Fabri Fibra con “Adorazione” ha reso di nuovo pop la provincia
E poi ci pensa una serie per adolescenti a riportare la provincia al centro del racconto musicale e a renderla in qualche modo di nuovo pop, popolare. Merito di Fabri Fibra e del lavoro che il rapper di Senigallia, uno che l’universo della provincia lo conosce bene e lo ha spesso cantato nelle sue canzoni, ha fatto in qualità di music supervisor per “Adorazione”, teen drama Netflix tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice Alice Urciuolo (originaria di Priverno, basso Lazio, in provincia della Latina di Calcutta e Tiziano Ferro). La serie racconta la storia di un gruppo di ragazze e ragazzi adolescenti durante un’estate che cambierà per sempre le loro vite. La scuola è appena finita e i turisti iniziano ad accorrere sulle spiagge di Sabaudia, quando Elena, 16 anni e una voglia matta di fuggire dalla provincia dell’Agro Pontino, scompare. “Ho letto il copione della serie e c’erano tanti elementi che mi sono sembrati subito familiari: la vita di provincia, la voglia di scappare e andare via, darsi un’altra possibilità fuori da un posto in cui conosce tutti. E poi queste situazioni familiari in cui i genitori sono sopra i figli e li controllano”, racconta Fabri Fibra. Che è stato così ispirato dalla serie a tal punto da non limitarsi a scrivere solo un brano per la colonna sonora, intitolato proprio “Adorazione”, ma di suggerire al regista Stefano Mordini una selezione di musica già edita che sposava bene le atmosfere e l’ambientazione della storia. Tra gli episodi di “Adorazione” ci sono “Ghost Town” e “Quanto forte ti pensavo” di Madame, “Non ti nascondere” di Meg, “Mi fai impazzire" di Blanco e Sfera Ebbasta, “Ieri l’altro” di Franco126 e pure “No surprises” dei Radiohead, che traccia una linea immaginaria che unisce il basso Lazio con l’Oxfordshire.
Tutti brani che parlano di provincia esplicitamente, come quello composto per l’occasione dal rapper di “Tranne te”, o che sono stati scritti e interpretati da artisti che sono legati a doppio filo a quel mondo, come Madame (nata e cresciuta a Creazzo, in provincia di Vicenza), Blanco (nato a Brescia e cresciuto tra Calvagese della Riviera e Desenzano del Garda) o Meg (partita all’inizio degli Anni ’90 da Torre del Greco per diventare, prima con i 99 Posse e poi da sola, un punto di riferimento della scena alternativa e indipendente italiana). E così mentre “Hanno ucciso l’Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883” ha portato a una riscoperta dell’affascinante mondo di quella provincia italiana degli Anni ’90 che Max Pezzali e Mauro Repetto celebrarono in canzoni come “Sei un mito”, “Con un deca” e la stessa “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”, negli stessi anni in cui Ligabue metteva in musica la vita della provincia operosa e operaia emiliana e Laura Pausini invece con “La solitudine” offriva uno sguardo più adolescenziale di quel mondo (“Il treno delle 7:30 senza lui è un cuore di metallo senza l’anima nel freddo del mattino grigio di città”), in “Adorazione” la provincia torna a parlare al presente. E agli adolescenti: “Ho accompagnato questi personaggi dentro un viaggio all’interno del quale i loro sentimenti, all’inizio sfocati e in preda ai turbamenti dell’adolescenza, diventano man mano più netti trasformandosi in carattere e inevitabilmente in ‘identità’ - spiega il regista della serie - la macchina da presa ha fatto questo: ha ascoltato prima di guardare per poi muoversi libera dentro la provincia, un territorio pieno di contraddizioni. Quella provincia dove ci si sente, così come in questa serie, costantemente controllati e visti e al tempo stesso abbandonati e soli”.
“Veloce dai scalda il motore / fuggiamo via, scappiamo altrove / nessun suono, nessun rumore farà impressione”, canta Fibra nei versi di “Adorazione”: “Ho scritto per scrivere, non ho scritto in base alla trama. Ma la mia storia personale crea argomenti ed elementi che si ritrovano anche nella serie. Tutta la fase della crescita di chi vive in provincia è legata alla curiosità di chiedersi se al di fuori di quello per te può esserci altro. Mentre chi nasce in una grande città sa che è lì che deve realizzarsi e quindi cerca di interagire con quante persone possibili che vivono già lì, nella provincia una volta che hai interagito congli altri, hai fatto, hai interagito con tutti - spiega - così il tempo sembra che si sempre fermo. Penso che la musica per la provincia possa essere anche più triste e paranoica rispetto alla grande città, che invece ti mette sempre in delle posizioni di confronto con gli altri e quindi devi essere sempre performante”.
“Ghost town” (letteralmente “città fantasma”) di Madame non parla esplicitamente di provincia, ma il testo del brano richiama l’immaginario della serie, quella condizione di vuoto e solitudine che caratterizza i protagonisti: “E di’ di sì, mi dicevo prima di abbandonare tutto”, canta la femcee vicentina. “Mi capita spesso di ascoltare i provini di altri artisti. Mi sono ricordato di questa canzone che mi aveva fatto ascoltare Madame e che non aveva messo nel suo disco. Era perfetta”, dice Fabri Fibra. E ancora: “La serie ha un mood profondo, nostalgico, emotivo, personale, intimo. I pezzi andavano verso questa direzione”. “Parlo del tema della provincia, quindi anche dello spostamento in città, del desiderio di cambiare, di trovarsi in una nuova forma. Insomma, di quel passaggio dalla provincia alla città”, ha raccontato Madame su TikTok, invitando i fan a condividere sul social network delle clip per raccontare la loro, di provincia, dando il via a un trend. Chissà se anche la provincia, ora, tornerà ad essere di tendenza.