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Benson Boone: un disco per dimostrare di non essere una meteora

L’outsider che esce con l’album d’esordio a ridosso dei nuovi dischi di Beyoncé e Taylor Swift.
Benson Boone: un disco per dimostrare di non essere una meteora
Credits: Dennis Leupold

Ci vuole coraggio a far uscire un album d’esordio nel periodo in cui Beyoncé e Taylor Swift si preparano a combattere l’armageddon del pop contendendosi i vertici delle classifiche con i rispettivi lavori. Ma a Benson Boone, il cantante di “Beautiful things”, tra le hit più impattanti di questo inizio 2024, il coraggio non manca. Nel 2019, lui che non aveva mai cantato davanti a nessuno se non alla sua immagine riflessa nello specchio della cameretta in cui è cresciuto a Monroe, nello stato di Washington, non ci pensò due volte quando gli amici musicisti, iscritti a un concorso per band emergenti, stavano per essere buttati fuori perché il cantante gli aveva dato buca: Benson si armò di coraggio e si propose di sostituirlo. Risultato: vinsero. “Fu come sbloccare qualcosa che non sapevo di avere: l’esperienza più bella di sempre”, ricorda lui oggi. Due anni più tardi lo cercò la produzione di American Idol, il talent show più seguito negli Usa. La sua voce era finita chissà come alle orecchie degli scout del programma. I provini davanti a superstar del calibro di Katy Perry, Lionel Richie e Luke Bryan andarono pure bene. Ma al momento di firmare le carte per entrare a far parte del cast, Boone fece un passo indietro: “Non volevo mostrare al mondo qualcosa che non sono”, dirà. Del vincitore di quell’edizione, tale Chayce Beckham, oltreoceano si sono già perse le tracce. Benson Boone, invece, in questi tre anni ha collezionato 6 Dischi di platino e 5 Dischi d’oro tra Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Nuova Zelanda: la sua musica supera i 2 miliardi di stream globali sulle piattaforme.

Fireworks & rollerblades”, questo il titolo dell’album d’esordio sulla lunga distanza del nuovo principino del pop-rock made in Usa, arriverà sulle piattaforme di streaming in tutto il mondo allo scoccare della mezzanotte. È un disco con il quale Benson Boone proverà a scacciare l’ombra dell’one hit wonder, dopo il successo clamoroso del singolo “Beautiful things”. L’obiettivo? Dimostrare di non essere solo una meteora. Servito da hitmaker del calibro di Jason Evigan, Captain Cuts, Dan Farber, Malay, David Hodges, Imad Royal e il trio TMS (Tom Barnes, Benjamin Kohn and Pete Kellehe), già al fianco delle superstar del pop di nuova e meno nuova generazione, da Lizzo a Madonna, da Halsey a Christina Aguilera, da Lorde ai Maroon 5, il 21enne cantautore statunitense racconta nelle quindici canzoni incluse nel disco gli ultimi due anni della sua vita, i più eccitanti. L’album, dice lui, “è una montagna russa di emozioni”.

Quando ha pubblicato “Beautiful things”, a gennaio, le aspettative intorno al singolo non erano affatto grandi: “Per ogni canzone che avevo pubblicato prima di quella, avevo dovuto guadagnarmi ogni singolo streams, lavorando duramente. Avevo postato video e fatto ogni tipo di promozione possibile. Ma con ‘Beautiful things’ è stato diverso: la canzone, a una settimana dall’uscita, è decollata da sola. È la prima volta che provo una cosa del genere”, dice. Il brano è da settimana uno dei più ascoltati a livello mondiale su Spotify, con oltre 460 milioni di streams complessivi accumulati dall’uscita ad oggi (nel nostro paese è attualmente l’artista internazionale più ascoltato su Spotify). “L’ho scritto al vecchio piano di mia nonna, appena mi sono trasferito a Los Angeles lo scorso settembre. Me lo sono fatto portare nell’appartamento. Una notte non riuscivo a dormire, così mi sono messo a suonare il piano ed è venuta fuori la melodia di ‘Beautiful things’. Il giorno dopo avevo in programma una sessione con i miei produttori e l’ho portata in studio”, racconta.

Da outsider, una prima impresa l’ha già portata a casa. Oltremanica “Beautiful things” è stata negli ultimi sette giorni la canzone più streammata sulle piattaforme, con 5,4 milioni di clic in tutto. Beyoncé con “Texas hold ‘em”, nonostante il clamore legato all’uscita dell’album “Cowboy Carter”, si è dovuta accontentare del terzo posto. Tra un mese e mezzo proprio dal Regno Unito partirà il tour europeo, che lo vedrà esibirsi sui palchi dei teatri di Antwerp, Parigi, Colonia, Utrecht, Zurigo, Praga, Varsavia, Berlino, Copenhagen, Stoccolma, Oslo e Helsinki: prima data, quella del 21 maggio all’O2 Forum Kentish Town di Londra. Le tredici date - nessun passaggio in Italia, per ora - sono tutte già sold out.

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