Demenziale? E’ una parola…

Anche se la paternità della definizione “demenziale” va riconosciuta agli Skiantos, esempi di canzoni ascrivibili al genere della canzone umoristica al limite del nonsense sono rintracciabili già nei primi decenni del secolo scorso. Basti pensare a Rodolfo De Angelis, che in un repertorio ironico e fintamente ossequioso del regime fascista (“Ma cos’è questa crisi?”) infilava perle di assurdità come “Tinghe tinghe tanghe”
o come l’immenso Ettore Petrolini (qui la sua “Fortunello”)
Impossibile non citare, e siamo agli inizi degli anni Sessanta, quel fenomeno di Clem Sacco, che ci ha lasciati un anno fa
e, per certi versi, anche il più garbato Gianni Meccia di “Il tarlo”
e i “Due corsari” Gaber e Jannacci
Poi, certo, si arriva agli Skiantos e al “manifesto” del demenziale
ai loro coevi, i vercellesi Sorella Maldestra
e ai loro meno memorabili epigoni, che davano il meglio di sé nei nomi e non nelle canzoni (Latte e i suoi Derivati, Persiana Jones e le Tapparelle Maledette, Lino e i Mistoterital…).
Rivolto un pensiero riverente a Sandro Oliva, zappiano e musicista di valore
diamo un’occhiata al Festival di Sanscemo, nato nel 1990 e morto nel 2005. Le prime due edizioni furono vinte rispettivamente da Marco Carena con “Io ti amo” e dai Powerillusi con “Il bambino povero”; e sono appunto questi due i protagonisti di un – come si dice – “gradito ritorno”.
I Powerillusi sono attivi dal 1998, e il loro debutto è la quintessenza del didascalico (“Il nostro primo 45 giri”)
con quella fenomenale cover a cappella di "Let it be" dall’altro lato, “Lato B”
Vince Ricotta, Vito Vita, Alberto Albertin e Paolo Rigotto hanno festeggiato i trent’anni di attività nel 2018 con un doppio CD antologico con ospiti (fra i quali Skiantos, Pino D’Angiò, Johnson Righeira, Omar Pedrini, Gerry dei Brutos, GianGilberto Monti, Paco D’Alcatraz, Fabio KoRyu Calabrò, Marco Carena e molti altri).
L’ultima (in ordine di tempo) apparizione dei Powerillusi è di poche settimane fa, con “Semplicemente lì”, che anticipa un nuovo album.
Torna anche Marco Carena. Reso popolare dalle partecipazioni al Maurizio Costanzo Show, pubblicò il primo album nel 1990 con la produzione di Roberto Colombo (conteneva fra l’altro la politicamente scorrettissima “Io ti amo”, vincitrice del Sanscemo sopra ricordato)
Qualche settimana or sono Carena ha dato alle stampe un album – “Lo Zecchino d’Horror” – i cui titoli sono tutto un programma (“Fata Purghina”, “Sbattitene le palle”, “Chiaverello”, “PippaPig”…). Chiudiamo questo excursus nel demenziale con la sua “Nonno kamikaze”.