Brunori, filosofia dell’autoironia: “Siate vecchi sin da giovani”
“Non prendetevi troppo sul serio, e prendetevi sul serio come la morte”, consigliava ai colleghi un grande cantante. Uno che, peraltro, si è sempre preeso terribilmente sul serio, come il 90% dei colleghi.
Chi ha sentito parlare e cantare Brunori Sas già lo sa, e da queste parti lo raccontiamo da tempi non sospetti: se c’è un (raro) artista italiano che invece riesce a mettere in pratica quella massima, a passare dall’intensità all’autoironia in pochi secondi, è lui.
Il concerto milanese di martedì 31, l’ultimo del tour nei palazzetti, è stato un concentrato di grandi canzoni e monologhi con battute fulminanti, che mostrano un artista nel pieno della sua maturità – anche se lui preferirebbe dire: “Siate vecchi sin da giovani come me, così sarete felici quando arriverete all’età che vi siete sempre sentiti”.
Brunori non si risparmia: prende in giro se stesso e il suo pubblico, i meccanismi del live e dell’industria. Ma allo stesso tempo, canta canzoni che ti tagliano in due per intensità e per parole affilate come lame,
Un concerto semplice
Sono le 9 e 15 quando sale sul palco: luci accese, si sente una chitarra acustica ma sul palco non si vede nulla. Poi arriva e, sempre con le luci accese, canta “Il pugile”. Il palco è semplice, ricorda il guscio di una noce – quella della copertina dell’ultimo album – su cui è collocata una band di 8 elementi. Dietro, un telo bianco, non uno schermo – ce ne sono due ai lati che rimandano immagini del palco: l’unico visual che si vede durante il concerto è un filmino vintage.
Già dopo poche canzoni, Brunori inizia a parlare: “Vi voglio bene come esseri umani ma soprattutto come spettatori paganti. Sono soldi ben spesi”, dice. E poi: “Chi è che mi segue da 15 anni? Siete masochisti! Siete andati fuori tempo come pochi, ognuno ha i fan che si merita”, evocando il “pubblico di merda” degli Skiantos.
Non scherza solo sul rapporto con i “brunoriani”, ma su ogni cosa, anche sul meccanismo stesso dello spettacolo: “E dopo 7 minuti di gioia il cantautore va al pianoforte e iniziano le dolenti note”, dice prima di iniziare una parte più intima del concerto. “Imbraccio la chitarra elettrica in una sorta di crisi di mezza età”, dice poco dopo, prima del siparietto “metal” diventato virale sui social. “Voi fate finta di essere a un concerto degli Anthrax, poi torno a fare il cantautore... Ma questa parte ormai me la chiede anche Luca Carboni”, dice raccontando un dietro le quinte del concerto bolognese di qualche giorno fa.
Con le canzoni non si scherza
Un siparietto che in realtà prelude alla parte più rock del concerto, perché va bene le battute, ma con la musica e le canzoni poi non si scherza: “Capita così”, “Lamezia Milano” e “Più acqua che fuoco” sono tra i momenti migliori del concerto, assieme ad “Al di là dell’amore”, con un’intro strumentale alla “Venus in Furs” dei Velvet Underground.
Il concerto torna a una parte più riflessiva con “Kurt Cobain” e “Luna nera”, prima di “Colpo di pistola”: pur parlando di un tema grave come la violenza di genere, viene introdotta prendendo ancora una volta in giro il ruolo dell’artista impegnato: “Io da grande cantautore ho scritto una murder ballad come Nick Cave. Ma meglio. Nick mi ha scritto proprio l’altro giorno dicendomi che ha smesso di scriverne dopo avermi sentito”.
“Canzone contro la paura” chiude il set principale: “Adesso c’è la vergognosa pantomima della canzone ultima che ci è imposta dall’associazione cantanti italiani e il pubblico fa finta di disperarsi. Perché il cantante alla fine è un bambino fragile. Ma non urlatemi ‘fuori!’, che a inizio carriera me lo dicevano quando ero ancora sul palco. Urlatemi ‘dentro!’”. I brunoriani obbediscono e Brunori li premia con “Guardia ’82”, cantata in coro: “Tirate fuori i telefonini, questa la canto a scopo TikTok per far vedere quanta gente c’è”.
“Ho raggiunto il pubblico nazional-popolare con una delle mie canzoni più mosce"
Nei bis, Brunori chiama sul palco Emma Nolde, che ha aperto le date di Milano voce e chitarra elettrica, con una grinta da vendere. Assieme, i due cantano “La vita pensata”, raccontando di essersi conosciuti sui social. Dopo “La verità”, Brunori chiude il concerto: “A questo punto, anche per una questione di insufficienza respiratoria, chiudiamo con una canzone inedita che ho portato in un piccolo teatro in riviera ligure”, dice introducendo “L’albero delle noci”.– “Ho raggiunto il pubblico nazional-popolare con una delle canzoni più mosce che ho scritto, ma è andata bene e stava quasi accadendo, ma meno male che non è accaduto... ”scherza ancora. Poi, dopo aver salutato la figlia: “Con il codice 010 canta Brunori Sas”.
Brunori non aveva bisogno del Festival per essere consacrato. Ma Sanremo gli è servito eccome, per farsi conoscere da un nuovo pubblico, ma soprattutto per consolidarne uno già affezionato, che è cresciuto con lui, gli vuole bene e sta al gioco. È bene ricordarlo: questo non è il suo primo tour nei palazzetti, il primo venne programmato 5 anni fa, sospeso per la pandemia e recuperato nel 2022 - fu uno dei primi della ripartenza dopo il lockdown. Ci è tornato semplicemente facendo se stesso, con uno spettacolo asciutto ed essenziale, senza fuochi d’artificio: solo canzoni e parole. Intensità e autoironia.
Scaletta:
01 - Il pugile
02 - Il morso di Tyson
03 - La ghigliottina
04 - Uomo nero
05 - La vita com’è
06 - Come stai
07 - Il costume da torero
08 - Pomeriggi catastrofici
09 - Guardia giurata
10 - Per due che come noi
11 - Capita così
12 - Lamezia Milano
13 - Più acqua che fuoco
14 - Al di là dell’amore
15 - Per non perdere noi
16 - Fin’ara luna
17 - Kurt Cobain
18 - Luna nera
19 - Colpo di pistola
20 - Canzone contro la paura
21 - Guardia ’82
22 - La vita pensata (con Emma Nolde"
23 - La verità
24 - L’albero delle noci