Tropico: the dark side of “Sesso e samba” e “Italodisco”
Non è una frase fatta. Tropico è davvero “the dark side” of “Sesso e samba”, “Italodisco” e tutti gli altri successi pop italiani di questi ultimi anni, da “Guaranà” di Elodie a “Cenere” di Lazza, da “Ma stasera” di Marco Mengoni a “Casa mia” di Ghali. Direste mai che dietro a hit che hanno macinato chissà quanti milioni di stream sulle piattaforme e fatto incetta di Dischi di platino c’è un artista che si ispira al grande Roberto Murolo, che cita gli iconici Almamegretta e che va in giro a suonare insieme a una band di cui fanno parte vere e proprie eminenze grigie della scena musicale partenopea come Andrea De Fazio (batterista dei Nu Genea), Gigi Scialdone (bassista della band di culto dei Fitness Forever) e Torok (alle tastiere con Luchè)? Per Davide Petrella il progetto Tropico non è un semplice side project, un progetto parallelo all’attività di autore per altri. Semmai è il contrario: “Vengo da una gavetta veramente tosta, questa roba non è scontata”, dice lui al pubblico raccolto sotto al palco del Rock in Roma, dove ieri sera ha inaugurato il tour estivo legato all’album “Chiamami quando la magia finisce”, il secondo - dopo “Non esiste amore a Napoli” del 2021 - pubblicato sotto lo pseudonimo “nato a Cuba dopo una serie di coincidenze che ho preso come dei segni”, scelto per differenziare l’attività come cantautore da quella come autore.
Il 38enne musicista partenopeo ne ha percorsa di strada per arrivare a indossare la maglia del fantasista (magari quella numero 77, come la star del Napoli Khvicha Kvaratskhelia, che cita in “Che mme lassat’ a fa”, facendo impazzire i fuorisede originari della città partenopea arrivati all’Ippodromo delle Capannelle per fare il tifo per lui), ruolo da affiancare, all’occorrenza, a quello come mediano operaio e silenzioso, e per vedere il proprio volto sulla copertina di un disco. I chilometri percorsi in furgone girando l’Italia in lungo e in largo insieme alla sua ex band, Le Strisce, hanno temprato il suo carattere. Il lavoro come autore gli ha permesso di conquistare la stima di artisti e addetti ai lavori.
Nelle canzoni in scaletta canta le sue zone d’ombra e quelle della sua città e forse non è un caso che il tema dell’oscurità rappresenti una sorta di filo conduttore nascosto che lega tra loro i brani, da “Dint o scuro” a “Anema e notte” (“Murolo ha rivoluzionato la canzone napoletana togliendo ai brani tutti gli orpelli inutili, riducendo tutto alla chitarra e alla voce: così ho provato a fare io, cercando di scrivere un brano che potesse rimanere forte anche senza le sovrastrutture”, spiega), passando per “Piccolo buio”. Giacca, camicia e capelli laccati all’indietro, Tropico sembra un crooner della porta accanto, che però si scatena su ritmi funk ed elettronici, spalleggiato da una superband che comprende, oltre a quelli già citati, altri sette elementi: “Chiamami quando la magia finisce”, “Ammore pe na sera”, “Non esiste amore a Napoli”, il concerto è tutto da godere.
Se vi state chiedendo se per caso dal vivo canti anche qualcuno dei successi che lo hanno reso uno degli hitmaker più cercati e richiesti del pop italiano - tra i potenziali tormentoni di quest’estate firma, oltre che “Sesso e samba”, anche “Karma” dei Kolors, “Peyote” degli Articolo 31 con Fabri Fibra e Rocco Hunt, “Mezzo rotto” di Alessandra Amoroso e BigMama, “Come un tuono” di Rose Villain e Guè - la risposta è no: “Questa è casa mia”, dice Petrella ai ragazzi che hanno acquistato un biglietto per sentirlo dal vivo, come se Tropico fosse per lui un luogo dove tornare per il bisogno fisico di respirare.
SCALETTA:
"Dint o scuro"
"Piccolo buio"
"E cose ca fann sunnà"
"Ubriachi di vita"
"Zona nord"
"Piazza Garibaldi"
"Chiamami quando la magia finisce"
"Bambina"
"Ammore pe na sera"
"Non vogliamo diventare grandi"
"Egotrip"
"Che mme lassat a fa"
"Anema e notte"
"C’eravamo tanto amati"
"Carlito’s Way"
"Doppler"
"Nuda"
"Non esiste amore a Napoli"
"M’arricord e te"
"Gotha"
"È importante avere una visione"