Le notti dell’underground – Il festival di Re Nudo

Si terrà alla Fabbrica del Vapore, a Milano, la seconda edizione di “Le notti dell’underground – il Festival di Re Nudo”. I protagonisti del Festival anche quest’anno saranno giovani artisti indipendenti tra i 16 e 30 anni.
Il Festival si aprirà con una serata in ricordo di Gianfranco Manfredi che si terrà lunedì 26 maggio alle 21 in via Quarenghi 21 a Milano, con la partecipazione di Ricky Gianco.
Questi i contenuti musicali del programma:
GIOVEDI 5 GIUGNO
Ore 20 (Spazio Re Nudo)
Apertura mostra
- Storie di rock, di foto rubate e locali scomparsi di Walter Scarabello
Ore 20,30 (Piazzale)
Musica
Re Nudo Free Live Music – concerti con
- McBain
- Golden Hind
VENERDI 6 GIUGNO
Ore 15 (Spazio Balconata)
Proiezione docufilm
- Un mistico etneo: Franco Battiato
Focus sul periodo sperimentale dell’artista siciliano
Ore 15,30 (Loggia)
Musica
Re Nudo World Music – Concerto dei SageGreen
Ore 17,00 (Loggia)
Musica
Re Nudo Acoustic Club - con
- Ceckh
- Scaleno
- Raesta
Ore 18,45 (Piazzale)
Musica
Re Nudo Free Live Music – con
- In.Visible
- Casta
- Est-Egò
- Lady & The Clowns
SABATO 7 GIUGNO
Ore 17,30 (Loggia)
Musica
Re Nudo Acoustic Club - con
- Beca
Ore 18,45 (Piazzale)
Musica
Re Nudo Free Live Music con
- AGA
- Le Schiene di Schiele
- Wild Bloom
- Tragic Carpet Ride
DOMENICA 8 GIUGNO
Ore 17,30 (Loggia)
Musica
Re Nudo Acoustic Club - con
- Isygold
- ribL
- Sue
- Le rose e il deserto
- Mike Orange
- Zanna
Prosegue intanto, dal 10 maggio, la mostra “Si giocava a fare Woodstock al Parco Lambro”: 80 scatti in bianco e nero di Fabio Maria Minotti che documentano i festival organizzati da Re Nudo al Parco Lambro di Milan fra il 1974 e il 1976. La mostra, allestita nell’atelier Ex Cisterne, proseguirà fino all’8 giugno.
Tra gli artisti fotografati Francesco De Gregori, Edoardo Bennato, Eugenio Finardi, Franco Battiato, Demetrio Stratos, Jenny Sorrenti, Tony Esposito, Mario Lavezzi e Don Cherry. I testi del catalogo sono firmati da Luca Pollini, direttore di Re Nudo; la prefazione è di Eugenio Finardi (qui una fotogallery)
Nel catalogo sono incluse le testimonianze di alcuni degli artisti che hanno partecipato ai Festival. Qui di seguito una selezione:
Eugenio Finardi: «Parco Lambro fu un rave ante litteram. Furono giorni straordinari di pace, amore e musica, ma non solo. Ci furono anche scontri al limite del ridicolo tra i gruppi della sinistra».
Jenny Sorrenti: «Il Festival del Proletariato Giovanile al Parco Lambro nonostante le aspre contestazioni dell'ultima edizione, credo ci abbia lasciato un'importante eredità. Per noi musicisti è stata un'esperienza notevole perché ci ha fatto vivere, attraverso la musica, i dibattiti, le assemblee, più consapevolezza e partecipazione così che oggi possiamo beneficiare e camminare arricchiti da quell'esperienza».
Patrizio Fariselli: «Volevamo costruire un ensemble che si schierasse apertamente nella vita, nella politica e nei testi. Spinti solo da una creatività (libertà) stratosferica. Non dall’ideologia. Al Parco Lambro abbiamo trovato un grande territorio liberato di utopia realizzata. Fu un momento straordinario per Milano».
Paolo Tofani: «Ricordo nel 1976 l’assalto al camioncino con i polli surgelati, presero a botte il conducente e si impossessarono dei polli che arrostirono alla bell’e meglio. Era inutile parlare di una nuova società, di diritti e di alternativa se poi i risultati erano quelli. Infatti il grande sogno del Movimento da lì a poco è finito».
Franz Di Cioccio: «La Festa del Proletariato Giovanile divenne il centro delle utopie, delle tendenze artistiche, di sogni e pulsioni e nessun’altra manifestazione fu così dirompente e contraddittoria. Agli artisti era offerta la possibilità di esibirsi, scambiare la propria visione della vita senza separazioni o classificazioni di sorta tra linguaggi, forma e libertà espressiva».
Ricky Gianco: «È stata un’esperienza fantastica, unica in Italia. Purtroppo, rovinata dall’arrivo dell’eroina e dalla violenza di gruppuscoli che si definivano di sinistra».
Claudio Fucci: «Trapiantare l’esperienza dei Festival di Re Nudo nel crogiolo metropolitano fu un esperimento bello e temerario. Essere su quel palco all’apertura del Festival nel 1974, fu per me un’emozione grande e indimenticabile. Ancora vibra dentro».
Ivan Cattaneo: «Ricordo ancora quel Parco Lambro del 1975 dove l’omosessualità non era ancora tollerata dai più. E allora io e Mario Mieli andammo sul palco a urlare slogan comici: “Froci sì, ma contro la Dc… El pueblo unido sta meglio travestido” e poi insieme a tutti gli altri del Fuori abbandonammo il Festival. Era l’alba dei diritti civili di tutte le minoranze che ancora non erano comprese bene nemmeno dalla sinistra ortodossa. Ma Re Nudo, nel suo sotterraneo mondo underground, aveva già compreso la strada da percorrere».
Alberto Camerini: «La musica sul palco del Parco Lambro era la naturale sintesi di tutti gli stimoli e le informazioni cui eravamo continuamente sottoposti».
Mario Lavezzi: «Sul palco non potevi atteggiarti da rockstar, dovevi essere assolutamente uguale agli altri. Ricordo quando hanno presentato Adriano Pappalardo “and now ladies and gentlemen…” è scoppiato un disastro. La gente voleva salire sul palco a menarlo e il servizio d’ordine addirittura si chiedeva “Ma come, lo dobbiamo difendere”?»
Antonietta Laterza: «Sono salita sul palco al Parco Lambro per cantare canzoni femministe con altre ragazze. Successe il pandemonio, hanno cominciato a fischiare e a insultarci, perché i compagni di allora non accettavano il movimento femminista, per loro era una deviazione dalla lotta di classe».
Giorni e orari di apertura della mostra:
Lunedì - chiuso
Martedì - chiuso
Mercoledì - dalle 14,30 alle 19,30
Giovedì - dalle 14,30 alle 19,30
Venerdì - dalle 14,30 alle 19,30
Sabato - dalle 11 alle 19,30
Domenica - dalle 11 alle 19,30