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Adriano Celentano, "Joan Lui" compie 40 anni. Il film, le musiche

Il disco della colonna sonora esce in vinile ecologico colorato
Adriano Celentano, "Joan Lui" compie 40 anni. Il film, le musiche

“Joan Lui”, il film scritto e diretto da Adriano Celentano nel 1985, compie 40 anni; l’album con la colonna sonora esce in edizione speciale numerata, in greenyl rosso, insieme ad altri LP di Celentano nello stesso materiale e in diversi colori.

Il greenyl è un supporto fonografico innovativo, nato con l’intento di ridurre l’impatto ambientale della produzione di dischi in vinile - che negli ultimi anni ha subìto un’impennata a causa dell’enorme richiesta di collezionisti e appassionati - senza però intaccare in alcun modo il tipico suono caldo e definito che li caratterizza da sempre. Un disco ecologico e sostenibile, realizzato senza PVC e con il 99% di plastica riciclata certificata; l’80% dell’energia utilizzata per fabbricarlo, inoltre, proviene da pannelli solari.

Qui di seguito la storia di “Joan Lui” e la descrizione della sua colonna sonora, con tutti i brani che la compongono.

 

JOAN LUI (Clan, 1985)

 Lato A L’uomo perfetto(A. Celentano-G. Pirazzoli-R. Jackson) / Sex Without Love (P. Steffan-A. Celentano-G. Pirazzoli-R. Jackson) / Il tempio(A. Celentano) / Mistero (A. Celentano-G. Santercole) / Lunedì (A. Celentano-G. Pirazzoli-R. Jackson)

Lato B Qualcosa nascerà (A. Celentano-G. Pirazzoli-R. Jackson) / Splendida e nuda (A. Celentano) / L’ora è giunta (A. Celentano-G. Pirazzoli-R. Jackson) / La prima stella (A. Celentano-G. Pirazzoli-R. Jackson)

Colonna sonora del film “Joan Lui – Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì”

Produzione: Miki Del Prete per Superstar srl

Arrangiamenti e direzione: Pinuccio Pirazzoli

Direzione artistica: Pinuccio Pirazzoli, Ronnie Jackson Registrato negli studi: Air Studio di Galbiate e J.S. Bach di Milano

Mixage: Adriano Celentano e Nino lorio

Ingegneri del suono: Nino lorio, Mario Lovallo, Lino Castriotta.

Foto di copertina: R. Casaro

 Foto interne e retro busta: A. Di Filippo

Artwork: Studio grafico Cgd

Musicisti: P. Pirazzoli, R. Jackson, P. Steffan, G. Leandro, L. Melotti, L. Cappellotto, M. Preti, A. Banfi, L. Wesley, P. Orlandi, P. Francia, S. Fossati, S. Pozzoli, L. Macchia, C. Pascoli, Coro sinfonico della Scala di Milano, Coro dei ragazzi di Milano, Orchestra ritmica di Milano (primi violini: G.M. Berlendis, S. Almangano).

 

Un messia con un nome di donna. Deve subito affrettarsi a chiarire la prima forte provocazione del film, Adriano, per annunciare al mondo che in realtà Joan Lui è un uomo. L’uomo il cui ritorno sulla terra tutti aspettano da duemila anni e del quale il Molleggiato, dopo aver a lungo accarezzato l’idea, veste i panni nel film più desiderato e più discusso della sua vita. «Si chiama così forse perché racconta la storia di una coscienza», scrive Celentano sulla copertina del disco. Una coscienza che potrebbe essere quella dell’autore o quella di tutti, poiché le coscienze, a differenza degli uomini, sono tutte uguali e raccontano una cosa sola: la verità». “Joan Lui” è l’espressione artistica più significativa di Adriano, un testamento che sintetizza trent’anni di musica e di parole: il molleggiato ne firma il soggetto e la scenografia, il montaggio e la regia, ne è il protagonista e scrive le canzoni.

Un film discusso, dicevamo, che nelle sale uscì l’antivigilia di Natale del 1985, un lunedì, come recitava del resto anche il sottotitolo del film (“Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì”), e fu subito polemica; dieci giorni dopo l’uscita Celentano arrivò addirittura a chiederne il sequestro dai cinema di tutta Italia: motivo, un taglio non autorizzato di 17 minuti per permettere a molte sale di proiettarlo fino a quattro volte in un giorno. Il film, distribuito in 170 copie, fu ridotto da due ore e 37 minuti a due ore e 20. Costato circa 18 miliardi di lire, Joan Lui ne incassò appena 7.

Ma perché proprio di lunedì? «Perché è il primo giorno della creazione», rispose Adriano ai tanti che al tempo gli fecero questa domanda. Joan arriva in un mondo travolto dal caos, presidiato dalla polizia militare, sconvolto da episodi di cronaca agghiaccianti, dove imperversano la droga, gli stupri e i rapimenti; lancia un messaggio di speranza sfidando il demonio, canta nelle chiese, s’impossessa dei mezzi di comunicazione di massa, crea attorno a sé un clan di persone fidate che lo seguono come moderni discepoli. Lo scenario che si presenta ai suoi occhi è apocalittico, i riferimenti alla realtà sono chiari: uno su tutti, il rapimento di una ragazza, Emanuela Carboni (interpretata da Federica Moro), che rimanda alla mente quello di Emanuela Orlandi. Un film cesellato ad hoc per lanciare messaggi di pace a un mondo che Celentano immagina andare a rotoli; un’officina delle idee che svilupperà, con alterne fortune, anche negli anni a venire.

Il telecomando con il quale si collega via satellite in diretta tv è lo stesso che utilizzerà due anni più tardi per spegnere la televisione alla fine di ogni puntata di “Fantastico 8”. Il potere di introdursi, interrompendolo, in qualsiasi programma della tv di Stato altro non è che l’idea della celebre «televisione pirata», un progetto che nel 1993 «rischiò» addirittura di concretizzarsi, se non fosse stato per un cambio al vertice della Rai, quando ormai l’accordo sembrava concluso. E ancora: nel film Joan Lui appare in uno studio televisivo che lui stesso ha fatto costruire apposta per vivere, meditare, passare giorno e notte insieme al suo «clan», fuori dal tempo e dallo spazio; un’idea che ripropose alcuni anni più tardi (era la fine del 1992), quando costrinse Baglioni, Morandi, Jovanotti, Baccini e Paolo Rossi a restare in mutande per «fermarsi a dormire» negli studi di “Svalutation”.

Insomma, la simbiosi tra Adriano e Joan Lui è tale che non si capisce fino a che punto il molleggiato abbia voluto assomigliare a Gesù e dove invece abbia voluto immaginare il messia a sua immagine; in fondo non è difficile pensare al ritorno del Salvatore in un mondo tartassato dall’odio e dalle incomprensioni; più improbabile, semmai, è immaginarlo che «molleggia» sulle gambe con una chitarra in mano.

Nel film recitano anche Claudia Mori (nei panni di una giornalista russa incaricata di studiare il fenomeno Joan Lui), Rita Rusic, Gianfabio Bosco (il mitico Gian del duo comico Ric e Gian), Mirko Setaro, Yamanouchi Haruhiko e Marthe Keller, oltre alla già citata Federica Moro, alla sua seconda apparizione dopo “Segni particolari: bellissimo”.

Come accadde nel 1978 con “Geppo il folle”, “Joan Lui” è anche una splendida colonna sonora composta da nove brani, otto dei quali scritti dallo stesso Celentano. La squadra di cui si avvale è quella collaudatissima di Ronnie Jackson e Pinuccio Pirazzoli: insieme scrivono la musica, suonano e firmano la direzione artistica. I testi sono lo specchio – o forse sarebbe più azzeccato dire la cassa di risonanza – dei messaggi che Adriano ha voluto far passare attraverso il film. «Il rombo di tre elicotteri irrompe su lui […] Tutti scappano tranne lui. Uno dei tre elicotteri continua a girargli sulla testa, mentre da uno degli altri due escono quattro poliziotti armati, alcuni di colore. Dall’alto gli fanno delle domande. Lui risponde ma scambiano la sua semplicità per sfrontatezza. Non sono più abituati a questo sentimento». È il contesto del film, sapientemente scritto da Celentano nella lunga presentazione sulla copertina del disco, in cui s’inserisce “L’uomo perfetto”, il primo brano del l’album. Le eliche degli elicotteri introducono la voce a cappella di Adriano, dopodiché il brano entra nel vivo, supportato magistralmente dai fiati e dalle percussioni di Pirazzoli e Jackson. La scena è apocalittica, il tema è quello di un mondo ormai in preda al caos, vittima di una ormai irrefrenabile indifferenza, «che è peggiore e più mortale di qualsiasi bomba atomica».

Il brano che segue, “Sex Without Love”, è scritto in inglese da Adriano e Paolo Steffan, e cantato da Rita Rusic. Purtroppo la scena del film in cui lei, nel tempio, canta questa canzone è stata tagliata.

La lingua celentana torna nel brano successivo, “Il tempio”, considerato da alcuni il seguito – tredici anni dopo – di “Prisencolin”. Il ritmo e i suoni sono diversi, la filosofia celentaniana che punta il dito contro l’incomunicabilità, è quella di sempre. A differenza di “Prisencolin”, accanto a parole puramente inventate, ce ne sono altre scritte in un inglese un po’ sempliciotto.

Dio e il demonio: in “Mistero” Adriano si sdoppia per interpretare, a turno, i due opposti che si fronteggiano. La musica è di Gino Santercole.

Nel testo di “Lunedì” si teorizza l’idea di tv pirata che Adriano nel film riesce a mettere in pratica. L’idea di fondo è quella di un clan che si diverte, un gruppo di amici che suonano, mangiano e dormono insieme; un laboratorio da dove partono messaggi destinati alla nazione: «Questo sarà il nostro regno e nasceranno qui tutte le idee più grandi […] E quando vorremo far sentire la nostra voce noi schiacceremo il dito su quel pulsante e tutti nelle case ci vedranno entrar…». Un delirio di onnipotenza che ben si confà al soggetto del film, ma che, lo abbiamo detto, Celentano va vicinissimo a realizzare anche nella realtà.

Un’iniezione di fiducia, uno spiraglio di luce tra le tenebre arriva con “Qualcosa nascerà”. L’atmosfera è sempre quella di un paesaggio post moderno, desolato dopo il passaggio di un ciclone che per tanto tempo ha seminato morte e distruzione. Adriano-Joan si rivolge direttamente al rapitore tossicodipendente che ha rapito la bella Emanuela, dopo che dalla tv lo ha convinto a non iniettarle la droga con una siringa nel braccio, in uno dei passaggi più drammatici del film: «La strana luce che vedo negli occhi tuoi mi dice che il tuo cuore non è più spento […] e che dal fango dei tuoi omicidi qualcosa nascerà…».

In “Splendida e nuda" si ricompone la coppia più bella del mondo, con Claudia Mori che duetta insieme al marito. È una perla (parole e musica di Adriano) che esalta l’amore, senza rinunciare a una frecciata contro «un sistema che tronca ogni libertà» e «l’arida realtà che non ti fa capire più chi sei». Il feeling espressivo che si coglie tra i due arricchisce la canzone di una carica di femminilità che infiocchetta una delle più belle canzoni d’amore scritte da Celentano, purtroppo poco conosciuta al grande pubblico.

Il kolossal musicale non poteva chiudersi che con un finale catastrofico e spettacolare. “L’ora è giunta” ripropone le visioni d’ensemble de “L’uomo perfetto”; un brano avvolgente e lunghissimo (8 minuti e 21 secondi) in cui si racconta la fine di «quel famoso lunedì». Un salto di duemila anni indietro nel tempo, fino alla crocifissione di Gesù, da dove tutto ebbe inizio: «Mentre moriva sulla croce voi del popolo eravate lì a guardarlo e volevate assicurarvi che il suo sangue versato per voi fosse la fine sua. […] E da quel dì voi non avete ancora smesso di ucciderlo…».

Ultime grida prima della più compassata “La prima stella”, la canzone scritta e interpretata da Claudia Mori che chiude l’album, un brano che risuona nell’aria come il principio di una vita nuova: «Io rinasco di nuovo con te, la notte è finita perché la luce sei tu».

 

Un album travolgente, che vendette circa mezzo milione di copie e riuscì a raggiungere, seppure per poco, il primo posto nella hit parade. Nel disco si esibiscono tra gli altri il Coro Sinfonico della Scala di Milano, il Coro dei Ragazzi di Milano e gli archi e i fiati dell’orchestra ritmica di Milano. “Joan Lui” ha il grande merito di aver convinto Adriano, per la prima volta nella sua vita, a prendere l’aereo per andare a promuovere il film (nella versione rimontata) in Russia. Il molleggiato vince la paura di volare il 15 giugno 1987 e va a Mosca, dove si esibisce anche dal vivo in due concerti memorabili.

In televisione “Joan Lui” arrivò tre anni dopo l’uscita nelle sale, sabato 26 novembre 1988, preceduto da un fiume di polemiche. La prima tv andò in onda su Canale 5, anticipata da tre settimane di spot pubblicitari a puntate. Adriano consegnò il film a Mediaset perché in aperta polemica con la Rai («Una grande caramella quadrata», la definisce in un’intervista pubblicata su «L’Europeo», «avvolta in una carta rossa, brillante, invitante, ma basta mangiarne un pezzetto per capire che sa di muffa»). La tv di Stato si era rifiutata di mandare in onda il film in tre puntate a ridosso della Pasqua, così Celentano vendette i diritti a Canale 5 che lo mandò in onda contro il “Fantastico” di Enrico Montesano. Il duello televisivo fu anticipato da una polemica al vetriolo tra Adriano e Montesano; alla fine vinse quest’ultimo, con dieci milioni e 844 mila spettatori, contro i 4 milioni e 730 mila di “Joan Lui”. Dopo il film, Canale 5 dedicò a Celentano uno speciale (un milione 637mila spettatori), con Maurizio Costanzo, Renzo Arbore, Dario Fo, Franca Rame, Alberto Bevilacqua, Ottavia Piccolo, Eleonora Giorgi, Sergio Corbucci, Castellano e Pipolo.

 

Estratto da "Adriano e Celentano" di Sergio Cotti, Arcana edizioni.

© Lit Edizioni S.a.s. per gentile concessione

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