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Paul McCartney dal vivo a Parigi: ingannare il tempo a 82 anni

L’ex Beatle, davanti a 40mila persone incantate, sembra eterno: suona per quasi 3 ore. Il racconto.
Paul McCartney dal vivo a Parigi: ingannare il tempo a 82 anni

Si avvicina al piano e inizia a suonare e a cantare da solo “Let it be”. Tra il pubblico alcuni si abbracciano. Altri si commuovono già al suono delle prime note, altri ancora trattengono a lungo il fiato e poi tirano fuori la voce, strozzata, per cantare. Tutte le 40mila persone della Défense Arena di Parigi, per incanto, sembrano aggrappate a una stessa emozione. Su “I've got a feeling”, prima canzone del bis, va in scena un duetto virtuale, grazie a un mega schermo, con John Lennon. E il tempo, ancora una volta, anche se solo per un paio di minuti, appare sconfitto. Su “Something”, altro brano dei Beatles, composto da George Harrison nel 1969, sui ledwall scorrono vecchie istantanee, e anche l’impeccabile Sir Paul pare emozionato. Su “Love me do”, che sbuca dopo “In spite of all the danger”, “un pezzo scritto da alcuni ragazzi”, il riferimento è alla band incubatrice dei Beatles, i Quarrymen, si agitano le famiglie, le bambine, i bambini. Si raggiunge la certezza di essere circondati da un pubblico intergenerazionale che si trasmette le canzoni proprio come fossero valori. Forse lo sono. E poi c’è quel “Nanananananana nananana hey Jude” che diventa un coro da stadio. Questi sono solo alcuni buoni motivi, i primi, vividi, che rimangono impressi nella mente anche il giorno dopo, per andare a vedere dal vivo oggi Paul McCartney, protagonista di una doppia data del "Got Back” tour a Parigi, che oltre a una pioggia fredda, ha come sfondo una profonda crisi di governo.

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Il concerto è fortemente beatlesiano, non solo nella scaletta, ma nell’impostazione vocale, melodica e strumentale. Lo si capisce sin dall’apertura con “A hard day's night”. Il live è attraversato da una semplicità “piena”, rifugge il manierismo e l’eccesso fine a se stesso, con tutti i suoni degli strumenti allineati per creare una precisa armonia. “Ob-La-Di, Ob-La-Da”, per i detrattori “una filastrocca”, per altri “la canzone pop perfetta”, è un esempio limpido di questo approccio. Solo in rari casi, un po’ più psichedelici, uno di questi è “Let Me Roll It” degli Wings, con cui si vuole tributare anche “Foxy Lady” di Jimi Hendrix, spunta una coda sonora e alcuni strumenti, come le chitarre, svettano su altri. Ascoltare la riproposizione dal vivo delle canzoni dei Beatles ricorda, ancora una volta, quanto la musica, nella maggior parte delle sue declinazioni pop e rock, debba sempre qualche cosa al quartetto di Liverpool. È il destino dei pionieri.

La band che accompagna McCartney è semplicemente eccellente (su tutti, i chitarristi Rusty Anderson e Brian Thomas Ray), impreziosita da una sezione fiati che fa la sua prima comparsa a sorpresa in mezzo al pubblico, in una tribuna laterale, per poi arrivare dopo pochi minuti sul palco. Il timbro delicato del cantautore e polistrumentista, soprattutto nei passaggi più difficili, è “protetto” dal suono pulito della formazione, i cui componenti, anche vocalmente, fanno da supporto. Dentro Paul McCartney ci sono come minimo tre esistenze, che si rispecchiano nella scelta delle canzoni: quella con i Fab Four è la più attesa, ma spuntano anche diversi momenti dedicati alle altre due. “Maybe I'm amazed” è una delle tracce soliste con la maggior resa dal vivo, venne scritta dopo la separazione dai Beatles ed è dedicata alla prima moglie Linda Eastman con cui fondò gli Wings. “My Valentine”, invece, è per l’attuale consorte, Nancy Shevell.

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La figura della donna, intesa come musa, ma anche come scultrice del proprio destino e di quello altrui, fuoriesce in “Lady Madonna”, traccia beatlesiana accompagnata da una lunga serie di volti di donne che hanno fatto la Storia. Il repertorio degli Wings raggiunge l’apice con “Live and Let Die”, pezzo diventato famoso per essere la colonna sonora di “007 - Vivi e lascia morire”, in cui la compostezza della serata lascia campo a fiamme e fuochi d’artificio. Alla Défense Arena un audio impeccabile fa da contraltare a una disorganizzazione negli ingressi, con migliaia di persone costrette a stare al freddo ben oltre l’orario di apertura dei tornelli, e nella gestione interna, con un parterre strapieno, con pochissima possibilità di movimento anche in fondo all’area, dove schiacciate ai muri si trovano centinaia di persone stremate dalla calca.

McCartney suona e canta per due ore e mezza. La fatica sembra non far parte della sua galassia. Non abbandona mai il palco. Si ferma solo per un paio di minuti, prima del bis. Si diverte, fa balletti, strizza l’occhio, risponde ad alcune urla del pubblico, saltella dal piano alla chitarra come un folletto e scherza tra un brano e l’altro. A un certo punto si toglie la giacca, rimane con il golfino smanicato nero e la camicia bianca, il suo vestito da supereroe, e si affida all’ironia britannica: “questo sarà l’unico cambio di abito della serata”. Ma la sua abilità più grande è quella di non lasciar cadere il pubblico, in modo pedante, adulatorio e lacrimevole, in ciò che è stato: su “Now and Then”, brano dei Beatles pubblicato l’anno scorso su cui si è dibattuto a lungo perché rigenerato grazie alla tecnologia, compaiono foto e filmati storici dei quattro baronetti di Liverpool. La commozione arriva come un’onda. Sir Paul la stempera con sguardi di gioia, mossette e ringraziamenti. L’esorcismo del passato, su cui ovviamente si appoggia ma in cui non sprofonda, è il suo più alto atto di furbizia. Ma c’era da aspettarselo da un genio elegante che per un’intera notte non ha mai dato l’impressione di avere 82 anni.

Scaletta:
A Hard Day's Night (Beatles)
Junior's Farm (Wings)
Letting Go (Wings)
Drive My Car (Beatles)
Got to Get You Into My Life (Beatles)
Come On to Me
Let Me Roll It (Wings)
Getting Better (Beatles)
Let 'Em In (Wings)
My Valentine
Nineteen Hundred and Eighty-Five (Wings)
Maybe I'm Amazed
I've Just Seen a Face (Beatles)
In Spite of All the Danger (The Quarrymen)
Love Me Do (Beatles)
Michelle (Beatles)
Dance Tonight
Blackbird (Beatles)
Here Today
Now and Then (Beatles)
Lady Madonna (Beatles)
Jet (Wings)
Being for the Benefit of Mr. Kite! (Beatles)
Something (Beatles)
Ob-La-Di, Ob-La-Da (Beatles)
Band on the Run (Wings)
Get Back (Beatles)
Let It Be (Beatles)
Live and Let Die (Wings)
Hey Jude (Beatles)

Bis:
I've Got a Feeling (Beatles)
Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band (Beatles)
Helter Skelter (Beatles)
Golden Slumbers (Beatles)
Carry That Weight (Beatles)
The End (Beatles)

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