Liam Gallagher e John Squire, un lampo che illumina due leggende

Chi l’avrebbe detto qualche anno fa che Liam Gallagher sarebbe stato in grado di ricostruire così abilmente la sua carriera? Ricordate il maldestro tentativo di sopravvivere allo scioglimento degli Oasis con il progetto Beady Eye? Se i ricordi sono sbiaditi, tranquilli: è assolutamente normale. Oggi invece non solo riesce a reggersi sulle proprie gambe, ma lo fa talmente bene da essere credibile tanto nelle operazioni nostalgia - da un lato Knebworth 2022, ma soprattutto l'imminente tour per i trent’anni di Definitely Maybe - quanto nei nuovi progetti. Questo “joint album” con l’illustre collega John Squire è una delizia per gli ex fan degli Oasis, gli ex fan degli Stone Roses, e i fan della musica rock tutta.
Anche l’Italia ospita una delle performance live dell'album, initolato semplicemente "Liam Gallagher & John Squire”. Un Fabrique di Milano pieno come un uovo nonostante il costo del biglietto e una durata annunciata di circa un’ora. «Faremo solo canzoni di quest’album», preannunciava Liam in fase di promozione del tour. Con un rapido calcolo “euro al minuto”, questo è uno dei concerti più cari della stagione.
Il fermento è notevole: meno magliette di Oasis e Stone Roses del previsto, tantissime invece riportano l’irresistibile artwork del disco, a opera di Kerwin Blackburn e vagamente ispirato a Andy Warhol. Merchandising saccheggiato, dunque, ma anche una carica elettrica che non può che compiacere i musicisti al loro ingresso sul palco, Liam in particolare.
Quella di Milano è l’ultima di una dozzina di date del tour, di cui solo quattro fuori dalle isole. Per questo il club milanese è anche preso d’assalto da fan di ogni lingua e provenienza, creando un melting pot esplosivo. «Non ci si annoia mai qui a Milano», afferma divertito il “Biblical”, mentre la compostezza di John Squire e la sua dedizione alla chitarra fanno intuire quanto sia seria la faccenda. Non è un progetto parallelo fatto tanto per sfuggire all’atrofia, bensì un capitolo di indubbio valore all’interno delle carriere di due icone della musica britannica. Non stupisce infatti il delirio con cui la platea accoglie “Just Another Rainbow”, la bomboniera psichedelica dell’album che in questi mesi ha sedimentato nell’amigdala dei fan e riemerge ora come fosse un classico senza tempo.
Quello tra Liam e John è un incastro perfetto, che dal vivo conferma le ottime sensazioni dell’ascolto in cuffia. Funziona tutto così bene da pensare che forse questa nuova veste musicale avrebbe meritato anche un nome nuovo. Una nuova band, con tutti i crismi, più che una semplice collaborazione. Perché John è la penna che manca a Liam, Liam è l’interprete che manca a John e insieme hanno un’alchimia eccezionale. L’alone mistico da guitar hero che avvolge sir Squire riesce anche a smorzare l’effetto catalizzatore di Liam, che condivide i riflettori con gran piacere e sembra godersi ogni secondo del palco come forse non succedeva da diverso tempo.
Il repertorio della “RNR STAR” c’è tutto: mani dietro la schiena, parka, nacchere, tamburello, continui pit stop per sussurrare chissà quali indicazioni al fonico - nonostante questa volta non ci fosse davvero nulla da appuntare. Ma qualcosa di inedito c’è e lo troviamo soprattutto in brani come “I’m a wheel” e “Love you forever”, dove Liam fa il bluesman e lo fa estremamente bene. John, dal canto suo, pensa ai suoi folgoranti assoli e alla sua nuova missione da rocker puro. Sarebbe un delitto però non dare merito anche al resto del combo, con Joey Waronker alla batteria - e i fan dei R.E.M., Beck o Atoms for Peace probabilmente si ricorderanno di lui - e due affezionati del team di Liam, ovvero il bassista Barrie Cadogan e il tastierista Chris Madden.
Se da un lato ogni singola cosa fatta da Liam in quest’ultimo decennio sembra un lunghissima rincorsa verso il suo unico vero desiderio, quello di essere ancora una volta il frontman degli Oasis, questo progetto tanto derivativo quanto puro ed efficace sembra invece la prima mossa totalmente genuina di chi vive per la musica. Quindi se questi sono i risultati ben venga altro blues, un secondo album, un nuovo tour. E se non dovesse esserci un seguito, quantomeno ricorderemo tutto questo come un nuovo lampo che ha illuminato due carriere leggendarie.
La scaletta
SETLIST
Just Another Rainbow
One Day at a Time
I'm a Wheel
Love You Forever
Make It Up as You Go Along
You're Not the Only One
I'm So Bored
Mars to Liverpool
Mother Nature's Song
Raise Your Hands
BIS #1
Jumpin' Jack Flash - Cover di The Rolling Stones