Kurt Cobain, la biografia a fumetti

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Torna in libreria in edizione ampliata "Nevermind", la biografia a fumetti di Tuono Pettinato. E' il delicato tributo al leader dei Nirvana di Tono Pettinato (Andrea Paggiaro), 1976-2021, che è stato uno degli autori più originali e amati del fumetto italiano. La riedizione è arricchita da una prefazione di Davide Toffolo (Tre Allegri Ragazzi Morti).
Per gentile concessione di Rizzoli Lizard, che ringraziamo, pubblichiamo qui di seguito le parole di Toffolo e un disegno tratto dal libro.
La malinconia è rivoluzionaria
Kurt lo sapeva. La fucilata con cui si è tolto la vita, quel suo ultimo gesto rilanciato da tutti i media del mondo occidentale, l’avrebbe proiettato diretto nell’Olimpo degli immortali assieme ai giganti del rock, assieme ai martiri del nostro tempo. I martiri della logica del consumo, uccisi dalla trasformazione dell’uomo in merce, dal peso di esistenze esemplari che durano lo spazio di pochi, luminosi anni: Janis Joplin, Jimi Hendrix, Brian Jones, John Lennon, Elvis Presley, Ian Curtis e, appunto, Kurt Cobain.
Nei giorni della sua morte tutti i quotidiani e i telegiornali ribadivano questo concetto: riportavano la notizia che il biondo cantante dei Nirvana stesse inseguendo proprio questo progetto e che quello fosse il motivo del suo suicidio. La sua esistenza era ormai campo fertile per il gossip più spudorato. La sua vita amorosa, le sue vicende familiari e la dipendenza dall’eroina venivano urlate dai media come prima di allora avevo visto già accadere solo per poche altre rock star conclamate e decadenti. Personalmente mi infastidiva.
Per me i Nirvana erano altro.
Esistenze fatte di adolescenze infinite, di difficoltà a riconoscersi e ad accettarsi, di famiglie disfunzionali, di promesse di realizzazione mancate, di inclinazioni naturali represse, di impossibilità di immaginare il futuro, di maestri cattivi, di soldi a palate e di meccanismi osceni di speculazione sul talento.
E nella musica dei Nirvana tutto questo sembrava parte del racconto stesso, della poetica della band. Irriverente come l’essenza stessa del punk, calda come il blues americano, compromessa come tutta la musica commerciale ma vitale, aggregativa, generazionale, a suo modo rivoluzionaria.
L’atteggiamento esistenziale del gruppo, portato in tutte le case da Mtv, offriva un modello nuovo ai ragazzi. Cancellava ciò che il rock era stato fino ad allora, ne trasformava l’immaginario in qualcosa di apparentemente estraneo al baraccone dell’industria discografica. Un’intera generazione, e forse più, si è rispecchiata negli atteggiamenti da antidivo di Kurt, nella sua inadeguatezza di fronte alle telecamere e nella violenza che trasudava dalla distorsione esasperata della sua chitarra.
Nel libro di Tuono Pettinato che state per leggere Kurt Cobain non è una star, ma un bambino accompagnato ovunque dall’amico immaginario Boddah che nella vita del musicista è stato compagno esclusivo delle prime scorribande nei boschi di Aberdeen e destinatario della lettera d’addio scritta prima del suicidio. Un amico immaginario eppure più vero di qualsiasi amico reale, che gli rimane accanto anche nei momenti peggiori quando l’unico modo per Kurt di sfuggire alle delusioni, al dolore, alle ferite coincide con il tentativo di cercare una pace interiore – un Nirvana, attraverso la musica e la droga.
Tuono, lo sciamano del fumetto italiano, ci mostra il prima, i desideri e la realtà del Kurt bambino. Come possa averlo fatto così precisamente ve lo spiego al prossimo incontro. Per ora vi lascio alla lettura del libro e vi racconto cos’è successo a me dopo l’incontro con Cobain, con i Nirvana.
A me capitava questo.
Dopo i Nirvana, dopo la fiamma accesa dalla loro musica e dallo shock della morte di Cobain, ho immaginato di prendere posizioni precise rispetto alla trasformazione dell’uomo in merce. Per questo, proprio qualche mese dopo la sua morte, decisi che avrei escluso per sempre la mia faccia dal commercio dei miei talenti. Che l’avrei sostituita con una maschera da teschio. Così immaginai i Tre Allegri Ragazzi Morti e oggi, nella prefazione di questa biografia a fumetti che porta il nome del disco più conosciuto dei Nirvana, "Nevermind", pago un debito contratto con la loro musica e con l’ultima scelta di Kurt Cobain.
Quando arrivò, straziante, la terribile notizia del suo suicidio, scrissi questa canzone.
La malinconia è rivoluzionaria,
se il mondo mi fa schifo,
tutto il progresso salta in aria.
La malinconia, che è amica mia,
la malinconia, ha dentro un’utopia.
Mondo naïf, Mondo naïf
Mondo di consumatori felici.
Mondo naïf, Mondo naïf,
a nord della morte, a ovest del niente.
La malinconia è sintomatologia.
Se il mondo intorno muore,
io come faccio a starci.
La malinconia, che è amica mia,
la malinconia, ha dentro un’utopia.
Mondo naïf, Mondo naïf
Mondo di consumatori felici.
Mondo naïf, Mondo naïf,
a nord della morte,
a ovest del niente.
Davide Toffolo
Il disegno di Tuono Pettinato da "Nevermind":

La copertina di "Nevermind":
