Tananai: “Nel pop non racconti palle, devi essere te stesso”

Il percorso artistico di Tananai come lo conosciamo oggi inizia sul palco di Sanremo - prima quello dei giovani e poi quello dell’edizione 2022, targata Amadeus, in cui si classifica ultimo. Tananai entra così a far parte di quel ristretto numero di partecipanti ai quali la classifica non ha reso merito, ma che hanno usato comunque il palco dell'Ariston come un trampolino di lancio che, come nel salto con gli sci, ha permesso un decollo e atterraggio lontano, complici la spontaneità, la genuinità quasi ruspante di un brano come “Sesso occasionale” e la sua presenza sui social dopo il festival. Reinvitato l’anno successivo, a Sanremo 2023 si è visto un Tananai più maturo, cresciuto e migliorato dal punto di vista tecnico, che si è ripresentato su quel palco con l’emozionante “Tango”.
Tra le due partecipazioni al festival Tananai, a novembre 2022, aveva pubblicato il suo album d'esordio, “Rave, eclissi”, album dai buoni risultati di classifica e i cui singoli hanno confermato il gradimento di cui gode il giovane cantautore.
A quasi due anni di distanza, preceduto da altri fortunati singoli ( “Veleno” - disco di platino, “Storie Brevi” con Annalisa - doppio disco di platino e “Ragni”), arriva “CalmoCobra”, il secondo convincente lavoro sulla lunga distanza. Nel frattempo Alberto aveva deciso di staccare la spina per ritrovare stimoli nuovi. Cosa è successo e cosa ha prodotto ce l’ha spiegato direttamente Tananai in un’intervista.
Come nasce il disco e perché ha questo titolo?
Il titolo non è tanto legato alle canzoni ma più al momento in cui l'ho scritto. Venivo dal primo Sanremo, che mi ha cambiato radicalmente la vita dal giorno alla notte, ma da lì non mi sono fermato un attimo. Alla fine dello scorso tour mi era stata appunto data la possibilità di annunciare un altro giro di concerti. Però mi sono fermato e mi sono detto: 'Ma come posso annunciare un tour se non so ancora chi sono io, qual è la musica che farò, se varrà la pena di suonarla?'. Non volevo avere l’obbligo di una data, una scadenza per provare a fare qualcosa di nuovo. Avevo l’esigenza di prendermi i miei tempi. E lì mi sono ricordato del monito che mi diceva sempre il mio manager, e mi dice tuttora: 'Calmo Cobra'. Dopo quello che mi era successo a Sanremo era facile perdere la testa o perdersi, soprattutto era difficile capire chi sei, perché stai facendo questo. E quindi ogni volta che avevo un momento di sbandamento o magari mi montavo la testa, grazie a Dio ho avuto persone a fianco che non sono yes-men, che mi hanno sempre detto: “Alby stai dicendo una cazzata, stai facendo una cazzata”. E quindi questo era riassunto in “CalmoCobra”. Così, finito il tour, mi sono detto: “Ok, calmo. non farti prendere dall'ansia”. Avevo bisogno di capire chi fossi, perché in quei due anni non avevo capito niente. Quindi mi sono dedicato molto alla mia musica, ai miei affetti, alla mia famiglia, alla mia ragazza, agli amici. E così ho fatto questo disco che secondo me è molto genuino, molto puro. Comunque faccio pop, quindi non voglio salire in cattedra, non ho niente da insegnare a nessuno o devo spiegare che cos'è la vita. Quindi è pop come deve essere secondo me, cioè diretto, leggero e se ti va di farti anche un pensierino, beh ci sta.
Il disco inizia con “Fango”, che insomma non è proprio una bella immagine...
È anche il primo brano che ho scritto. Il fango era proprio quello in cui mi sentivo di essere quando ero all'apice della mia carriera e da cui avevo deciso di uscire. Mi chiedevo però che cosa contasse per me. E quindi mi sono reso conto che i dischi di platino alla fine sono dei begli oggetti, ma non ti parlano, mentre per me era importante anche nel fango riuscire a emozionarmi, a incantarmi guardando la mia ragazza che si trucca allo specchio e non si accorge che io la guardo e farci una canzone. E quindi da lì ho aperto un po’ le danze a tutto questo disco.
Hai fatto tutto da solo?
Alcune produzioni le ha fatte Michelangelo, altre Davide Simonetta, poi ce n'è una, la canzone che chiude il disco, di OkGiorgio, ma il più delle produzioni le ho fatte io, stando molto tempo chiuso in studio. Ho anche collaborato con Paolo Antonacci su qualche brano. È stato però un disco fatto “in famiglia” nel senso che con Michelangelo, Paolo e Davide ci vediamo a cena, siamo amici principalmente, quindi c'è sempre quella dimensione lì. Ci vediamo per stare tra noi come amici, poi può uscire qualcosa. Non abbiamo mai fatto sessioni, mai una volta con l'idea di dire ok oggi ci vediamo e scriviamo un pezzo, perché tendenzialmente 9 volte su 10 non esce niente o al limite la replica di una solita formuletta. Ascoltando questo disco mentre lo facevo dicevo: “Questo sono io” che è una cosa che non mi era mai accaduta.
Ma è stato facile o difficile da farsi? E poi che disco ti è venuto fuori? Un disco allegro?
È stato facilissimo proprio per via della scelta che avevo fatto, nel senso che non avevo un termine, non avevo una scadenza, non dovevo presentare un disco finito entro quel giorno, non avevo nessuna ansia da deadline. Il disco che è saltato fuori penso sia allegro al 50 per certo e depresso al 50 per cento. Un buon bilanciamento. Però ciò che contraddistingue tutti questi brani, secondo me, è la genuinità, cioè non sono frutto di elaborazioni ragionate: devo fare qui, devo fare là. È una cosa che, quando ero ragazzino, pensavo che se fossi arrivato a questo livello ci sarebbe stata, e invece è successa nel primo, in questo no, “Rave Eclissi” era più acerbo anche se in realtà è quello che l'ha reso bello. Qui la genuinità è la stessa però l'altro l'avevo fatto semplicemente più in corsa. Sapevo che rifacevo Sanremo, volevo uscire col disco e allora bisognava chiuderlo e quindi ogni volta che avevo due giorni di stop da qualche cosa che stavo facendo dovevo entrare in studio e, bene o male, tirare fuori un pezzo che poi sarebbe stato usato o non usato, oppure dovevo fare una strofa buttata a caso. Questo “Calmo cobra” è un disco più ricco di stimoli per quello che mi è successo. Prima avevo la mia vita, i miei pensieri e quello che mi circondava, non andavo in trasmissioni TV, non andavo in tour, non facevo niente, facevo solo musica come quando ho iniziato effettivamente a farlo, poco intaccato da eventi esterni.
Prima dicevi che hai sofferto questa esplosione di notorietà, il successo che ti è arrivato, e che rischiavi in qualche modo anche di perdere tutto quello che avevi fatto e che avevi costruito. Come ti sei salvato?
Fondamentalmente con un po’ d'amor proprio e con la consapevolezza che quando si ha qualcosa di bello bisogna curarlo, non bisogna spremerlo. Ho poi avuto le persone giuste a fianco, che hanno sempre capito e condiviso le mie necessità, mi hanno consigliato e indirizzato. Non volevo perdere ciò che avevo, ma volevo continuare mettendomi più a fuoco. Rinunciando a qualcosa avrei fatto meglio il mio lavoro. E il mio lavoro che cos'è? È cercare di fare la musica più pura e genuina possibile per come sono io, per la mia gente, per il mio pubblico. E se io non so chi sono come faccio a farlo? Adesso comunque tutti mi conoscono, prima non avevo niente da perdere, e se hai qualcosa di bello lo devi curare e se non è niente di bello da curare allora sei libero di sbattere la faccia ovunque. Tengo molto al mio pubblico e voglio dargli il meglio. D’altronde è facile capire se stai raccontando palle, nel pop non puoi non essere te stesso, cioè non puoi permetterti di prendere in giro la gente.
C’è una canzone delicata che s’intitola “Nessun confine”, come nasce?
Mi ero immaginato questa storia ambientata in Inghilterra con un gruppo di hooligans che dopo le partite andavano sempre in un pub e iniziavano a bere birra e si mettevano a cantare. Uno di questi ragazzi incontra una ragazza al pub e s’innamora di lei e quindi ci prova. Dopo un po' ci riesce e la ragazza diventa parte del gruppo ed è sempre con loro tutte le volte che vanno al pub. Il fidanzato della ragazza per esprimere i suoi sentimenti, quello che prova per lei, visto che non è un poeta, non è uno scrittore, ma sa cantare le canzoni, scrive questa serenata hooligan tutto ubriaco. Gliela canta al pub e tutti ridono, lo prendono in giro. Lui però esprime la sua forma d'amore continuando, tutte le volte che vanno al pub, lui ubriaco a cantarle innamorato questa serenata. Poi si allontanano dal pub, ci vanno sempre meno. Una volta che tornano lei ha una bandana sulla testa perché nel frattempo si è ammalata. Poi spariscono e dopo mesi torna al pub soltanto lui, ed è ovviamente tristissimo, sconsolato. Tutti cercano comunque di dirgli una parola di conforto e quando vedono che non canta perché ovviamente è troppo triste, allora tutto il pub si mette a cantare la canzone scritta per la sua amata abbracciandolo. Ecco, questa è la mia versione della canzone che lui ha scritto per lei
Ma questa è una storia vera oppure nata dalla tua immaginazione?
È un film nella mia testa, perché è un film, praticamente. Anche “Radiohead” è una storia personale ma anche generazionale, racconta della mia gioventù, di quando ascoltavo i Radiohead ed ero il solo con questo gusto. Però è quello che dicevo prima, cioè l'unico obbligo che hai come cantante pop è quello di raccontare di te stesso, storie e sentimenti. E poi magari allora qualcuno ci si rivedrà, perché alla fine siamo tutti simili.
Capisco perché dicevi che è un disco allegro al 50%...
Paradossalmente c’è una certa “frizione” tra le musiche e i testi, spesso ho usato canzoni uptempo per esprimere concetti più “pesanti”, per usare parole più dure, e invece le ballate per essere più leggero.
Pochi giorni dopo l’uscita del nuovo album Tananai partirà, accompagnato dalla sua band, per il “CalmoCobra Tour”, 12 date nei palazzetti con questo calendario.
Sabato 2 novembre 2024 - JESOLO (VE) – Palazzo del Turismo (data zero)
Lunedì 4 novembre 2024 - MILANO – Unipol Forum
Martedì 5 novembre 2024 – MILANO – Unipol Forum
Venerdì 8 novembre 2024 - FIRENZE – Nelson Mandela Forum
Sabato 9 novembre 2024 - PADOVA – Kioene Arena
Martedì 12 novembre 2024 - BARI – Palaflorio
Venerdì 15 novembre 2024 - EBOLI (SA) – Palasele
Mercoledì 20 novembre 2024 - ROMA – Palazzo dello Sport
Sabato 23 novembre 2024 - LIVORNO – Modigliani Forum
Mercoledì 27 novembre 2024 - BOLOGNA – Unipol Arena
Venerdì 29 novembre 2024 - PESARO – Vitrifrigo Arena
Martedì 3 dicembre 2024 - TORINO – Inalpi Arena