima volta che ha ascoltato quel pezzo, il musicista ha anche ricordato di aver rievocato la sensazione provata da adolescente per spiegare al figlio, a modo suo, la magia di John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr.

In una serie di domande e risposte per il magazine specializzato in musica metal e hard rock, Ozzy Osbourne aveva raccontato di non ricordare con esattezza il primo vinile acquistato nella sua vita, sottolineando “probabilmente uno dei Beatles o dei Rolling Stones”, e alla domanda se all’inizio della sua carriera immaginava di raggiungere i traguardi poi effettivamente conquistati aveva risposto: “Assolutamente sì! Lo sapevo eccome: ‘Andrà alla grande’, pensai quando il primo album dei Black Sabbath entrò in classifica e per la prima volta ebbì successo”. E ancora: “Senza ombra di dubbio, però, so che se non fosse stato per mia moglie Sharon, non sarei qui adesso. Non sarei vivo. Mi ha spronato o urlato contro quando ne avevo bisogno”. L’artista aveva poi narrato:

“Voglio dire, sapevo di non essere nato per svolgere un lavoro dalle 9 alle 17. Avrei iniziato una nuova occupazione, mi avrebbero detto cosa fare e dopo tre giorni mi sarei convinto di impazzire prima o poi. Non sarei mai durato. E poi, sono entrato nella band con Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward. Sia da squattrinati che con i soldi, io e i ragazzi abbiamo viaggiato, abbiamo visto l'Europa e ci siamo fatti un sacco di risate. Potevo fare qualcosa di diverso? No. È semplicemente selvaggio! Lo adoro. Quando ho sentito i Beatles, ho realizzato cosa volessi fare”.

Ricordando quindi la prima volta che ha ascoltato “She loves you” dei Beatles, Ozzy Osbourne ha riportato una conversazione avuta con suo figlio Jack e ha narrato:

“Una volta mio figlio mi disse: ‘Papà a me piacciono i Beatles, ma perché impazzisci tanto per loro?'. L'unico modo in cui posso descriverlo è così, gli dissi: ‘Immagina di addormentarti un giorno con il mondo in bianco e nero, e di svegliarti la mattina dopo e tutto è a colori. Ecco, questo è l’effetto profondo che ha avuto su di me la loro musica. Lo ricordo come se fosse ieri: camminavo con una radio a transistor sulla spalla. E ho sentito 'She loves you'. E, non lo so, è stata semplicemente una bella botta, tipo: ‘Bang!’, e ho realizzato: ‘È questo quello che voglio fare!’ Non è fantastico?".

Nel corso della sua carriera, Osbourne ha reso omaggio alla formazione di Liverpool con - tra le altre cose - una sua personale versione di "In my life", confluita poi nel suo disco di cover del 2005, "Under cover". L'album includeva anche una rivisitazione di "Working class hero" e "Woman" di John Lennon, oltre a brani di artisti come - per esempio - Rolling Stones, Mountain e King Crimson.

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