
I capelli sono un po’ più grigi, la faccia un po’ più segnata. Ma il ciuffo e lo sguardo sono sempre quelli di un ragazzino: Jackson Browne ha la faccia da eterno giovane del rock, anche se è sulla scena da più di 30 anni. Per la prima volta pubblica un disco dal vivo, quel “Solo acoustic Vol. 1” uscito un paio di settimane fa (e già recensito da Rockol – vedi recensioni). Non è propriamente il primo “live”, ad essere pignoli, perché il disco più famoso del cantautore americano, “Running on empty”, era registrato dal vivo, pur essendo composto di inediti. E, per una forse non casuale coincidenza, anche quest’ultimo è in uscita in questi giorni, nell’attesa versione rimasterizzata nel formato DVD audio, con l’aggiunta di un paio di inediti e di una galleria fotografica.
Di questo abbiamo parlato con Browne, di passaggio a Milano per promuovere il disco dal vivo acustico, estratto dal suo tour “solo” dello scorso anno. “Quel tour”, spiega, “è stata un’idea del mio agente, che è un grande fan. E proprio i fan ne sono stati il motore: improvvisavo sul palco, senza scaletta, senza decidere a priori ma accogliendo le richieste. A fine concerto mi chiedevano spesso quando ne sarebbe uscita una registrazione: di qui l’idea di pubblicare questo album”.
La scaletta include alcuni classici come “Take it easy” e “The pretender”, ed altri brani meno noti. Ci sono alcune evidenti omissioni dal ricco catalogo di Browne: “Abbiamo registrato moltissimo materiale, anche se alcuni dei miei show migliori sono andati persi per un problema tecnico. Le omissioni, però non sono casuali o dovute al troppo materiale: vorrei far uscire un volume 2, in cui includere brani come ‘Late for the sky’, che ora mancano, e quelli dell’ultimo disco ‘Naked ride home’, che per contratto non posso reincidere fino al 2007. Credo che prima di allora non uscirà”.
Nel frattempo, proprio la Atlantic pubblica in questi giorni la ristampa di “Running on empty”, da lungo tempo attesa. “Già, proprio l’altro giorno mi ricordavo di una discussione con mia sorella avvenuta agli inizi del lavoro per quella ristampa, e mi sono reso conto che erano passati tre anni da allora. Il problema è stato il formato: esce in DVD audio, ma le modalità e i contenuti sono cambiati spesso, nel corso della lavorazione, costringendoci a riaggiornare continuamente il progetto. La cosa di cui sono più fiero di questa ristampa, oltre alla rimasterizzazione del suono, è la galleria di foto d’epoca che contiene, e che nessuno ha mai visto”.
“Running on empty” è indubbiamente il disco più famoso di Jackson Browne, grazie alla title track o a “Stay”. Ma è davvero il disco per cui vuole essere ricordato in futuro? Browne sorride, e dice: “Non me ne capacito neanche io, che la gente voglia sentire ancora quelle canzoni. Sarà per quello che non ne ho messo nessuna proveniente da quel disco nel nuovo live, a favore di altre provenienti da dischi come ‘Looking east’, che reputo sottovalutati. O forse è solo che la mia mente è poco adatta a strategie di marketing come queste”.
A proposito di strategie, se per il 2007 è previsto un secondo volume di “Solo acoustic”, nel 2006 uscirà un nuovo disco di studio. “E’ da diverso tempo che ce l’ho in testa. Mi piacerebbe, però, registrarlo in poco tempo, come si faceva una volta, ottenendo il meglio dalla mia band e cercando di essere il più diretto possibile. Vorrei fare un disco pop, perché non credo che questo aggettivo vada inteso in senso spregiativo. E vorrei tentare di coinvolgere David Lindley”, aggiunge, ricordando il polistrumentista che più ha segnato il suo suono negli anni ’70. “Gli unici concerti che farò da qua al 2006 saranno con lui, in Spagna, in modo da ricoinvolgerlo nella mia musica e convincerlo a darmi una mano per il disco”.
Di questo abbiamo parlato con Browne, di passaggio a Milano per promuovere il disco dal vivo acustico, estratto dal suo tour “solo” dello scorso anno. “Quel tour”, spiega, “è stata un’idea del mio agente, che è un grande fan. E proprio i fan ne sono stati il motore: improvvisavo sul palco, senza scaletta, senza decidere a priori ma accogliendo le richieste. A fine concerto mi chiedevano spesso quando ne sarebbe uscita una registrazione: di qui l’idea di pubblicare questo album”.
La scaletta include alcuni classici come “Take it easy” e “The pretender”, ed altri brani meno noti. Ci sono alcune evidenti omissioni dal ricco catalogo di Browne: “Abbiamo registrato moltissimo materiale, anche se alcuni dei miei show migliori sono andati persi per un problema tecnico. Le omissioni, però non sono casuali o dovute al troppo materiale: vorrei far uscire un volume 2, in cui includere brani come ‘Late for the sky’, che ora mancano, e quelli dell’ultimo disco ‘Naked ride home’, che per contratto non posso reincidere fino al 2007. Credo che prima di allora non uscirà”.
A proposito di contratti discografici, questo live è la prima uscita della Inside, etichetta fondata dallo stesso Browne, ormai svincolato da contratti con major. “Come ci si sente ad essere indipendente dopo 30 anni presso una grande casa discografica? Bene, io continuo a fare il mio mestiere, quello del musicista, ma la sensazione è quella dei miei inizi: avere un’etichetta che pensa a te e alla tua musica. Ultimamente, quelli della mia ormai ex casa discografica, la Atlantic, erano troppo orientati verso altri generi. Il live acustico lo avevo già proposto a loro, ma lo avevano rifiutato”.
Nel frattempo, proprio la Atlantic pubblica in questi giorni la ristampa di “Running on empty”, da lungo tempo attesa. “Già, proprio l’altro giorno mi ricordavo di una discussione con mia sorella avvenuta agli inizi del lavoro per quella ristampa, e mi sono reso conto che erano passati tre anni da allora. Il problema è stato il formato: esce in DVD audio, ma le modalità e i contenuti sono cambiati spesso, nel corso della lavorazione, costringendoci a riaggiornare continuamente il progetto. La cosa di cui sono più fiero di questa ristampa, oltre alla rimasterizzazione del suono, è la galleria di foto d’epoca che contiene, e che nessuno ha mai visto”.
“Running on empty” è indubbiamente il disco più famoso di Jackson Browne, grazie alla title track o a “Stay”. Ma è davvero il disco per cui vuole essere ricordato in futuro? Browne sorride, e dice: “Non me ne capacito neanche io, che la gente voglia sentire ancora quelle canzoni. Sarà per quello che non ne ho messo nessuna proveniente da quel disco nel nuovo live, a favore di altre provenienti da dischi come ‘Looking east’, che reputo sottovalutati. O forse è solo che la mia mente è poco adatta a strategie di marketing come queste”.
A proposito di strategie, se per il 2007 è previsto un secondo volume di “Solo acoustic”, nel 2006 uscirà un nuovo disco di studio. “E’ da diverso tempo che ce l’ho in testa. Mi piacerebbe, però, registrarlo in poco tempo, come si faceva una volta, ottenendo il meglio dalla mia band e cercando di essere il più diretto possibile. Vorrei fare un disco pop, perché non credo che questo aggettivo vada inteso in senso spregiativo. E vorrei tentare di coinvolgere David Lindley”, aggiunge, ricordando il polistrumentista che più ha segnato il suo suono negli anni ’70. “Gli unici concerti che farò da qua al 2006 saranno con lui, in Spagna, in modo da ricoinvolgerlo nella mia musica e convincerlo a darmi una mano per il disco”.
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