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Com’è andato il blues nel 2024?

Ecco le classifiche dei migliori album dell’anno stilate da alcuni siti specializzati
Com’è andato il blues nel 2024?

In queste ultime settimane si sono susseguite tante classifiche sui dischi o brani migliori dell’anno, elenchi di gradimento spesso generici, che includono il rock, il pop, il rap (in molte sue declinazioni). Spesso queste classifiche non guardano il blues, genere che evidentemente è considerato di nicchia e la cui “trattazione” specifica viene riservata a poche testate specializzate.

Non è questa la sede e il momento per considerare l’impatto del blues sulla musica moderna ma è piuttosto l’occasione di affidarsi alle liste dei migliori album dell’anno secondo alcuni siti che trattano questo genere per vedere anche lo stato di salute di questa musica.

Per farci aiutare nell’analisi ne abbiamo presi in considerazione tre: Rockandbluesmuse, Rushonrock e Bluesrockreview. Il risultato è molto frammentato, ognuno ha una sua lista e le preferenze qualitative vengono “spalmate” su un discreto numero di artisti. Dato questo che potrebbe testimoniare una ricca produzione in termini numerici, ma anche artistici.

Quello che salta all’occhio è che spesso il blues è “contaminato” dal rock (o viceversa), nella maggioranza dei casi è un blues elettrico e potente, ma anche molto versatile come quello proposto da Gary Clark Jr il cui quinto album “Jpeg Raw” è considerato il migliore dell’anno secondo Rushonrock (disco che Ultimate Rock colloca al decimo posto della sua classifica degli album rock). Il chitarrista americano, considerato una promessa, arriva a introdurre, con un interessante esperimento, elementi rap nel blues.

Insieme a Gary Clark Jr Rushonrock pone sul podio anche, sul gradino più basso, The Black Crowes con il loro “Happiness Bastards” (leggi qui la recensione) (disco che Ultimate Rock pone in cima alla sua classifica degli album rock). Medaglia d’argento per Ezra Collective con “Dance, No One’s Watching” (Leggi qui la recensione).

Al top della classifica del sito Bluesrockreview troviamo il disco di Slash. Con il suo “Orgy of the Damned” (Leggi qui la recensione) il chitarrista dei Guns N’ Roses appare anche al decimo posto della classifica di Rockandbluesmuse.

Bluesrockreview completa le prime tre posizioni della propria classifica con il terzo posto di “Movin’ On” firmato Dan Patlansky e il secondo posto di Tab Benoit con il suo “Hear Thunder”. Quest’ultimo figura anche al 17esimo posto nella classifica di Rockandbluesmuse.

Nella triade di testa di quest’ultimo sito troviamo tre “specialisti” del blues. A partire dalla terza posizione di Chris Cain con “Good Intentions Gone Bad”, la seconda è occupata da Joanne Shaw Taylor (“Heavy Soul”) e la posizione più alta ad appannaggio di Michelle Malone con il suo “Southern Comfort”.

Sia Rockandbluesmuse che Bluesrockreview includono nella loro lista (rispettivamente all’ottavo e quinto posto) “Broken” di Walter Trout. Ancora i due siti condividono nella propria classifica i dischi di Mike Zito (“Life Is Hard” al 18esimo e 10imo posto) e del chitarrista Kenny Wayne Shepherd (settimo e nono posto per “Dirt on my Diamonds Vol. 2”). Al nono e settimo posto delle liste dei due siti troviamo invece “Saratoga” firmato Eddie 9V.

Anche il disco della cantautrice Beth Hart appare in due classifiche: sono quelle di Rushonrock che colloca “You Still Got Me” all’ottavo posto mentre si ferma all’11esima piazza per Bluesrockreview.

Tra i nomi noti anche agli appassionati di rock blues (e non solo) troviamo il leader dei Gov't Mule ed ex Allman Brothers Band, Warren Haynes con il suo “A Million Voices Whisper” al 20esimo posto per Rockandbluesmuse, che piazza al 18esimo Steve Cropper & the Midnight Hour (“Friendlytown”). Secondo Rushonrock “Mood Swings” di Marcus Miller merita il quinto gradino in classifica mentre Rockandbluesmuse riserva la posizione numero 16 al live orchestrale di Joe Bonamassa. Per lo stesso sito “Be Right Here” dei Blackberry Smoke merita la decima piazza.

 

 

 

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