Elodie: "Loredana Berté non ha niente da invidiare a Madonna"

Due anni dopo la partecipazione con il brano "Due", Elodie si presenta in gara a Sanremo 2025 con "Dimenticarsi alle 7". "Il palco di Sanremo ti dà una grandissima possibilità di espressione, a partire dall'opportunità di interpretare una canzone per la prima volta", racconta la cantante sulla sua decisione di tornare al Festival. Ospite della Rockol Lounge, presso la sede del Club Tenco, aggiunge: "Anche dal punto di vista estetico, a Sanremo c’è la possibilità di raccontare una canzone anche attraverso i look, quindi non avevo bisogno di essere convinta per tornarci".
Che cosa ti ha convinto a tornare al Festival di Sanremo?
È un palco che ti dà una grandissima possibilità di espressione, a partire dalla possibilità di cantare una canzone per la prima volta - che è anche la cosa che mette molta ansia da prestazione. Però è la bellezza di raccontare una storia nuova. E anche dal punto di vista estetico, c’è la possibilità di raccontare una canzone anche attraverso i look, quindi non avevo bisogno di essere convinta per tornarci.
Se dovessi provare a dare un’immagine a “Dimenticarsi alle 7”, quale sarebbe?
Sarebbe una rosa appassita in una discoteca chiusa, ormai alla fine della serata, schiacciata un po' qua e là.
È una canzone che racchiude diverse tue anime, forse due lati della tua personalità.
Sicuramente questo brano racconta due lati diversi di me. Ho cercato di unire la musica leggera che io amo, che mi ha cresciuta, insieme al cantautorato, con la musica house, elettronica in generale. Questo è un pezzo deep house, in realtà, che è la musica elettronica malinconica. Mi sembrava una buonissima occasione per raccontarlo con una canzone triste, leggera.
Questo è anche un po’ lo spirito del pop internazionale: ballare sulle macerie, sulle malinconie e cercare di esorcizzarle con la musica. Per te la musica è anche questo?
Per me la musica è sempre stata una sorta di esorcismo. Ho amato il cantautorato da piccina, per capire, per imparare, per avere comunque un'emotività, per comprendere l'essere umano. Però, mi sono tanto appassionata al pop per questo motivo, perché a me piace essere felice anche nei momenti in cui è difficile esserlo, quindi esorcizzare il dolore. Credo che il pop aiuti molto.
Tu sei una donna che osa, e continui a osare. Quest’anno ti esibirai anche negli stadi. Quanto c’è di azzardo, di inconsapevolezza, di voglia di gettare anche il cuore oltre l'ostacolo in queste decisioni?
Sono una donna che azzarda spesso. Sono abbastanza coraggiosa, forse un po' incosciente, però con i piedi ben saldi a terra. Credo che la vita alla fine sia un passaggio, quindi ci sono delle grandi occasioni ed è un peccato sprecarle per paura del fallimento. Io faccio tutto quello che c'è da fare, e mi rende felice, viva. Vibro. Tutti gli appuntamenti prossimi, da Sanremo agli stadi, ai film: sono degli anni carichi, ricchi di lavoro e di opportunità. Sarebbe un peccato non coglierle al volo.
La paura per te diventa quasi uno sprone, più che un peso.
La paura per me esiste per capire, è un po' come se fosse un enigma. C’è la paura, ma c’è anche una soluzione. Bisogna solo capire e cercare di trovare la soluzione.
Nella serata delle cover presenterai con Achille Lauro “A mano a mano” di Riccardo Cocciante e “Folle città” di Loredana Bertè. È un abbraccio fra mondi. Cosa rappresenta per te Loredana Bertè?
Loredana Bertè è impossibile da descrivere. È un essere speciale. Ne nasce così forse una ogni mille anni. Guardando anche gli artisti all'estero, che hanno fatto pop, credo che lei non abbia niente da invidiare a nessuno, né a Madonna o ad altri. Per me equivalgono, hanno la stessa potenza, la stessa forza, la stessa fragilità. La Bertè ha avuto il coraggio di essere fragile davanti a tutti. E io per questo la amo molto, è una grande donna.
Cosa accadrà in futuro?
Nel prossimo futuro c'è un po' di tutto: un nuovo disco, nuova musica, ci sarà un film, ci saranno gli stadi. Per fortuna lavoro molto, anche perché non saprei che fare del mio tempo libero. Mi sono buttata a capofitto nel lavoro, così cresco un po'.
Le videointerviste di Rockol sono realizzate al Club Tenco, in collaborazione con Evolution ed SCF