Nas: la pietra miliare “Illmatic” compie trent’anni
Per comprendere il peso che ha assunto “Illmatic” nel tempo, basta pensare che per molti critici e appassionati è considerato il miglior disco rap della storia. L’album d’esordio di Nasir Jones, in arte Nas, pubblicato il 19 aprile del 1994, è entrato negli annali oltre che per i suoi brani anche per il messaggio che veicolava e veicola: “Illmatic” contiene un'acuta narrazione che, proprio come una telecamera puntata sulla strada, immortala la rivalità tra gang, la desolazione e la devastazione della povertà urbana. Un documentario crudo e vivido. Nas, che aveva venti anni quando l'album fu pubblicato, si concentra sul rappresentare le proprie esperienze, creando narrazioni in prima persona molto dettagliate che analizzano punto per punto i problemi della vita di un adolescente del Queensbridge. Trent’anni di una pietra miliare che il rapper ha deciso di celebrare con un tour mondiale che passerà anche dall’Italia il 30 ottobre 2024 al Fabrique di Milano.
Il disco è diventato un cult anche per la sua copertina, progettata nella sua versione definitiva da Aimee Macauley, che ritrae un bambino con capigliatura afro, non è altri che lo stesso Nas all’età di sette anni, e sullo sfondo uno scorcio del Queens, uno dei più grandi quartieri di New York. Il volto di Nas immortalato fu recuperato da una foto scattata da suo padre, il musicista Olu Dara. Fu proprio a sette anni che Nas, come ha dichiarato lui stesso, iniziava a prendere coscienza di ciò che aveva attorno: il rapper ha ammesso di aver preso consapevolezza, proprio in quegli anni, di vivere in un ghetto, in un contesto dove la maggior parte degli afroamericani non aveva grandi possibilità di accedere allo sviluppo sociale degli Stati Uniti, rimanendo così ai margini e nelle periferie. Il suo viaggio, il suo “romanzo di formazione” in musica parte proprio da lì. In una delle prime interviste promozionali, Nas affermò che il titolo “Illmatic” (che significa “oltre il male” o “l'ultimo”) era un riferimento al suo amico del Queensbridge finito in prigione, Illmatic Ince. Oltre al suo racconto veritiero e affilato, “Illmatic” si distingue anche per le sue numerose rappresentazioni di luoghi, persone e interazioni.
Nelle sue canzoni, Nas porta l’ascoltatore dentro gli angoli e i viali del Queensbridge, menzionando nomi di strade, amici, crew locali e spacciatori, utilizzando lo slang della sua città natale. Alla produzione del progetto hanno contribuito, oltre allo stesso Nas, nomi come DJ Premier, Large Professor, Pete Rock, Q-Tip eL.E.S rendendo l’album un punto di riferimento per tutta la scena rap della East Coast. Nas, infatti, ha determinato una rinascita dell’hip hop di New York grazie a una serie di innovazioni stilistiche e ai testi evocativi dei dieci brani. La sua creatività e la cura estrema dei dettagli nei suoi versi, tra incastri di rime e totale padronanza delle figure retoriche, differenziano notevolmente la sua opera dalla tendenza di quegli anni che caratterizzava la scena di Los Angeles, improntata su auto esaltazioni, racconti di donne, soldi e macchine lussuose.
Nonostante i grandi attestati di stima ricevuti dalla critica, il successo di “Illmatic” non è stato subito folgorante. Dopo aver venduto 60 mila copie nella prima settimana il numero di vendite iniziali non ha avuto l’andamento previsto tanto che i cinque singoli di lancio non entrarono nella Billboard Hot 100. La ripresa è arrivata negli anni seguenti, con la certificazione del disco d’Oro nel gennaio del 1996 e del disco di Platino nel 2001. Il successo del disco, a livello numerico, non è stato quindi immediato, ma graduale nel tempo.