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George Harrison, la riedizione di "Electronic Sound"

Il secondo album da solista, uscito nel 1969
George Harrison, la riedizione di "Electronic Sound"

Dark Horse Records ha affidato a BMG la distribuzione delle riedizioni degli album da solista in studio di George Harrison in formato Zoetrope - una tecnologia che è piuttosto complicato spiegare a voce; eccone un esempio video con l'album "Cracker island" dei Gorillaz:

I primi due album di questa serie di riedizioni sono "Wonderwall Music", uscito nel novembre del 1968, e "Electronic Sound", uscito nel 1969.

 

Seconda (e ultima) pubblicazione di un Beatle per l’etichetta Zapple, “Electronic Sound” fu il risultato dell’attrazione di Harrison per il sintetizzatore Moog. George si era infatuato dello strumento, che aveva ascoltato direttamente attraverso uno dei suoi inventori, Bernard Krause, e cercò immediatamente di metterne a frutto le sonorità.

"Electronic Sound" è esattamente ciò che promette il titolo: una lunga sequenza di suoni elettronici prodotti col Moog, nel tentativo di esplorarne le potenzialità, senza alcuna intenzione di farne vere e proprie canzoni. Ognuno dei due lati dell’album presenta un solo lungo brano. Il lato 1 è costituito da diciotto minuti intitolati “Under the Mersey Wall”: il titolo è un gioco di parole, basato sul fatto che sul quotidiano di Liverpool vi fosse una rubrica dallo stesso titolo, a firma di un certo George Harrison. Si tratta di una lunga sequenza di suoni, pescati a caso sul sintetizzatore da Harrison, che si era divertito ad ascoltare tutte le possibili variazioni di cui era capace il suo Moog, una volta avuto a disposizione lo strumento a Kinfauns, la sua villa presso Esher, nel Surrey. Il brano contiene suoni provenienti da due Moog, sovraincisi da Harrison.

Il lato 2, dal titolo “No Time Or Space” e della durata di oltre venticinque minuti, generò invece una controversia con Bernie Krause, ed è la registrazione di quanto suonato dal musicista americano durante le prime ore del mattino del 12 novembre ai Sound Recorders Studios di Los Angeles, materiale che Harrison aveva conservato a insaputa di Krause. “No Time or Space” si apre con alcuni effetti che ricordano il suono degli spari di una pistola, via via trasfigurati in sonorità vicine a quelle che sarebbero state utilizzate per gli effetti dei videogame negli anni Settanta. Tra gli altri suoni ed effetti proposti in questo secondo lato, si ascoltano vento gelido, sirene, fischi, effetti da film horror o di battaglie spaziali, cascate, vapori e fruscii.

Electronic Sound fu pubblicato il 9 maggio 1969 in Gran Bretagna e il 26 maggio negli Stati Uniti, in concomitanza con “Unfinished Music Vol. 2: Life With the Lions” di Lennon e Ono.

Per la copertina fu utilizzato un disegno a colori in stile bambinesco dello stesso Harrison, che riproduce proprio il suo Moog IIIP, completo dei quattro moduli di elaborazione del suono. Accanto al titolo compare anche la scritta “Produced by George Harrison”. Poco più sotto, coperta da una macchia di inchiostro color argento, si intravede l’originario credito “Assisted by Bernie Krause”, cancellato su richiesta del musicista in seguito alla divergenza avuta con Harrison sui contenuti presenti nell’album e da lui non autorizzati. Sul retro, la cover presenta un altro disegno di George che raffigura l’ufficio di Derek Taylor alla Apple. Un curioso incidente coinvolse la prima stampa per il mercato nord-americano, nella quale i due lati furono stampati in modo invertito, ma con i crediti corretti: il risultato fu che sul lato 1 gli acquirenti ascoltarono “No Time or Space” credendo si trattasse di “Under the Mersey Wall”, e viceversa.

Dal punto di vista commerciale, “Electronic Sound” fu ignorato dal pubblico, come prevedibile: l’album raggiunse la posizione n. 191 su “Billboard”, mentre non ebbe riscontri di classifica in Gran Bretagna. Il disco fu però una importante testimonianza dell’acume di Harrison, che aveva intuito l’enorme potenziale del sintetizzatore Moog. Negli anni a venire lo strumento avrebbe segnato un’epoca, caratterizzando con il suo suono evocativo e bizzarro dischi come “The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd e trovando un’applicazione feconda nel mondo dell’industria cinematografica.

 

 

Luca Perasi è l'autore di "I Beatles dopo i Beatles", il libro da cui è stato ricavato questo articolo.

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